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GIORNO PER GIORNO 4 luglio - Resist the Draft

4 luglio1969

I tanti modi per impedire la guerra



C’è un modo diretto per bloccare la guerra, è un modo pericoloso, difficile, ma è il più semplice e naturale: non farla. Niente soldati niente guerra.


David Harris ha ventitre anni quando il 4 luglio del 1969 sale sul piccolo palco della Glide Church di San Francisco ed è uno dei più conosciuti esponenti del movimento Resist the Draft, Rifiuta il servizio militare, rifiuta la cartolina di arruolamento:“La realtà del rischio che corro mi è molto chiara. Il fatto sicuro è che passerò tre anni in prigione. Ma è poco se si considera che viviamo in una società che è diventata sinonimo di morte stessa" spiega alle persone che sono accorse ad ascoltarlo prima dell’imminente arresto.“L'America ci insegna una nozione implicita per vedere le altre persone: la nozione di nemico. Presumiamo immediatamente che il resto del mondo sia una minaccia per la nostra esistenza".


Il movimento che rifiutava la cartolina per il servizio militare, che restituiva la draft card era una forma nuova e di massa della lotta. Non era pacifismo, non era obiezione di coscienza per motivi religiosi o morali, era rifiuto di quella guerra e di partecipare a un massacro. Il 16 Ottobre del 1967 in tutte le città americane migliaia di ragazzi si erano dati appuntamento per rendere pubblico il loro rifiuto e farsi segnare nei registri militari come renitenti. Il che valeva denuncia e condanna sicura ad anni di carcere. A San Francisco, con David Harris sono in due mila ad autodenunciarsi.



“Il mio ruolo personale era, per me, irrilevante: non era una questione se David Harris potesse stare fuori dal campo di battaglia o no, la domanda era se potevamo fermare il campo di battaglia. E per farlo dovevi ricorrere al sistema stesso. E non ho bruciato la mia scheda di leva perché volevo che le prove fossero lì; questo era un atto aperto di disobbedienza civile. Stavo solo cercando di fare un’azione pubblica e spettacolare, stavo cercando di costringere il governo a perseguirmi.”


Nel 1965 il cantautore folk Donovan, già allora popolarissimo prima della svolta psichedelica,

aveva inciso un brano della cantante nativa americana Buffy Sainte-Marie, intitolato Universal soldier, destinato a diventare un inno per il movimento, che nel verso finale dice del soldato:

(…)Hitler senza lui non avrebbe fatto tanto, Cesare sarebbe stato solo. Ed è lui che dà il suo corpo come un arma per la guerra, senza lui queste stragi finiranno.


David Harris come racconta di sé stesso, era stato il classico bravo ragazzo, bravo studente della classe media, convinto di vivere nel Paese della libertà. Ma già prima dei suoi diciotto anni alcuni dubbi erano cresciuti, tanto era evidente la diseguaglianza sociale, la discriminazione e il razzismo che subiva soprattutto la popolazione afroamericana. Così nel 1964 era andato nello stato del Mississippi a fare volontariato assieme all’organizzazione studentesca maggioritaria afroamericana non violenta per i diritti civili. Il razzismo e la concezione violenta della supposta supremazia bianca gli venne sbattuta in faccia.


“Mi trovavo in una strada nella zona nera di Lambert, Mississippi e gli altri tre attivisti per i diritti civili con cui ho lavorato mi avevano lasciato lì mentre andavano all'ufficio postale per spedire una lettera. Stavo in piedi da solo vicino alla macchina con cui eravamo venuti a Lambert e all'improvviso si ferma un pick-up e ne escono due uomini, uno con un fucile da caccia, l'altro ha in mano una 38, il tizio con il fucile mi si avvicina e me lo punta in faccia e dice: ‘Amante dei negri, ti diamo cinque minuti per uscire dalla città prima di farti saltare la testa’.”


Era stata la stessa associazione degli studenti afroamericani che ben presto unirà la lotta per i diritti civili a quella contro la guerra, a chiedere a tutti i volontari venuti da altri stati, di tornare nelle proprie scuole e università per aprire in ogni luogo nuovi fronti di lotta. Nel 1965 all’Università di Berkeley e a Stanford in California, iniziano le prime azioni di lotta per contrastare la guerra in Vietnam. Da allora per un decennio verranno sperimentate le più interessanti, varie e creative forme di lotta. Decine di migliaia di giovani scapperanno in Canada e in Europa per sottrarsi alla leva militare, altri bruceranno le cartoline precetto, nelle università i centri di reclutamento e di propaganda dell’esercito vengono sabotati e boicottati con picchettaggio agli ingressi e con irridenti azioni di contestazione, con bandiere issate al rovescio o sostituite da palloncini colorati. Le manifestazioni divengono di massa e non sono più solo i giornali underground a denunciare i massacri di civili in Vietnam, i bombardamenti e l’uso di armi chimiche da parte dell’esercito americano, sempre più spesso a contribuire a un’informazione corretta e non manipolata dal governo sono gli stessi reporter e fotografi delle grandi agenzia di stampa.


Non ci sono numeri esatti per sapere quanti furono esattamente i ragazzi che fuggirono in Canada, quanti bruciarono la cartolina, quanti si ammutinarono in Marina o si ribellarono nell’esercito, quanti non si presentarono alla chiamata, quanti restituirono la draft card, quanti disertarono in Vietnam e quanti passarono nelle file dei Vietcong. Per questi ultimi sappiamo che fu istituito un corpo speciale di polizia militare per provare a stanarli nella foresta.


“Sapete, il sistema di servizio di selezione militare durante la guerra del Vietnam non avrebbe mai rilasciato statistiche su chi stava cooperando e chi no, quindi l'unica volta che abbiamo visto le statistiche è stato anni dopo, quando l'Amnesty Board dell'amministrazione Ford ha pubblicato le statistiche.” racconta David Harris, “E per loro ammissione, circa 200.000 reati di violazione del Selective Service Act sono stati deferiti al Dipartimento di Giustizia per l'accusa. Di quei 200.000 sono stati in grado di perseguire 25.000. Di quei 25.000, ne hanno condannati 8.750. Degli 8.750, 5.500 hanno avuto la sospensione della pena o la libertà vigilata e il resto di noi, 3.250, è andato in prigione.”


David Harris è stato per tre anni uno di quei 3250 ragazzi che scelsero di andare in prigione.



il mio arresto è avvenuto il 15 luglio 1969 , e l'anno precedente ero stato fuori con una cauzione d'appello e l'appello era stato respinto e ho scelto di non portare il caso oltre. E ho ricevuto una telefonata dall'ufficio del Marshall federale circa una settimana prima, per dirmi che dovevo venire a costituirmi perché la mia cauzione era scaduta. E io ho risposto dicendo: beh, se hai intenzione di prenderti tre anni della mia vita il minimo che puoi fare è venire tu a portarmi via. Sarò proprio qui a casa mia e quando vorrai venire a prendermi, vieni a prendermi, ma non verrò a consegnarmi a voi. Per me questo è stato un momento simbolico e non avevo intenzione di consegnarmi a loro, volevo che fosse abbastanza chiaro che questa gente mi stava prendendo. E lo hanno fatto. Sai, sono venuti, è stata la mattina in cui è partito il primo razzo per la luna. Ricordo abbastanza bene, mi sono alzato la mattina e ho visto il razzo decollare per la luna e poi il Marshall si è presentato e mi ha preso.”


Al momento dell’arresto fuori dalla casa ci sono tantissimi ragazzi che gridano slogan in suo favore e per la fine della guerra. Il più veloce di loro scatta in tempo dietro la macchina dell’ufficiale che lo sta portando via ammanettato e gli attacca un vistoso adesivo sul paraurti con la scritta Resist the Draft, Rifiuta il servizio militare.

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