GIORNO PER GIORNO 5 luglio - That's all right, Mama
- Andrea Colombu
- 5 lug 2021
- Tempo di lettura: 3 min
5 luglio 1954

Elvis Presley incide il suo primo disco con il classico pezzo blues That's All Right Mama di Arthur "Big Boy" Crudup negli studi della Sun Records a Memphis, nel Tennessee

In un caldo sabato sera d’estate, il 18 luglio del 1953, il giovane Elvis, diciottenne camionista e studente di un corso per elettricista, si era presentato nei Recording Studios della Sun, a Memphis per registrare a proprie spese (tre dollari e novantotto più le tasse) due brani su un supporto di acetato da regalare a sua madre Gladys per il compleanno passato ormai da tre mesi.
Quel sabato c’è un po’ di gente in fila per incidere la propria voce e Elvis aspetta chiacchierando il suo turno per incidere i brani per riempire le due facciate dell’acetato, My Happiness e That's When Your Heartaches Begin. Niente di notevole, ma Marion Kreisler, segretaria, organizzatrice e socia in affari di Phillips, tra una chiacchiera e l’altra si segna il nome e l’indirizzo sotto la nota “bravo esecutore di ballate” e successivamente lo incontra agli Studios altre tre volte.

L’anno dopo l’intraprendente Sam Phillips,in cerca di giovani talenti da lanciare sul mercato attraverso le trasmissioni radio, accetta la segnalazione di Marion Kreisler e il 5 luglio 1954 convoca Elvis per sentirlo affiancato da due suoi musicisti abituali e fidati session man, il chitarrista Scotty Moore e il bassista Bill Black. Alcune ore di prove con diversi brani tra country e blues non sembrano soddisfare nessuno. Il ragazzo ha una buona voce ma poca personalità. Poi nel momento di pausa quando si deve decidere se continuare con altre prove o mollare, Presley prova da solo con la sua chitarra acustica un vecchio brano blues, That's All Right Mama, inciso sei anni prima senza grande successo da Arthur "Big Boy" Crudup, che a sua volta aveva sfruttato, con alcune modifiche, parti di un’incisione del 1926 di Blind Lemon Jefferson.
E’ un blues a velocità doppia, è quello che cerca Sam Phillips, è quello che cerca il giovane pubblico bianco: un cantante bianco che interpreta come un nero un pezzo scritto e abitualmente cantato da neri. Altre modifiche al testo e la sera stessa del 5 luglio il brano viene inciso interamente dal vivo.
Due giorni dopo Phillips porta ad alcune emittenti radiofoniche locali l’incisione ancora non stampata e distribuita nei negozi. In una giornata il dj Dewey Phillips di WHBQ trasmette il brano quattordici volte e così gli altri conduttori radiofonici. Decine di telefonate chiedono chi sia questo nuovo interprete afroamericano di Rhythm&Blues. Il Phillips dj e il Phillips discografico preparano un’intervista in diretta con Elvis e attraverso abili domande fanno trapelare che si tratta di un cantante bianco.

Elvis, anche quando imparerà a muovere allusivamente il bacino, sarà sempre più tranquillizzante di qualunque musicista nero che quella musica l’aveva inventata e interpretata spesso con una velocità ancora maggiore e con l’inserimento di assoli di chitarra.
Il disco viene distribuito il 19 luglio del 1954 e diventa un buon successo locale, vendendo venti mila copie e aprendo una nuova era per la musica di massa, i comportamenti e la moda giovanile.
Il Rock’n’roll, che si era già presentato con Rock around the clock nell’aprile dello stesso anno con Bill Haley non altrettanto sexy di Elvis, col suo ricciolo tirabaci d’altra epoca, con Presley entra prepotentemente nella cultura pop americana, aprendo ad altre “scoperte” della Sun Records di Sam Phillips:Carl Perkins, Johnny Cash, Roy Orbinson, Jerry Lee Lewis. Figure in qualche modo accettabili nonostante alcune ”intemperanze”, più accettabili per le famiglie bianche dei più radicali e indiavolati Chuck Berry e Little Richard.

La storia della musica della seconda metà del Novecento assomiglia in tutto e per tutto a questa storia. Se tutta la musica che conosciamo, ha evidenti radici nella cultura nera, nel jazz, nel ragtime, gospel, blues , soul , funk e tutte le varianti che ne sono seguite, dagli anni Cinquanta in poi il saccheggio diventa pubblico e riconosciuto. Il rock’n’roll, il beat, la british invasion si è nutrita di blues e rock nero, Beatles e Stones innanzitutto e ovviamente Animals, Yardbirds, Them Small Faces, Kinks, Pretty Things, Who, John Mayall e Cream, i Led Zeppelin, il garage, l’hard, la psichedelia. E il decennio successivo il punk ruba a questi e alla musica giamaicana. I Police e gli Ub40 fanno reggae bianco e pulito per chi ha paura di avvicinarsi troppo a Don Letts, a King Tubby, A Lee “Scratch” Perry, a Marley. Per non parlare della Lounge music, dell’acid jazz, dei neo mod, dell’Hip hop bianco…
Va tutto bene, mamma…
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