GIORNO PER GIORNO 2 febbraio
- Andrea Colombu
- 1 mar 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Cronologia di storie della Beat Generation, della Controcultura e altro ancora.
2 febbraio 1968

E’ la seconda data prevista per i Soft Machine nel lungo tour di accompagnamento di Jimi Hendrix e gli Experience. La band di Canterbury composta da Robert Wyatt, Kevin Ayers e Mike Ratledge è partita il 30 gennaio per San Francisco (con scalo a New York) insieme al Sensual Laboratory di Mark Boyle e a Hugh Hopper in veste di road manager per un lungo e faticoso tour di nove settimane tra Stati Uniti e Canada, di spalla ai Jimi Hendrix Experience e altre band. Mike Jefferies aveva fissato una serie di date in abbinata ma aveva anche procurato ai Soft Machine qualche concerto al di fuori dell’itinerario con Hendrix. Un’occasione quasi non ipotizzabile solo qualche mese prima per la giovane band inglese. Il 2 febbraio devono aprire la serata, che oltre a Hendrix annovera i Bluesbreakers di John Mayall e Albert King. Il loro nome non è menzionato in locandina e la loro fama era allora legata a un pugno di concerti e ad un solo singolo inciso un anno prima. La separazione dal loro compagno australiano e futuro animatore dei Gong Daevid Allen, respinto alla frontiera inglese in estate dopo un tour europeo, aveva in parte reindirizzato le prospettive musicali del gruppo. Il 22 dicembre, presenti con un proprio set a un concerto natalizio di Londra, che oltre alla band di Hendrix aveva visto alternarsi sul palco dopo di loro, i Pink Floyd, gli Animals e gli Who, riuscirono a convincere il proprio manager a includerli in un tour americano di 82 date. Ma la sera al Fillmore, il locale che da anni ospitava la scena più creativa di San Francisco, qualcosa andò storto. Non sul palco, ma fuori con il manager del locale, Bill Graham, autentica leggenda locale. Robert Wyatt, non si sa per quale ragione, lo prese a male parole tanto che le altre due esibizioni previste della band vennero annullate. In un’intervista rilasciata da Hugh Hopper quell’anno al Melody Maker disse a proposito dell’episodio: “Per me, il tour si è concluso al primo concerto,la terza notte. Il batterista dei Soft Machine (Robert Wyatt) ha obiettato al modo in cui Bill Graham gestiva la sua Fillmore Ballroom come un’operazione militare e lo ha definito un fascista. Non ha proprio avuto tatto, ci è stato detto, poiché alcuni membri della famiglia di Graham erano morti ad Auschwitz. Eravamo pronti ad aspettare una nuova occasione nella prossima città, Phoenix, mentre la lite veniva appianata (…) Il miracolo, nel tour del ’68 con Jimi Hendrix, non fu che lui suonasse musica meravigliosa in tutti gli Stati Uniti e divenisse una leggenda nel giro di due mesi ma il fatto stesso che si riuscisse a portare a termine ogni concerto” e aggiungerà Robert Wyatt: “Non dimentichiamo che stiamo parlando di un periodo di ubriachezza totale e ininterrotta”.

Jimi Hendrix & Soft Machine – Il Tour
Foto di gruppo della fine ’67. Sopra la Jimi Hendrix Experience, sotto Kevin Ayers col basco, Robert Wyatt e Mike Ratledge (concerto del 22 dicembre all’Olympia di Londra “Christmas on Earth Continued”
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