GIORNO PER GIORNO 18 gennaio
- Andrea Colombu
- 1 mar 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Cronologia di storie della Beat Generation, della Controcultura e altro ancora.
18 gennaio 1969

Esce sul Tempo un’intervista a Lawrence Felinghetti, arrivato in Italia a metà Dicembre 1968 in occasione del Premio Taormina per la traduzione italiana di Coney Island of the Mind, uscita per Guanda, con la premessa: “Il titolo di questo libro è tratto da Into the Night life (Nella vita della notte) di Henry Miller. È usato fuori dal contesto ma esprime il significato che attribuivo a questi versi quando li scrissi: come se, nel loro insieme, costituissero una specie di Coney Island della mente, una specie di circo dell’anima”. Riispondendo alla domanda di Rosanna Guerrini “Che cosa pensa della poesia?” risponde “Penso che non si debba più usare il termine poesia ma il termine messaggio orale destinato al pubblico. Penso che le poesie bisogna gridarle, magari accompagnarle con complessi di jazz e di musica indiana, insomma fare tutto il possibile perché questi . messaggi orali riescano a cambiare un po’ la coscienza e il cuore dell’uomo. Penso che no si possono più scrivere poesie d’ amore ma poesie lunghe di impegno; che si debba affilare il verso come un’ arma destinata alla pace… Per la morte di Bob Kennedy durante tre giorni la televisione ha trasmesso le sue immagini, ho abbassato il sonoro, ho messo dei dischi di musica indiana e ho scritto la poesia Assassination Raga (Raga dell’ assassinio). Per i funerali di Kennedy davanti a duemila persone ho eseguito i miei nastri in cui avevo inciso musica e poesia”
18 gennaio 1969
I Grateful Dead sono ospiti dello spettacolo di varietà di Hugh Hefner. Playboy’s Penthouse e in seguito Playboy After Dark avevano già visto la partecipazione di Ike e Tina Turner, The Byrds, Buddy Rich, Cher, Deep Purple, Fleetwood Mac, Steppenwolf, James Brown. La band di Jerry Garcia da anni ha un seguito di pubblico eccezionale più che partecipe all’evento collettivo che ogni loro concerto costituisce. Si sa che i loro live possono durare ore, che i brani possono essere dilatati a dismisura secondo la volontà di improvvisazione del momento. Ma si sa anche dell’uso dell’acido lisergico durante ogni esibizione. Con loro presente allo show ovviamente il tecnico del suono Owsley ‘Bear’ Stanley, massimo diffusore dell’LSD nella città. Tutto va più che bene: non solo la band si presenta più che rilassata nell’intervista ma anche l’intera troupe – Hefner compreso – appare in sintonia lisergica. Jerry spiega al fondatore di Playboy perché la band ha due batteristi: ‘Si inseguono a vicenda, un po’ come il serpente che si mangia la coda “e” fanno una figura nella tua mente “se ti metti in mezzo. (dall’ articolo di Dave Malamed su Liv
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