GIORNO PER GIORNO 29 gennaio
- Andrea Colombu
- 1 mar 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Cronologia di storie della Beat Generation, della Controcultura e altro ancora.
29 gennaio 1848

Esce sul giornale New York Evening Mirror la poesia di Edgar Allan Poe Il Corvo
dalla traduzione di Antonio Bruno
V Scrutando in quella profonda oscurità, rimasi a lungo, stupito impaurito sospettoso, sognando sogni, che nessun mortale mai ha osato sognare; ma il silenzio rimase intatto, e l’oscurità non diede nessun segno di vita;e l’unica parola detta colà fu la sussurrata parola «Eleonora!» Soltanto questo, e nulla più.
VI. Ritornando nella camera, con tutta la mia anima in fiamme; ben presto udii di nuovo battere, un poco più forte di prima. «Certamente – dissi – certamente è qualche cosa al graticcio della mia finestra.» Io debbo vedere, perciò, cosa sia, e esplorare questo mistero.È certo il vento, e nulla più.
VII. Quindi io spalancai l’imposta; e con molta civetteria, agitando le ali, si avanzò un maestoso corvo dei santi giorni d’altri tempi; egli non fece la menoma riverenza; non esitò, nè ristette un istante ma con aria di Lord o di Lady, si appollaiò sulla porta della mia camera, s’appollaiò, e s’installò – e nulla più.
VIII. Allora, quest’uccello d’ebano, inducendo la mia triste fantasia a sorridere, con la grave e severa dignità del suo aspetto: «Sebbene il tuo ciuffo sia tagliato e raso – io dissi – tu non sei certo un vile, orrido, torvo e antico corvo errante lontano dalle spiagge della Notte dimmi qual è il tuo nome signorile sulle spiagge avernali della Notte!» Disse il corvo: «Mai più». (1)
(1) In inglese è «no more» che ha molto del gracchiare del corvo.
IX. Mi meravigliai molto udendo parlare sì chiaramente questo sgraziato uccello, sebbene la sua risposta fosse poco sensata – fosse poco a proposito; poichè non possiamo fare a meno d’ammettere, che nessuna vivente creatura umana, mai, finora, fu beata dalla visione d’un uccello sulla porta della sua camera, con un nome siffatto: «Mai più».
29 gennaio 1963
Muore a Boston all’età di 89 anni il poeta Robert Frost. Nato a San Francisco il 26 Marzo 1874, la sua poesia naturalistica , il suo concetto di vita come parte dl segreto che ogni cosa esistente porta con sé e accomuna le parsone alla terra, ai suoi frutti e agli altri animali lo rendono parte di quel pensiero pragmatico che accomuna Waldo Emerson sino a Thoreau. Considerato ispiratore e amato dai poeti della Beat Generation, in particolare da Jack Kerouac e Gary Snyder, alcuni suoi versi sono così famosi da averne oscurato il ricordo del suo autore:
“Che appigli ha il sogno se come uno spettro/ passando tra i covoni affastellati,/ da solo entro nel campo di stoppie/ dove son morte le voci dei braccianti,/ e nell’antifona dell’imbrunire/ e salir della luna piena, siedo/ sul lato di luna piena del primo/ covone e mi perdo tra i miei simili”
“Amo Thoreau. In quell’unico libro, Walden, egli supera tutto ciò che abbiamo avuto in America. L’hai scoperto da solo, senza che te lo indicassi; come io l’ho scovato senza il tuo consiglio. Non è bella una simile complicità? Non chiedermi altro, è l’unico ‘stare insieme’ che sopporto”, scrive in una lettera a un giovane poeta, raccolta, in The Letters of Robert Frost.Volume II: 1920-1928
Fuoco e ghiaccio
C’è chi dice che il mondo finirà bruciato, E chi dice che finirà nel ghiacciare. Per quanto in vita ho desiderato Direi anch’io che sarà bruciato. Ma se due volte dovesse finire, Conosco abbastanza il rancore Per poter anche dire Che al fuoco il ghiaccio non è inferiore, E per distruggere il mondo può bastare. (traduzione di Paolo Statuti)
Niente che sia d’oro dura
In Natura il primo verde è dorato, e subito svanisce. Il primo germoglio è un fiore che dura solo un’ora. Poi a foglia segue foglia. Come l’Eden affondò nel dolore Così oggi affonda l’Aurora. Niente che sia d’oro dura.
Conoscenza della notte
Sono stato uno in confidenza con la notte. Sono uscito sotto la pioggia – e sotto la pioggia son rientrato. Ho camminato oltre le più lontane luci della città.
Ho guardato in fondo al vicolo più triste. Ho incrociato il guardiano di ronda E ho abbassato lo sguardo, senza voler spiegare.
Sono rimasto in piedi, immobile, fermando il suono dei passi Quando da lontano un grido interrotto Giungeva dalle case di un’altra via,
Ma non per chiamarmi indietro o dire addio; E più lontano ancora, ad un’altezza ultraterrena, Un orologio splendente contro il cielo
Annunciava che l’ora non era giusta né sbagliata. Sono stato uno in confidenza con la notte.
29 gennaio 1965
All’Università del Michigan, i professori organizzano una protesta contro la guerra del Vietnam, alla quale prendono parte 2.500 partecipanti. Questo esempio si ripeterà in altre 35 sedi in tutto il paese, la protesta monta ovunque in parallelo con l’escalation dell’aggressione militare americana e i continui nuovi arruolamenti. Nel 1962, quindi prima ancora delle mobilitazioni californiane a Berckley, proprio in Michigan, a Port Huron, l’SDS (Studenti per una Società Democratica) scostandosi da vecchie organizzazioni come la SLID (Lega Studentesca per una Democrazia Industriale), che dal 1921 aveva raggruppato vari settori di socialisti e progressisti nelle università del paese, si riunì pubblicando una dichiarazione in cui si affermava il bisogno di una ricerca di una “democrazia partecipativa e diretta”, dei cittadini che potesse coinvolgere tutti gli aspetti della società. Ispirata agli scritti di Herbert Marcuse e Wright Mills, la dichiarazione divenne una sorta di manifesto per i movimenti della nascente opposizione sociale e culturale.
Commenti