GIORNO PER GIORNO 6 gennaio
- Andrea Colombu
- 1 mar 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Cronologia di storie della Beat Generation, della Controcultura e altro ancora
6 gennaio 1883

Bsharre 6 gennaio 1883 nasce Khalil Gibran, il poeta libanese emigrato in America, divenuto negli anni ’60 e nel decennio successivo un compagno spirituale di generazioni intere
“Come la foglia non ingiallisce senza la muta complicità di tutta la pianta, così il malvagio non potrà nuocere senza il tacito consenso di tutti voi. Voi non potete separare il giusto dall’ingiusto e il buono dal cattivo; perché stanno mescolati insieme al cospetto del sole, come insieme sono tessuti il filo bianco e il filo nero. E, se il filo nero si spezza, il tessitore dovrà esaminare la tela da cima a fondo e proverà di nuovo il suo telaio.”
“Del bene in voi io posso parlare, ma non del male. Perché cos’è il male se non un bene torturato dalla propria fame e dalla propria sete?”
6 gennaio 1947
Nasce Syd Barrett, genio musicale, principe psichedelico, artista totale. A lui si devono i due singoli Arnold Layne e See Emily Play che anticipano l’uscita del primo bellissimo album dei Pink Floyd nel ’67, The Piper At The Gates Of Dawn (che include Interstellar Overdrive e Astronomy Domine), e due album solisti The Madcap Laughs del 1969, inciso con la collaborazione di vari musicisti tra cui i membri dei Soft Machine Robert Wyatt, Mike Ratledge e Hugh Hopper e dei vecchi compagni di strada Roger Waters e David Gilmour e il secondo Barrett registrato in febbraio e pubblicato nel novembre del 1970, lo stesso anno in cui si presentò dopo tanto tempo in pubblico per un concerto, il primo e ultimo che durò solo per l’esecuzione di quattro brani.
“Credo che i testi, nelle canzoni, siano molto importanti, e credo anche molto nell’opportunità che il testo della canzone sia sfumato, articolato, favolistico, e si presti insomma a più significati – ma d’altra parte mi piacciono anche le canzoni semplici e immediate…”
6 gennaio 1982
Muore Albert Meyster a Kyoto (Giappone), sociologo libertario, autore di numerosi libri sull’autogestione e l’associazionismo e fondatore della rivista internazionale “Community development”, partecipa con Jacques Vallet nel 1977 alla creazione della rassegna d’arte e umorismo “Le Fou parle”.
“(…) se pensi che il Sistema non possa essere modificato, ma che debba essere completamente trasformato, se pensi, ad esempio, che il problema non sia lavorare meno ma lavorare con piacere e per piacere e quando ne hai voglia, non di possedere cose ma di poterle usare se ne hai voglia, non per guadagnare di più ma per dimenticare la nozione stessa di guadagno e denaro, non per fondare e possedere un famiglia ma amare… se pensi a tali orrori non hai altra possibilità che assumere il punto di vista opposto di ciò che è implicito dal Sistema: amare invece di odiare, dare invece di prendere, scrivere con errori invece di rispettare l’ortografia, adottare invece di procreare, camminare invece di circolare, non votare invece di cadere nella trappola di votare contro, non avere e quindi non avere nulla da dichiarare invece di dichiarare troppo poco, non guardare la tv invece di dichiararla cattiva, non credere invece del cibo r del prete, … ” ecc. (Estratto dalla “cosiddetta utopia del centro Beaubourg” e dalla rivista “le Fou Parle” n° 20)
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