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GIORNO PER GIORNO 6 maggio - I poster di Wes Wilson

6 maggio 1966

Wes Wilson apre l’era dell’arte psichedelica.



6-7 maggio 1966, due concerti in contemporanea a San Francisco con poster di Wes Wilson, creatore della grafica psichedelica. Poteva capitare in quel periodo che si svolgessero negli stessi fine settimana due concerti di grande appeal in contemporanea in locali concorrenti e che i manifesti pubblicitari fossero realizzati dalla stessa persona.


"Era un periodo di illuminazione. Negli anni '60, pensavamo all'utopia come a qualcosa che stava davvero per accadere (Wes Wilson).


San Francisco, Haight-Ashbury metà anni Sessanta, tutto è in movimento, tutto è contagiosamente innovativo e comunitario, ogni cosa moltiplica il significato del suo essere e si espande. La musica, la gioia, il teatro di strada, il fumo, la poesia, la cultura, la spiritualità. E’ un’esplosione di vitalità e appare come un inarrestabile movimento.


La musica costituiva la colonna sonora di questo movimento, la si poteva ascoltare gratis alle manifestazioni e alle iniziative del gruppo più organizzato della vita alternativa, i Diggers. Oppure per un dollaro e mezzo o due si poteva andare a ballare in alcuni locali e ascoltare due o tre band suonare di seguito. In un caso e nell’altro le band erano le stesse, Jefferson Airplane, Great Society con Grace Slick, Big Brother and Holding Company a cui si aggiungerà Janis Joplin, Grateful Dead, Quicksilver Messengers Service, Charlatans e le decine di altri gruppi che andavano formandosi o che erano attratti dalla nuova scena della Bay Area.



In questo flusso di energie creative si immette l’apporto dei grafici, tutti interni a questo movimento e capaci di ampliarlo, interpretandone il senso e inventando una nuova forma di comunicazione diretta. I Diggers avevano in funzione attiva a tutte le ore e in ogni circostanza, una redazione e dei grafici,dotati di un ciclostile per commentare in diretta quel che accadeva o per pubblicizzare quello che sarebbe accaduto. Ogni scritto ha la sua illustrazione e spesso una particolare grafica. Nascono delle riviste underground piene di trovate e soluzioni grafiche innovative.


La logica del “Fai da te” della cultura underground era l’esatto opposto della cultura industriale omologata. Gli artisti commerciali, che lavoravano su commissioni prese dalle agenzie pubblicitarie avevano generalmente un prodotto, liscio, semplice, squadrato, lineare, facilmente leggibile. Il bersaglio della pubblicità, il possibile fruitore del prodotto pubblicitario, doveva essere immediatamente colto dal messaggio, anche con un solo sguardo distratto.


Gli artisti della controcultura ragionavano in senso opposto.


Wes Wilson era uno che sapeva disegnare, autodidatta, aveva un mucchio di intuizioni. Così racconta: “Vivevo in questo luogo artistico chiamato Wentley Hotel on Polk and Sutter a San Francisco. Anche un mio amico artista di nome Kent Chapman viveva lì. Qualsiasi artista che avesse anche poco denaro poteva permettersi una stanza lì”. L’alloggio costava meno di un dollaro al giorno e si facevano incontri interessanti. Per un periodo ci aveva abitato anche Allen Ginsberg e altri poeti che negli anni Cinquanta avevano diffuso la pratica dei reading e degli incontri culturali. Cultura e spiritualità, poeti e buddisti, disegnatori e musicisti. Wilson in quel periodo conosce Bob Carr, che cerca proprio un disegnatore e un tipografo. Lavora per una compagnia di assicurazione ma l’idea è quella di cambiare per star dietro alla crescente domanda di pubblicità che viene dai fermenti della città.


Wes Wilson, come tantissimi altri giovani è scioccato dal violento intervento americano in Vietnam che già nel 1965 mostrava i presupposti per un’escalation disastrosa. In quell’anno progetta e realizza il suo manifesto di opposizione alla guerra: E’ un attacco diretto alla politica guerrafondaia. La bandiera americana è stravolta. Sulle strisce bianche e rosse campeggia una svastica stellata e la scritta “Be aware. Sii consapevole”. Scioccante per quel periodo. Aveva mostrato il manifesto al giornalista Ivor Powell, della West Coast Litho, che gli aveva suggerito un’aggiunta, la frase Are We Next?- Siamo noi i prossimi?.


Il manifesto Are We Next?,con questa modifica, circola, viene venduto nelle librerie e nei negozi underground. Sta diffondendosi la cultura della poster art e i ragazzi vogliono appiccicarsi in casa i manifesti che rappresentino le loro idee e il desiderio di cambiamento. I manifestini e le locandine dei concerti diventano oggetti d’arredamento nelle stanze degli studenti e nei locali occupati dagli Hipster. Il poster di Wes Wilson ha un impatto dirompente nell’ambiente artistico e della controcultura, che aveva preso a frequentare con sua moglie, Eva, figlia di uno dei dieci sceneggiatori di Hollywood finiti nella lista nera durante la caccia alle streghe del maccartismo degli anni Cinquanta. “Parlavamo di arte, di cosa dovrebbe essere e di cosa è", ricorda Eva. "E 'stato un periodo molto creativo. C'erano musicisti, balli. E' stato un periodo emozionante. Come il Rinascimento." Come scrive lo storico Eric King, attivista nel periodo e poi autore di una guida all’arte grafica di quegli anni : "Questi manifesti sono stati al centro di un grande sconvolgimento sociale”.


Wes Wilson disegna il manifestino del Trips fest del febbraio 1966 per Ken Kesey e i suoi Merry Pranksters Lo notano due impresari e organizzatori di concerti, un tempo soci, Chet Helms dell’ Avalon Ballroom e Bill Graham del Fillmore, i locali più frequentati della città. Chet Helms era un hippy, che aveva aggregato dal primo momento una buona parte della nuova cultura che aveva chiamato Family Dog. Bill Graham era un impresario con grande fiuto per gli affari. Wilson accetta lavori da entrambi, spesso commissionati con pochissimo tempo di preavviso, giusto per cogliere il tempo della disponibilità delle band. Capitava di dover lavorare anche di notte, facendosi aiutare dalla moglie per soli 60 dollari, per bozzetto, realizzazione e stampa. E’ un lavoro che però gli consente molta libertà di sperimentazione. Tutto viene disegnato a mano, scompaiono i vuoti, le lettere si dilatano, diventano fluide e paiono in movimento, riflettono quello che lo spettacolo promette, luci e musica ipnotiche e coinvolgenti, allargamento delle sensazioni.


"Ero abbastanza fuori per essere un artista", ha detto a The News-Leader, "ma non abbastanza per andare oltre il limite"


All’inizio i due impresari sembravano perplessi per quelle realizzazioni. "Be ', è carino, ma non posso leggerlo", si dice che abbia osservato Bill Graham."", gli aveva risposto Wes Wilson, "ed è per questo che la gente si fermerà a guardarlo.”


Wilson, man mano che procedeva con l’esplorazione delle possibilità della sua grafica, riusciva ad includere la rivisitazione dell’Art Nouveau , il gotico, le pitture dei nativi americani, gli artisti della Jugendstil, la secessione viennese. Studia soprattutto l’arte delle avanguardie che avevano prodotto poster per pubblicizzare eventi culturali e non, e soprattutto le figure femminili di Alphonse Mucha. Settimana dopo settimana Wes Wilson produce continue innovazioni, le sue opere ”non si leggono” ma si riconoscono, spesso vengono portati via dai pali e dai muri.


Per questo se ne stampano tirature notevoli e rivenduti a parte, spesso senza che neanche l’autore ne godesse economicamente secondo i contratti stipulati (il 6% sulle vendite). L’artista segue la scena del nuovo rock, si lega a tantissimi artisti e disegna per tutti, i Doors al primo concerto a San Francisco, Otis Redding nel momento il cui il Rhythm and Blues sfondava nella classifica di vendite, Andy Warhol e i Velvet Underground con lo spettacolo Inevitable Plastic Exploding e anche per i Beatles, per l’ultimo concerto pubblico nell’agosto 1966.


Nasce intorno ai locali una nuova schiera di illustratori che sviluppa le intuizioni e le realizzazioni di Wes Wilson. Bonnie MacLean, Alton Kelly e Stanley Mouse, Rick Griffin, Victor Moscoso sono i nuovi nomi che gli si affiancano e lo sostituiscono quando dopo, tra il 1966 e il 1967 interrompe la collaborazione sia con Chet Helms dell’Avalon Ballroom che con Bill Graham del Fillmore.


Wes Wilson, continuerà a lavorare ancora in campo pubblicitario e realizzerà ancora manifesti per le manifestazioni contro la guerra. Si ritirerà in campagna nei primi anni Settanta dedicando il suo tempo tra i campi, gli acquarelli e lo studio delle forme d’arte dei popoli nativi.


I suoi manifesti originali vengono battuti all’asta per cifre intorno ai 25.000 dollari. L’artista, deceduto nel gennaio del 2020, non ne aveva tenuto neanche uno.


Aldous Huxley, scrittore visionario e sperimentatore di sostanze, in Heaven and Hell, aveva dato un significato mistico al contenuto dell’arte psichedelica (l’arte che rende manifesta la mente) ritenuta simile agli “oggetti auto-luminosi che vediamo agli antipodi della mente”. Con l’arte di Wes Wilson siamo arrivati vicino a quei significati.


il sito di Wes Wilson: www.wes-wilson.com





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