GIORNO PER GIORNO 10 febbraio
- Andrea Colombu
- 1 mar 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Cronologia di storie della Beat Generation, della Controcultura e altro ancora.
10 febbraio 1967.
Psychedelic bananas: Country Joe and the Fish si esibiscono in due concerti nella stessa giornata in due località diverse. In viaggio nasce una delle leggende metropolitane tra le più dure a morire.

Country Joe McDonald e la sua band, che si vantavano di nuotare nel Movimento della Controcultura come pesci nel mare,nell’autunno precedente avevano ottenuto un contratto con l’etichetta Vanguard e ora dall’inizio del mese sono in sala di incisione per il loro primo album LP. Molto lontani dalla casa madre, possono registrare con molta rilassatezza senza curarsi troppo di possibili censure ai loro testi antisistema o condizionamenti della Vanguard. Due anni prima era uscito il loro EP che conteneva la prima versione del loro brano più famoso, I-Feel-Like-I’m-Fixin’-to-Die Rag, inno generazionale di ribellione contro la guerra che aprirà il festival di Woodstock nel 1969. Ora sono continuamente sul palco dove possono esprimere meglio la loro attitudine musicale. Il 10 febbraio hanno un concerto di un’ora previsto con inizio alle 18 al Governors Hall, California State Fairgrounds, Sacramento e successivamente alle 21 all’ Alcatraz a Berkeley, 125 chilometri di distanza. Lì si esibiranno assieme ai Big Brother and Holding company,la band di Janis Joplin, un’accoppiata estremamente psichedelica. Viaggiare in pullmino è per loro una cosa abituale e sicuramente anche il momento migliore per far nascere le storie.

Nello stesso periodo esce un 45 giri del cantautore Donovan, passato da ballate folk a brani più tendenzialmente psichedelici, che gli garantiranno un successo planetario. Il disco in questione contiene Mellow yellow, dal testo allusivo verso sostanze che dilatano la percezione” Born-a high forever to fly/A-wind-a velocity nil/Born-a high forever to fly/If you want, your cup I will fill/They call me mellow yellow /So mellow yellow/Electrical banana/Is gonna be a sudden craze/Electrical banana/Is bound to be the very next phase”.

In una nota successiva, sul retro di una raccolta che contiene il brano, Donovan spiega di essersi ispirato a una storia messa in giro nel 1966 proprio dalla band di Country Joe secondo cui sbucciando le banane e facendo essiccare il bianco della buccia si otteneva una sostanza dagli effetti più potenti della cannabis. Solo pensare di poter avere a disposizione una sostanza non solo legale ma anche di facilissima reperibilità e di modico prezzo non poteva che alimentare la circolazione della voce. La storia è attribuita al più buffonesco elemento dei Fish,il nuovo batterista Gary“chicken” Hirsh, subentrato a Paul Armstrong quando questi, prima della registrazione dell’album lasciò il gruppo per completare un servizio alternativo di due anni come obiettore di coscienza alla leva. Per questo motivo i ricercatori di aneddoti sono sicuri che la bufala circolasse da prima ad opera di anonimi ,mentre più spesso, anche in uno dei siti vicini alla band altri gli danno una data certa per il 4 aprile 1967, sempre attribuendola a un convinto Gary Hirsh. Esiste anche un’altra versione che situa la storia durante il viaggio per Vancouver il 16/17 dello stesso mese.
Ma forse la cosa più interessante è capire il perché di una lunga circolazione della balla, la sua diffusione planetaria, sicuramente veicolata dal successo del disco di Donovan, tanto che un articolo del San Francisco Chonicles che titola: “Nuova mania hippie: banane psichedeliche”. ma soprattutto come la notizia abbia prodotto autentico panico presso la multinazionale dello sfruttamento United Fruit, nella prospettiva di vedersi sottoposta alle leggi antidroga, e come e perché persino l’Ufficio federale per le droghe degli Stati Uniti sia stato costretto a studiare gli effetti della buccia di banana prima di concludere che si trattava di una balla ben riuscita. Ben studiata! Roba che solo i Dada avrebbero altrimenti potuto inventare…

10 febbraio 1965
Da Praga a San Francisco: assalti poetici dissidenti

Dall’apertura della libreria e poi della casa editrice City Light, Lawrence Ferlinghetti aveva chiarito i termini del suo impegno, perché la poesia contemporanea fosse accessibile in particolare agli strati della popolazione normalmente più esclusa dalla circolazione culturale, perché le classi popolari potessero appropriarsene. Le edizioni dovevano avere non solo un prezzo accessibile ma dovevano presentare quella poesia nuova capace di risvegliare interesse, perché antagonista e lontana dal potere, dalle consuetudini, una poesia che non fosse scritta per gli intellettuali, che non curasse solo la bellezza del verso. Pensava a una poesia che attraversasse i continenti e superasse i blocchi contrapposti della Guerra Fredda tra USA e URSS.
Dagli inizi degli anni ’60 anche in Unione Sovietica e negli stati dell’Est dopo il processo di destalinizzazione, pareva che fermenti culturali potessero esprimersi più liberamente provando a sfidare la censura e il controllo politico. Da anni Ferlinghetti lavorava per la pubblicazione di giovani poeti tedeschi che potesse comprendere anche quelli della Germania Orientale, e cercava contatti con giovani poeti russi dissidenti.
A Praga sono giorni di impegno del mondo studentesco per organizzare la festa più amata dell’anno, král majáles, la festa del Re di Maggio, ritornata ad essere celebrata con cortei e concerti per una settimana. Come prima della sua sospensione, veniva eletto un re, portato in corteo in una sorta di festa orgiastica e di eccitazione alcolica popolare, con partenza da piazza Venceslao sino al parco della Stromovka.
La poesia dei Beat ha preso a circolare, viene letta e spesso imitata. Gli studenti lavorano per avere un ospite d’eccezione: Allen Ginsberg, atteso in Europa per una serie di reading.

Le autorità da alcuni anni hanno iniziato a tollerare quella parte di intellettuali che solo qualche anno prima sarebbero stati censurati o imprigionati. Sono popolari e circolano gli scritti di Milan Kundera, feroce contro l’isolazionismo culturale e lo stalinismo, Bohumil Hrabal e Ladislav Fuks con il loro humor nero, la scrittrice Vera Linhartová e il drammaturgo Vaclav Havel, ma ancora nessuno può prevedere quanto possa diventare contagiosa e dirompente l’influenza della cultura Beat che l’arrivo di Ginsberg e i rapporti con la City Lights renderanno possibili.
In quei giorni di febbraio due giovani cechi scrivono una lettera a Ferlinghetti che ne rimarrà affascinato. Luboš Kostroň e Dušan Vesely scrivono: “Sappiamo molti di te e dei tuoi angeli folli. Poiché i nostri sentimenti e le nostre idee sono simili a quelle dei tuoi amici / Kerouac, Ginsberg, Corso, ecc. / Dovremmo essere molto felici di essere in contatto con alcuni di loro … ci siamo sforzati di corrispondere con i giovani americani, ma non abbiamo ancora la fortuna…” I due adolescenti descrivono poi la situazione in Cecoslovacchia,i fermenti culturali, gli incontri tra giovani con gli stessi interessi per il jazz e la musica americana, per la poesia. Il loro interesse recentemente era stato catalizzato dalla lettura di Starting from San Francisco pubblicato da New Direction nel 1961. In quella raccolta, la poesia Underwear metteva umoristicamente inrelazione le costrizioni della biancheria intima con quelle del totalitarismo.
Underwear controls everything in the end /Take foundation garments for instance /They are really fascist forms/of underground government / making people believe / something but the truth/ telling you what you can or can’t do.
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