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GIORNO PER GIORNO 28 gennaio

Cronologia di storie della Beat Generation, della Controcultura e altro ancora


28 gennaio 1996

muore Georges Woodcock, editore, scrittore e storico canadese del movimento anarchico, nato l’8 maggio 1912 a Winnipeg (Manitoba, Canada). Autore nel 1961 del testo fondamentale per la storia del movimento anarchico americano Anarchism. A History of Libertarian Ideas and Movements in cui aveva dato sostanzialmente per spacciato l’anarchismo negli USA, si ricredette in occasione di una successiva ripubblicazione. Riflettendo sugli eventi del decennio successivo alla pubblicazione, sui nuovi movimenti sociali e la controcultura, riconobbe che lo spirito libertario e anarchico “è riemerso in nuove forme, adattandosi a un mondo in mutazione.” Secondo Gorge Woodcock l’Anarchia è “insieme varia e mutevole, e nella prospettiva storica presenta l’aspetto non di un corso d’acqua che si diriga, sempre più gonfio, verso il mare che rappresenta la sua destinazione ultima,…ma piuttosto di acqua che scorra attraverso un terreno poroso, e qui formi per qualche tempo una forte corrente sotterranea, là si raccolga a mulinello in una pozza, sgoccioli giù per i crepacci, scompaia alla vista, riemerga là dove le si apre una strada attraverso le crepe della struttura sociale. Come dottrina,cambia continuamente; come movimento cresce e si disintegra, in fluttuazione costante, ma non scompare mai del tutto


28 gennaio 1996

muore a N.Y. Joseph Brodsky. Questa una sua poesia :


Gennaio 1965

I Magi scorderanno il tuo indirizzo. Non brilleranno stelle sul tuo capo. E solo del vento il rauco ululato avvertirai come nei tempi andati. Leverai l’ombra dalle spalle stanche spegnendo la candela prima di coricarti giacché sono più giorni che candele quello che ci promette il calendario.

Cos’è questa? Tristezza? Chissà, forse. Un motivo che conosci a memoria. Che sempre si ripete. E sia. Che continui così. E risuoni anche nell’ora estrema, come la gratitudine degli occhi e delle labbra per ciò che qualche volta ci costringe a guardare lontano.

E fissando in silenzio il soffitto, perché visibilmente la calza resta vuota, capirai che tanta avarizia è solo indizio del diventare vecchio. È tardi ormai per credere ai prodigi. E sollevando lo sguardo al firmamento scoprirai sul momento che proprio tu sei un dono sincero.

Da Poesie di Natale (Adelphi, 2004), trad. it. A. Raffetto

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