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GIORNO PER GIORNO 31 luglio - Esperienze di poesia urbana

31 luglio 2015

 

Karelle Ménine, la più emozionante artista e ricercatrice di linguaggi poetici, vulcanica artefice di forme inclusive di creatività sociale, il 31 luglio 2015 incontra al Festival di Avignone Jack Ralite il vecchio comunista fuori dagli schemi che dell’amore per la poesia e la cultura aveva fatto la ragione della sua vita, dell’impegno politico.


Karelle Ménine è l’artista del linguaggio, poetessa visuale, realizzatrice di sogni collettivi, fornitrice di scalpelli per ridisegnare la sensibilità di tutti, la persona che è riuscita con le sue installazioni, il suo studio, l’inventiva a far innamorare della poesia anche i muri, e coloro che li abitano sotto forma di abitazioni, negozi, laboratori. Karelle Ménine è una efficace suggeritrice di giochi e armonie urbane che fanno aggregare e riflettere collettivamente.


Jack Ralite è l’uomo che ha rifiutato quattro volte la più alta onorificenza francese, La Legione d’onore, tre volte attribuitagli da governi di sinistra e l’ultima da un governo di destra, Sarkozy nel 2012. Alla guida del comune operaio di Aubervilliers per quasi vent’anni, si era occupato per tutta la vita di cultura, arte e soprattutto poesia.


“Il sindaco di Aubervilliers André Karman voleva che mi unissi al suo comune che era composto solo da lavoratori. Era un operaio molitore, deportato a diciassette anni, era una figura popolare. Eravamo andati a teatro insieme. Ma non gli piaceva, anche se leggeva molto. Era curioso. Allora mi chiama e mi dice: ’Ci sono enormi bisogni in termini di istruzione e cultura ad Aubervilliers. Lo si vede bene. Ma noi, siamo solo lavoratori. Ho l'impressione che sia la tua passione’ Mi voleva come vicesindaco. Ho accettato la sua proposta. Sono stato vicesindaco alla cultura e all'educazione nazionale dal 1959 al 1980.”


Jack Ralite pensava che sin da piccoli i bambini potessero capire la realtà leggendo Louis Aragon e Paul Eluard, che per capire i sentimenti che univano un popolo occorreva leggere la letteratura, perché quella buona è fatta per gli intellettuali quanto per gli operai, che Victor Hugo aiuta ad affrontare il mondo, che nel ’68 in disaccordo con Braudel aveva sostenuto come un successo l’aver aperto due nuovi licei e un teatro, quasi una giusta proporzione per le esigenze culturali di una comunità.


“Nel 1968, l'Università di Lille mi invitò a parlare con Pierre Bourdieu che era ancora un giovane ricercatore. Tremila studenti erano venuti ad ascoltarci. Il movimento era iniziato. Bourdieu mi aveva chiesto di parlare per primo. Ho parlato delle mie esperienze, della creazione di due licei e di un teatro, ecc. Quando lui è intervenuto, ha detto, ‘Penso che si sarebbero dovute fare tre scuole superiori e non il teatro .’ Ho detto, ‘ che cosa!? ‘ Gli studenti erano stati d'accordo con me, ero felice.”


Jack Ralite era uno che aveva rifiutato di essere padrone di alcunché, nemmeno della casa in cui abitava, e neppure della piccola eredità paterna. Un uomo di cultura, diventato per un breve periodo Ministro della Salute, ma che aveva sempre rifiutato di fare una carriera politica. “Non ho mai voluto costruire nulla. È la vita che ha forgiato la strada” Una persona così appassionata da andare a vedere le opere teatrali due volte di seguito, che gli artisti li incontrava dietro le quinte, nei camerini, alle prove e che odiava le trasmissioni televisive tutto clamore, “bling-bling”, luccichii e inutilità.


Karelle Ménine è un’artista sempre in movimento, sicura che ogni buona idea troverà le persone giuste su cui cammineranno. Sa che quando inizierà con il progetto di 10 chilometri di poesia nella città di Mons in Belgio riuscirà a trasmettere tanto entusiasmo in ogni strato della popolazione da creare una gara emulativa per metterle a disposizioni spazi e a impegnarsi in prima persona in nuove realizzazioni, sulle vetrine delle proprie attività o sui pali della luce, ai giardini o in casa. E’ la donna che mentre lavorava con i detenuti del carcere della stessa città su come realizzare un’installazione poetica con i versi di Paul Verlaine un tempo detenuto nella stessa prigione, aveva ricevuto la telefonata di Patti Smith: “Sono un fan di Verlaine, so che ci stai lavorando a Mons. Usami! “. E Patti Smith era arrivata in carcere e contribuito a istoriare di poesia i muri della prigione. Karelle Ménine costringe a pensare che nessuna persona è sola o che si è in pochi a voler realizzare una cosa bella, artistica, comunicativa, espressiva.


Fanfarlo | The Walls Are Coming Down


Karelle Ménine e Jack Ralite sanno trovare le parole per rispondere alla domanda “a cosa servono la poesia, l’arte, la cultura”. “Io dico che la poesia è utile perché è inutile e inutilizzabile. È necessaria ma non utile. Perché appena diciamo che è "utile", vuol dire che è strumentalizzata”. Dice lui. L’arte serve a creare unità e comunità, ma è stata una cosa così spesso teorizzata che diventa inutile accontentarsi di ripeterla e pretendere di utilizzarla a scopi politici o sociali perché, continua lui ridendo “l'arte non può essere sfruttata” Ma la poesia e l’arte sono linguaggio comune del desiderio, del sogno, del bisogno. Per questo Karelle Ménine riempie di citazioni poetiche le strade, le piazze e le fermate dei pullman, ma le interrompe con puntini di sospensione, per invitare il passante a completare col proprio pensiero e con un nuovo sprazzo di luce.


Jack Ralite ha con sé una borsa zeppa di citazioni e una memoria robusta per completare quegli scritti. Pensa che non servano come abbellimento dei discorsi. Da vecchio comunista fuori dagli schemi ne ama una in particolare del poeta imprigionato e morto nel gulag staliniano Ossip Mandelstam “ Una citazione non è un estratto. La citazione è una cicala. La sua natura è quella di non poter tacere. Una volta sospeso in aria non si lascia andare ."



Come gli dice Karelle Ménine: “Non citi per illustrare i tuoi discorsi, è proprio l'inchiostro del tuo pensiero.” Lui pensa che sia la generazione giovane di Karelle a dover riprendere una battaglia per rigenerare la cultura, espanderla, sottrarla ai lacci delle politiche istituzionali, alla noia, alla ripetitività. Lei risponde che ogni volta che ci viene da dire “No!, Non riusciamo a farlo, non fa…” si dovrebbe fare come lui e iniziare a lavorarci sopra.


Karelle Ménine è l’artista che ha contribuito a reinventare il gioco di scrittura creativa dei surrealisti, “Il cadavere squisito”, sottraendolo alla sua dimensione elitaria e costruendone atelier partecipativi, pubblici con echi urbani, è l’artista che ha costruito con un gruppo di volontarie “La Guardiana” a Ginevra, una donna di sette metri d’altezza che con un vestito fatto di citazioni di Isabelle Eberhardt assieme a altre scrittrici che in qualche maniera avevano avuto una relazione con Ginevra e la Svizzera, Grisélidis Real, Ella Maillart, Jeanne Hersch, S. Corinna Bille, Alice Rivaz, Agota Kristof, Mary Shelley o Niki de Saint Phalle. Ci si infila sotto il vestito e, salendo una scala "Non entriamo nel corpo di una donna, ma nella sua mente." Nella testa , Karelle Ménine espone un testo in forma di lettera aperta, risposta a un famoso scritto del filosofo Arthur Schopenhauer del 1851. “Un orrore della misoginia che chiede sostanzialmente alle donne di restare a casa e di non avere la arroganza di pensare! Gli rispondo dicendo in sostanza che abbiamo tutto da guadagnare rispettando le nostre differenze, qualunque esse siano”.



Karelle Mènine prende la letteratura, con le autrici e gli autori e li assembla con un gioco d’immaginazione, li unisce secondo istinto, fluido e sensazione e li riporta in strada dove chiunque secondo il tragitto che fa può scomporre e ricomporre in un gioco infinito "affinché chi non legge più possa ritrovare le parole, questo bagaglio di infiniti orizzonti di cui tanto abbiamo bisogno".

Jack Ralite e Karelle Ménine hanno dimostrato la serietà del gioco letterario, della passione culturale, della rottura degli schemi. Un regalo per i tempi bui e quelli luminosi, per quando ci si sente impotenti e quando si è impazienti.


Per innamorarvi di Karelle Ménine:


(alcune citazioni, idee e notizie sono tratte dall’intervista realizzata da Sylvia Botella il 16 luglio 2015 ad Avignone, due settimane dell’incontro al Festival del 31 luglio www.rtbf.be


Di Karelle Ménine abbiamo parlato nel blog Giorno per Giorno 30 giugno 2021



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