top of page

GIORNO PER GIORNO 18 aprile - End Your Silence

18 aprile 1965

End Your Silence: gli artisti rompono il silenzio

Il collettivo newyorkese Artists and Writers Protest (AWP) pubblica sul New York Times il manifesto END YOUR SILENCE, un inserto di due pagine con cui larga parte della comunità culturale nazionale e internazionale invita il pubblico a manifestare apertamente il proprio dissenso contro la guerra in Vietnam.



L’appello promosso dall’AWP viene sottoscritto da moltissimi artisti, scrittori e intellettuali, tra cui Hannah Arendt, Arthur Miller, Lawrence Ferlinghetti, Mark Rothko, Georgia O’Keefe, Susan Sontag, Philip Roth e tantissimi altri. L’impressionante lista di nomi era, anche visivamente, il punto focale della campagna nata dai presupposti sottolineati nelle prime due righe dell’annuncio: siamo afflitti per le politiche Americane in Vietnam. Ci opponiamo ad esse. Non staremo in silenzio di fronte al mondo. Facciamo appello a tutti quelli che vogliono esprimersi in un momento cruciale e tragico della nostra storia per chiedere in cambiamento immediato della politica Americana in Vietnam verso metodi di pace.


Questa prima iniziativa dell’AWP faceva seguito ad un annuncio in cui il presidente Johnson aveva annunciato che avrebbe iniziato ‘colloqui incondizionati’ con il Vietnam del Nord, aprendo uno

spiraglio verso una soluzione di pace che però continuava ad essere una dichiarazione di intenti a parole senza cambiamenti di fatto. A chiusura dell’appello i firmatari invitano a scrivere lettere al presidente per obbligarlo a dar seguito alle parole con i fatti e ad agire per una pace immediata.


Nonostante l’utilizzo di appelli sottoscritti da personalità importanti o comuni cittadini non fosse un metodo di protesta nuovo, END YOUR SILENCE servì a rompere il ghiaccio all’interno di una comunità artistica sempre più politicamente insoddisfatta, allarmata e arrabbiata per la violenza

della guerra. E infatti dopo il primo appello ne fece seguito un secondo, pubblicato sul New York Times il 27 giugno dello stesso anno, che dichiarava le proprie prese di posizione in maniera più articolata e specifica, con riferimenti storici a supporto delle proprie posizioni pacifiste. In particolare, associava le azioni militari in Vietnam a quelle della Francia nella guerra d’indipendenza in Algeria, conclusasi nel 1962. E come gli intellettuali francesi (tra cui Jean-Paul Sartre, Albert Camus e Pablo Picasso) avevano fatto appello alla coscienza dei francesi per creare un fronte pacifista, lo stesso si doveva fare negli Stati Uniti ora. Alcuni degli artisti che facevano parte dell’AWP o che si impegnarono su posizioni pacifiste avevano vissuto a Parigi proprio negli anni delle violente proteste contro la guerra in Algeria: tra essi Leon Golub e Nancy Spero e Irving Petlin, la cui esperienza diretta nelle proteste francesi servÌ come precedente per la loro partecipazione attiva. Tra il primo annuncio e il secondo, gli Stati Uniti erano intervenuti militarmente anche nella guerra civile in corso dal 1963 nella Repubblica Dominicana. Il secondo annuncio definisce quest’intervento come seguito delle azioni segrete della CIA volte a portare avanti una nuova forma di colonialismo che, conclude l’annuncio, avrebbero avuto esiti orribili.


Promossa da artisti, la campagna END OF SILENCE era ‘extra-artistica’ e servì a dare una scossa alle coscienze e a delineare lo scenario per successive azioni di protesta improntate a strategie specificatamente artistiche, come la Tower of Peace. BIZARRE 26 febbraio

Tom Paxton, Lyndon Johnson Told the Nation


Comments


bottom of page