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GIORNO PER GIORNO 7 aprile - Est/Ovest dissidenze poetiche

7 aprile 1966

 

Poesia dissidente e dell’est e controcultura occidentale: al Fillmore Auditorium, di San Francisco, CA Lawrence Ferlinghetti con Andrei Voznesensky di ritorno da un tour europeo, parlano di dissidenza in una serata che prevede anche la presenza degli immancabili Jefferson airplane e Quicksilver Messenger Service.



“Sono andato in Europa su invito del Berlin Litterarische Colloquium.” racconta Lawrence Ferlinghetti “ È così che ho ottenuto un viaggio gratuito e ritorno. Sono andato in Russia da Berlino da solo, non invitato dallo Stato. Ma a Berlino ero in programma con Andrei Voznesensky - l'hanno fatto uscire per un giorno a Berlino Est e lui è venuto - e c'era un pubblico enorme. È stato scritto su tutti i giornali tedeschi, e non ho notato una parola sul Chronicle o sull'Examiner, il che è tipico. Questo mostra una delle vere ragioni del successo del BARB e del S.F.Oracle e di altri giornali underground: l'enorme massa di notizie che i giornali regolari ignorano o non coprono mai su ciò che sta accadendo nella controcultura in questo paese o in tutto il mondo” Al ritorno dal suo giro europeo che ha toccato anche l’Est oltre la cosiddetta “cortina di ferro”, Ferlinghetti inizia con una stoccata ai giornali ufficiali più diffusi a San Francisco. Parlando col i giornalisti dei fogli underground locali, come il Berkeley Barb, in colloqui con amici,nelle lettere, il poeta editore cerca di raccontare l’esperienza a contatto di una realtà sconosciuta come quella giovanile e quella cultura dell’Est e soprattutto l’incontro con Andrei Voznesensky che ha avuto la possibilità di uscire dai confini russi.


All’inizio dell’anno Ferlinghetti aveva avuto finalmente la possibilità di conoscere direttamente la realtà dell’Est. Per anni aveva avuto contatti epistolari non solo con poeti e scrittori di quell’area, ma anche giovani, studenti e appassionati di poesia. Nel 1965 a Praga Allen Ginsberg era stato eletto Re di Maggio e portato in giro in corteo da una massa esultante di studenti, prima di essere espulso dal governo e riflettendo sulla crescita generale di un sentimento dissidente, il poeta aveva detto al New York Times: "La gente mi chiedeva cosa ne pensassi, così dissi loro. Ho parlato dei valori più grandi, del senso di nuova coscienza che sembra attraversare i giovani di tutti i paesi: la rivoluzione sessuale, l'ampliamento delle aree di coscienza, [e] l'orrore dell'ideologia" .


Ferlinghetti era stato invitato a Berlino al Colloquium Literarisches, una sorta di spazio libero, aperto, fuori dalle influenze governative. Si aspettava l’arrivo di poeti e amici dalla Russia, molti avrebbero voluto sentire parlare Ferlinghetti, lo scrittore che si era mobilitato contro il riarmo atomico, che sfidava la censura e affrontava la prigione per ciò in cui credeva. La Guerra Fredda tra le due superpotenze, Usa e Unione Sovietica rendeva sempre tesa la situazione internazionale e gli americani stavano intensificando i bombardamenti in Vietnam che continuava a resistere al fuoco e alla distruzione del Napalm. Ma, miracolo, arriva dalla Russia il poeta Andrei Voznesensky legge alcuni suoi componimenti, la scena e l’attenzione sembra concentrarsi su di lui e Ferlinghetti. I numerosi poeti tedeschi leggono anche le poesie di quelli che non sono riusciti ad arrivare. Ferlinghetti legge un esplicito poema contro la guerra: “Chiedi a un fiore cosa fa/per spingersi oltre i sensi/Le nostre cellule odiano il metallo./La marea cambia/Spariamo dei buchi nei pantaloni delle nuvole/e il napalm brucia i fianchi delle colline/salta un ponte/si stringe sotto una capanna dì erba di corpi carbonizzati(…)/Un albero fiorisce rosso, non può scappare”.


Sul palco, tra le persone presenti non ci sono muri e così ci si organizza per un’incursione a Mosca con un visto turistico. Ma c’è lo spazio per un’abituale burla di Ferlinghetti e dell’amico Heiner Bastian studente tedesco, conosciuto a San Francisco: ogni volta che viene invitato in un hotel confonde e sposta le scarpe che vengono lasciate fuori dalla porta dagli ospiti, così da stimolare di primo mattino un salutare gioco collettivo. “Se lo faremo anche al Metropole di Mosca, sarà un vero test di comunismo- le persone che si svegliano al mattino, se sono veri comunisti, e non revisionisti, indossare le scarpe che trovano davanti alla loro porta e uscire felici e intercambiabili. Distruzione dei sistemi capitalista e comunista attraverso il grande scambio delle scarpe alle tre del mattino in ogni albergo”


A Mosca c’è gelo, ovviamente nessuno parla inglese e anche se ci si è liberi di spostarsi e nessuno che controlli il gruppo dei poeti a Lawrence rimane l’idea che della Russia si era fatto leggendo i Classici dell’Ottocento: “Beh, per quanto riguarda un reale impressione di Mosca, e non solo della superficie politica, è come se la vita fosse ancora nobile e tragica in Russia. Quando arrivi a Mosca in inverno, specialmente di notte, entri su questi grandi, lunghi viali nella neve, questi enormi edifici, e vedi le folle di persone russe come le persone oscure di Gogol, tutte ancora lì. Voglio dire, ci sono queste masse scure che si stagliano contro la neve sotto i lampioni, proprio come 200 anni fa. È ancora una scena tragica, come una scena notturna di Gogol”


Sempre in compagnia di Andrei Voznesensky, incontra i traduttori russi degli autori della City Lights, altri scrittori e tutti vogliono sapere e fare domande. La politica, gli scrittori, i poeti che ama. Poi gli chiedono di Steinbeck. Non ignorano che il vecchio grande scrittore da tempo è diventato un sostenitore della guerra in Vietnam. "Come può Steinbeck scrivere quello che sta scrivendo ora dal Vietnam dopo aver scritto" The Grapes of Wrath "?" . “Ho detto che è stato 30 o 40 anni fa e quell'uva è diventata acida. Oppure è diventato molto grasso mangiando quell'uva”.


Ferlinghetti si rende conto che i movimenti sociali, la richiesta di cambiamento, la nuova ventata di attivismo e desiderio di libertà che attraversa il mondo intero, preoccupa allo stesso modo i governi occidentali e quelli orientali e che se si inizia a parlare di “distensione” tra i due blocchi di potere e perché i vari governi sembrano doversi concentrare maggiormente sul “pericolo interno” costituito da questi movimenti che potrebbero destabilizzare la propria capacità di controllo. Contemporaneamente anche le maglie della censura si sono allargate. I poeti russi non attaccano mai direttamente il potere ma fanno capire la loro avversità verso l’establishment. Gli scrittori osteggiati un tempo sono ristampati. Majakovskji è dappertutto. Nelle opere teatrali si ride di Stalin. Ma niente più. Ora l’obiettivo per Ferlinghetti è riuscire a portare in America un poeta russo, magari proprio Andrei Voznesensky, con cui sta stabilendo un rapporto umano ed editoriale.


La seconda cosa da fare è cercare di avere un’idea più chiara dei luoghi e delle persone. Niente di meglio che lasciare Mosca e viaggiare, attraversare la Siberia, sei giorni e sei notti sino all’estrema punta, la città di Khabarowsk, una pianura bianca dove “il sole è un nichelino che scompare nel vasto cielo invernale”


“Dal Baltico al Mar del Giappone, la terra che unisce Oriente ed Europa è ricoperta da enormi farfalle bianche ghiacciate - schmetterling ala a ala sopra le pianure e la tundra, ammucchiati come cumuli di neve sulle montagne, svolazzanti sotto le betulle o l'eterna taiga, che cadono attraverso passi alti, queste farfalle bianche ghiacciate come la stessa Grande Notte Russa Bianca, che premono dappertutto dall'Artico, umani mongoli che alzano teste rotonde fuori da esso e sorreggono piccole bandiere gialle sbiadite della ferrovia nelle stazioni abbandonate ... Viene aggiunta una bandiera rossa diciassette anni dopo l'inizio del nostro secolo ....”. Poi il viaggio al contrario perché dopo tentativi e settimane di permanenza non ci si può imbarcare verso il Giappone. Nove ore di aereo verso Mosca e poi di nuovo a casa.


Ferlinghetti nelle città russe attraversate ha visto donne e uomini indaffarati, poca festa, anche musicisti e persone nelle sale da ballo gli erano sembrati rigidi, ingolfati in troppi abiti per combattere il freddo, ma comunque propensi ad aprirsi con gli estranei e cordiali, grandi bevitori.


Adesso che tutto è pronto, nella sua città, a San Francisco, al Fillmore, pensa al reading in compagnia di Andrei Voznesensky: cosa penserà del locale, dei giochi di luci psichedeliche, delle proiezioni e del Buddha danzante, dei vestiti e dei balli scatenati di ragazze e ragazzi quando si esibiranno i Jefferson Airplane?


Voznesensky, pubblicato dalla City Lights, tornerà più e più volte per reading in varie parti degli Usa e in Messico per dividere il palco con Ginsberg, Corso, Ferlinghetti e gli altri poeti della Beat Generation, ma la sera del 7 aprile del 1967 non rimase impressionato di nulla, chiese solo, se fosse stato possibile, mentre leggeva le sue poesie, tradotte e rilette sul momento dallo stesso Ferlinghetti, che gli si potesse togliere quel Buddha danzante alle spalle.






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