top of page

GIORNO PER GIORNO 6 luglio - Mersey Beat, Mersey Sound

6 luglio 1961

 

A Liverpool anche il fiume ha il suo ritmo (e il suo giornale)


Esce il primo numero della rivista Mersey Beat per documentare la scena Rock di Liverpool. Per fortuita coincidenza, esattamente quattro anni prima, nello stesso giorno, sempre a Liverpool Paul Mc Cartney conosce John Lennon che con i suoi Quarrymen sta suonando in un locale parrocchiale in un concerto scolastico.


Non esiste musica se non viene documentata, non esiste un movimento giovanile se nessuno ne parla adeguatamente. Più o meno questo è il ragionamento che al principio degli anni Sessanta ha mosso due giovani di Liverpool a trovare i soldi necessari per pubblicare una rivista che si occupasse esclusivamente delle band musicali di Liverpool e di altre città della zona e dei fenomeni culturali e della moda che ne derivavano. Bill Harry era un compagno di scuola di John Lennon al Liverpool Art College e Virginia Sowry è la sua compagna sedicenne. Entrambi trovavano insopportabile che i giornali locali non avessero pagine dedicate alla scena musicale e che persino gli annunci a pagamento per pubblicizzare i concerti delle nuove band che si ispiravano al blues e al rock’n’roll americano finissero sotto la dicitura “jazz”.


Amici comuni, Stuart Sutcliffe, membro della prima formazione dei Beatles e John Ashcroft, oltre ai Beatles stessi avevano introdotto Bill e Virginia nell’ambiente musicale e li avevano portati a conoscere band come i membri di Rory Storm & The Hurricanes e Cass & The Cassanovas. In un articolo per il Daily Mail Bill Harris aveva azzardato con sicurezza un giudizio profetico: “Liverpool è come New Orleans all'inizio del secolo, ma con il rock 'n' roll invece del jazz”.


Ma non c’era proprio spazio per una continuità di articoli del genere e le redazioni dei giornali erano allora ben lontani da capire la portata storica di quanto stava accadendo intorno alle rive del fiume Mersey, quale e quanta musica si stesse provando, quanti musicisti avrebbe legato il proprio nome alla città, quanti sarebbero arrivati a suonare e quanti sarebbero stati costretti a parlarne nel giro di pochi anni.


Avevano trovato per iniziare un finanziamento di cinquanta sterline e Bill e Virginia assieme al fotografo Dick Mattews iniziarono a dedicarsi a tempo pieno al loro quindicinale che chiamarono Mersey Beat per raccontare cosa stesse per succedere, andando in controtendenza rispetto alle testate nazionali tipo Melody Maker e New Musical Express, che parlavano esclusivamente di hit da classifica, e successi consolidati. Novità, freschezza, ironia e non-sense sono le linee guida per il giornale che fa la sua prima apparizione il 6 luglio del 1961.


Il titolo, a sentire i creatori della testata ha anch’esso origine in una sorta di non-sense. Il beat non è quello del ritmo, non c’entra con la poetica della Beat Generation, ma con il giro che il poliziotto di zona deve battere a piedi, di ronda in un’area vasta che comprendeva la stessa area di cui si voleva raccontare come scena musicale e culturale come racconta Bill Harry: “Avendo deciso che avrei coperto l'intera regione del Merseyside – Liverpool, il Wirral, Southport, Crosby, St. Helens, Widnes, Warrington e così via – l'ho improvvisamente visualizzato come il ritmo di un poliziotto. Mi è venuta in mente l'immagine di un poliziotto che camminava intorno a una mappa dell'area circostante.”


La rivista deve raccontare e intervistare i musicisti che arrivano in città a suonare, far parlare le nuove band emergenti, deve essere ricco di fotografie, ma deve a vere anche notizie strane, annunci ironici, bizzarrie. Il primo numero viene stampato in cinque mila copia e grazie ad un accordo con distributori,negozi di abbigliamento, di dischi e di strumenti tutte le copie vanno esaurite in breve tempo.


Nel numero uno la copertina è dedicata a Gene Vincent, la voce più selvaggia del rock’n’ roll bianco americano seguito da un articolo alquanto bislacco commissionato a John Lennon poco prima della partenza dei Beatles per una nuova tappa ad Amburgo e consegnato al loro ritorno.


“Nel 1960, quando decisi di fondare i Mersey Beat e di fare un reportage sulla scena locale, incaricai John di scrivere una breve biografia della band.” Continua Bill Harry nel suo racconto, “Alcuni mesi dopo eravamo seduti nella Jacaranda quando me lo porse, poco prima che il gruppo partisse per il secondo viaggio ad Amburgo. È stato qualcosa di totalmente inaspettato. la sua pura stravaganza mi ha deliziato. Gli ho subito ordinato caffè e marmellata.”


L’articolo appare a pagina 2 della rivista col titolo Sulle dubbie origini dei Beatles, tradotte da John Lennon, proprio nel giorno in cui John e Paul si erano incontrati la prima volta in occasione del concerto scolastico dei Quarrymen e inizia più o meno così:


“C'erano una volta tre ragazzini di nome John, George e Paul, chiamati solo per nome .Hanno deciso di stare insieme perché erano il tipo a cui piaceva stare insieme. Quando erano insieme si chiedevano per cosa, dopo tutto, per cosa? Quindi all'improvviso hanno coltivato l’idea di suonare le chitarre e hanno creato un rumore.


Stranamente, nessuno era interessato, men che meno i tre ometti. Così-ooo quando hanno scoperto un quarto ometto ancora più piccolo chiamato Stuart Sutcliffe che girava intorno a loro hanno detto ‘Sonny prendi un basso e tutto sarà a posto e lo ha fatto - ma non andava bene perché non riusciva a suonarlo. Così si sedettero intorno a lui senza fretta, con comodità finché non riuscì a suonare. Ancora non c'era ritmo, e un vecchio gentile disse, citando 'Tu non hai tamburi!' Non avevamo la batteria! hanno gridato. Così una serie di tamburi iniziò ad andare e venire.


Improvvisamente, in Scozia, in tournée con Johnny Gentle, il gruppo (chiamato Beatles) scoprì di non avere un suono molto bello - perché non avevano amplificatori come invece li avevano le altre band. Molte persone chiedono cosa sono i Beatles? Perché i Beatles? Ugh, Beatles, come è arrivato il nome? Quindi te lo diremo. È venuto in una visione: un uomo è apparso su una torta fiammeggiante e ha detto loro "Da questo giorno in poi siete Beatles con una "A".Grazie, signore, dissero, ringraziandolo. E poi un uomo con la barba tagliata ha detto: andrai in Germania (Amburgo) e suonerai un potente rock per i contadini per soldi? E abbiamo detto che avremmo suonato qualsiasi cosa per soldi…”


La rivista in breve aumenta la tiratura e inizia ad allargare il proprio tiro, parlando anche della scena musicale di Manchester , Birmingham , Sheffield e Newcastle, arrivando a vendere settantacinquemila copie, man mano che la fama dei Beatles e di Liverpool cresce in tutto il Regno Unito e poi nel mondo.


Dice ancora Bill Harry: “I giornali, la televisione, i teatri e la radio erano tutti gestiti da persone di una generazione diversa che non avevano idea di cosa volessero i giovani. Per decenni li avevano manipolati e controllati. All'improvviso, c'era la consapevolezza di essere giovani, e i giovani volevano i propri stili e la propria musica, proprio nel momento in cui cominciavano a guadagnare denaro, che dava loro la possibilità di spendere. Mersey Beat era la loro voce, era per loro un giornale, pieno di foto e informazioni sui loro gruppi.”


Come ricorderà John Lennon, Liverpool era allora una città in crisi, con migliaia di giovani disoccupati o con lavori saltuari e precari. I giornali definirono la rivista Mersey Beat “La Bibbia dei giovani”. Il quotidiano Daily Worker, molto azzeccatamente definì il Mesey Sound “Il suono di 30.00 ragazzi che vivono col sussidio di disoccupazione”.

bottom of page