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GIORNO PER GIORNO 18 febbraio

Cronologia di storie della Beat Generation, della Controcultura e altro ancora.


18 febbraio 1968

La polizia di San Francisco attacca violentemente la folla di persone che chiede la trasformazione di alcune strade in isola pedonale e parco. Pistole e lacrimogeni per cinque ore contro i residenti e gli abituali frequentatori di Haight-Ashbury district. Una domenica dopo l’altra migliaia di manifestanti riprenderanno il controllo della via.

Da tempo intorno a Haight-Ashbury si avvertiva che il clima libertario, costruito nella zona dall’attivismo dei Diggers, della Controcultura e del movimento giovanile stesse per essere affrontato con durezza dall’amministrazione del sindaco Joseph Alioto. Le strade della zona che ospitano attività underground, piccole librerie e case editrici,locali e sale concerti,botteghe artigiane sono da alcuni anni luogo di incontro e di comunità per migliaia di giovani non solo della Bay Area.

Per domenica 18 l’appuntamento era per il pomeriggio per bloccare il traffico, piazzare bancarelle e improvvisare palchi per happening e concerti e rivendicare la chiusura al traffico della zona.

Da settimane una vecchia patafisica suggestione dei Diggers per tenere lontana la polizia (“regala ai bambini pistole ad acqua e digli di sparare al loro cavallo dei pantaloni ogni volta che i poliziotti scendono dalla macchina”)aveva avuto una sua evoluzione: per soli 10 cent era possibile acquistare un fischietto uguale a quello in loro dotazione, da usare ogni volta che se ne vedeva uno. L’idea,come qualunque cosa abbastanza balzana,aveva preso piede per cui appena una divisa scendeva da una macchina si trovava un assordante fischio sull’orecchio che avvisava contemporaneamente la comunità dell’intrusione.

Ma domenica non sono arrivate le normali pattuglie, ma un corpo d’assalto costituito nei mesi precedenti dall’amministrazione comunale e dal capo della polizia per ripulire il quartiere da hippies e giovani, con il proposito di una forzata ristrutturazione e gentrificazione di tutta la zona.

Il corpo speciale di polizia estrae le pistole, insegue le persone pacifiche sui marciapiedi e dentro i negozi, spara lacrimogeni,carica qualunque passante, aggredendo anche giornalisti e i medici del Free Clinic Center che si prodigano nei soccorsi. In risposta questa volta non volano solo fiori e sorrisi, ma cubetti di porfido, pietre, bottiglie vuote e piene, e pure cocktail molotov. Il giorno dopo in una conferenza stampa il sindaco Joseph Alioto e il capo della polizia Cahill, nonostante le domande incalzanti di alcuni reporter testimoni della brutalitàpoliziesche, difendono l’operato della polizia intervenuta a loro dire a impedire atti di rivolta. Le settimane successive migliaia di persone si riapproprieranno delle strade bloccando il traffico con transenne e barricate inscenando in un clima festoso ma deciso, happening e concerti delle band californiane più importanti , con la solidarietà di buona parte degli esercizi commerciali che espongono cartelli con offerte e indicazioni tipo: Mangia,bevi,divertiti”. (altre news in rete in Berkeley Barb n°9 23 febbraio 1968).


18 febbraio1967

New York: hate vs love. La polizia interrompe un Human Be-in alla Central Station

Aspettando la primavera, sull’esempio del grande raduno della Controcultura dell’11 gennaio a San Francisco, a New York si fanno le prove. Nessun cartello, avviso, nessuna pubblicizzazione sui giornali e neanche sui fogli di movimento. Era bastato un passaparola perché una folla colorata e sorridente si ritrovasse nella zona della Stazione centrale. Si poteva avvertire la distanza e la contrapposizione tra l’espressione felice di giovani e bambini con fiori, bolle di sapone, incenso e strumenti musicali e un’umanità grigia che si affretta incalzata dai ritmi del lavoro e di una vita sempre uguale, tra consumo e sfruttamento. Non si trattava di una manifestazione anche se di sicuro ciascuno dei colorati presenti si sarebbe definito pacifista, non si trattava di una dimostrazione contro qualcuno o qualcosa, al massimo una solenne dichiarazione di amore per la vita e per tutti i viventi, insomma qualcosa che difficilmente avrebbe dovuto prevedere l’intervento del 104 °, 114 ° e 5 ° distretto di polizia. Ma così è stato, anche se gli arresti effettuati vanno ascritti solo al medagliere della polizia ferroviaria. Tra essi Janet Fried, 19 anni, accusata di aver disturbato la quiete. Il suo disturbo nel mare dell’umanità è stato creato dal suo soffiare bolle all’interno di un ampio cerchio di bolle. Il tentativo di disperdere la folla si è rivelato controproducente per la polizia perché i viaggiatori in attesa di treni e pullman si avvicinano ben volentieri a parlare con i ragazzi, a chiedere le loro ragioni. All’ingrossarsi delle file delle divise blu e al loro fare più minaccioso i partecipanti all’Human Be-in decidevano lo spostamento al Bryant Park. Anche questo tentativo veniva impedito ma ogni assembramento bloccato si riformava e cento mani felici continuavano a distribuire dolci e caramelle facendosi beffe di ingiunzioni e minacce. Ancora in strada per decine di minuti per darsi un appuntamento per un grande concentramento il 30 aprile al Central Park (e altri preparatori già la settimana successiva).

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