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GIORNO PER GIORNO 29 LUGLIO - La musica è una nave del tempo

29 luglio 2018

 

Sons of Kemet, la macchina del tempo che fa ballare, pensare, agire



"La musica può essere paragonata a una nave che viaggia nel tempo in cui i sistemi di valori culturali del passato sono codificati all'interno del suono e proiettati/protetti nel corso dei secoli” (Shabaka Hutchings – Sons of Kemet)


Il 29 luglio 2018 si conclude il lunghissimo tour mondiale, omaggio alle black queen che hanno cambiato il mondo, del combo nu-jazz Sons of Kemet, esplosiva formazione capace di unire radici caraibiche, suoni afro, funk , grime al patrimonio storico del jazz.

C’è una nuova scena e un nuovo suono nel jazz, che si potrebbe chiamare “New wave” se non fosse già stato utilizzato dalla Impulse Records a metà anni Sessanta per definire Archie Shepp, Albert Ayler e John Coltrane. I nomi nuovi, che solo per comodità vengono racchiusi nell’etichetta Nu-jazz comprendono gruppi americani britannici, tedeschi, portoghesi, svedesi ma anche australiani.


Tutti diversi e nuovi come Kamasi Washington, Kendrick Lamar, Run the Jewels e Thundercat, GoGo Penguin. E The Comet is Coming altra band di Shabaka Hutchings, sax e clarinetto nei Sons of Kemet, gli autori dello splendido album Your Queen is Reptile in cui si distrugge la radice e le ragioni dell’Impero. Album pubblicato anch’esso per la storica e prestigiosa Impulse Records, quasi a sottolineare la continuità nella ricerca sonora e nelle motivazioni morali e sociali.



Figli della Sun Ra Arkestra e di Charlie Parker, figli del dub e del reggae giamaicano, di Fela Kuti e delle Big Band, figli della rivolta e della resistenza nera, figli di Mamie Phipps Clark, di Angela Davis, Albertina Sisulu, Berta Caceres e Harriet Tubman riconoscono solo loro come regine assieme a Ada Eastman, nonna di Shabaka Hutchings. Le figure femminili che hanno dato senso, sostanza, cultura, e continuità alla lotta di tutti i neri del mondo contro la discriminazione, lo sfruttamento, la deprivazione culturale, l’assimilazione.


Figli del limo che fertilizza la terra bagnata dal Nilo, figli dei luoghi da cui si è sviluppata l’umanità e la cultura, casualmente cittadini britannici, Shabaka Hutchings, clarinetto e sassofono tenore, Tom Skinner e Seb Rochford alle batterie e Theon Cross alla tuba, i quattro elementi formano uno dei gruppi più importanti che stanno rimodellando l’idea di jazz, rivisitato attraverso la cultura rave e lo spirito di strada.


Il loro è un ritmo carnevalesco, giocoso con due batterie, basso tuba e clarinetto che accompagnano titoli di brani e parole che richiamano le lotte di Black Lives Matter e gli anni Sessanta di Malcolm X e le Pantere Nere con ragionamenti che avvertono l’umanità sull’orlo del suicidio per affrontare i segni dell’apocalisse seminati dallo sfruttamento capitalista. Una musica che parla di comunità e impegno, che fa muovere i corpi e fa ricercare compenetrazione di menti e sentimenti. “…Quando suoniamo dal vivo, sappiamo esattamente quale sarà l’epilogo: tutti nella totale isteria. Ma come ci arriviamo è un mistero…” dichiara Hutchings.


Sintonizzata sul ritmo del presente la nave del tempo dei Sons Of Kemet col suo terzo album rilegge Il passato attraverso il recupero di storie soppresse, attraverso le figure di diverse regine che si sono tutte ribellate in qualche modo all'eredità globale della corona. Una rincorsa contro l’oblio che ha dimenticato che l’impero è stato costruito sulla conquista e il dominio di altri popoli dai primi schiavi sotto il regno di Elisabetta I, portati con una nave che richiamava il nome di Gesù.


Come scrive Teju Adeleye nella rivista on line quietus.com: “L'incoronazione delle donne nere nell'album è un atto di usurpazione, un riordino sociale, una rivendicazione di anime sepolte sotto costrutti razzisti - e per una band di uomini che producono questo, mostra il potenziale espansivo del femminismo. Allo stesso modo, sarebbe negligente presumere che questo cambio della guardia sia un'offerta solo per le comunità nere. L'eredità del razzismo è il nostro problema collettivo. Per ascoltare le parole del Combahee River Collective: ‘Se le donne nere fossero libere, significherebbe che tutti gli altri dovrebbero essere liberi poiché la nostra libertà richiederebbe la distruzione di tutti i sistemi di oppressione’”.


My Queen is Harriet Tubman, nome in codice Moses l’organizzatrice dell’Underground Railroad, la rete clandestina che proteggeva gli schiavi in fuga verso il Nord; My Queen is Anna Julia Cooper, che dalle piantagioni e la lotta di liberazione dei neri era riuscita a diventare la prima donna afroamericana laureata e poi preside di una innovativa e radicale scuola superiore; My Queen is Angela Davis, dagli anni Sessanta figura di spicco tra le Pantere Nere, il femminismo e la liberazione LGBTQ+,; My Queen Is Nanny Of The Maroons, la donna “obeah”, eroe della Giamaica del XVIII secolo, guaritrice e conoscitrice della cultura e della medicina naturale, capace di tenere lontani i colonizzatori inglesi con la sua sapienza, la scienza e le imboscate; My Queen Is Yaa Asantewaa, coi suoi tamburi parlanti in Ghana, capaci di evocare nelle truppe inglesi la loro fine imminente in battaglia. La donna, che sino alla sua cattura e all’esilio alle Seychelles aveva combattuto con le armi e con la voce ammonendo “Se voi, uomini di Asante, non andrete avanti, allora lo faremo noi. Invocherò le mie compagne. Combatteremo gli uomini bianchi. Combatteremo finché l'ultima di noi non cadrà sul campo di battaglia"; My Queen Is Albertina Sisul, la madre del Sud Africa, infermiera e attivista per il superamento delle ineguaglianze e delle discriminazioni ereditate dal colonialismo; My Queen is Doreen Lawrence, la mamma di Lawrence, ammazzato per motivi razziali 25 anni prima della pubblicazione del disco. Una donna che non ha smesso mai di combattere per e nella comunità e che ammonisce: “Siamo a un punto morto, stiamo andando indietro".


“La musica può essere un'articolazione espressiva di idee e pensieri che non siamo in grado di descrivere in nessun tipo di linguaggio semantico. Possono essere sentimenti che devono essere rilasciati a un livello catartico per cui non abbiamo alcuno sbocco a livello sociale. Una funzione della musica è la capacità di esprimere quelle cose, quelle idee o sentimenti o tutti quegli impulsi nel suono. La musica è uno sforzo comune . La musica è qualcosa che penso unisca le persone e le società per sperimentare, per certi momenti, la realtà come un tutt'uno, come una cosa che è connessa anziché separata.”(Shabaka Hutchings)

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