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GIORNO PER GIORNO 31marzo - San Francisco Fluxus Fest

31 marzo1967

San Francisco Fluxus Fest



La scena psichedelica californiana, il teatro guerriglia, l’happening e l’arte sociale rivoluzionaria in un sol giorno per uno degli appuntamenti itineranti ispirati dal gruppo Fluxus.


Il poster per l’evento alla Longshoreman's Hall di San Francisco è realizzato da Ida Griffin, che come spesso nella grafica californiana d’epoca, parte da un’impostazione art nouveau per virare verso soluzioni psichedeliche care a tutta la scena locale e in particolare alla produzione del marito Rick Griffin, autore di alcuni dei poster più famosi dei Grateful Dead e co-fondatore dell’agenzia c Berkeley-Bonaparte,che ne cura le stampe.


La serata di Fluxus, si preannuncia elettrizzante anche in una San Francisco che da alcuni anni vive una febbre creativa nell’arte, nella cultura come nella quotidianità e che ha visto negli ultimi mesi un’accelerazione esplosiva di attività culturali innovative e coinvolgenti.


L’arte è in strada, si dice in giro nella zona di Haight Ashbury. L’arte è gioco, demistificazione della

realtà imposta, stravolgimento della routine. Da un mese la polizia interviene quotidianamente per disperdere e arrestare i giovani creativi che creano giganteschi giochi di ruolo, invisibili scacchiere ciclopiche ai crocicchi e agli incroci di strade per rivendicare la trasformazione dello spazio urbano, la creazione di ampie zone pedonali e aree per condividere musica, cibo e socialità. Ogni domenica una grande festa popolare si organizza al Panhandle Park e spesso deborda in piazza. Il gruppo politico e culturale dei Digger ha dato il via a questa grande parata di mattacchioni politicizzati e tutto il mondo guarda a San Francisco che sta preparando la sua Summer of Love e che già sta attirando migliaia di ragazze e ragazzi dalla California e da tutti gli States.


L’arte è in strada e non nelle gallerie, questo l’avevano detto e praticato quelli di Fluxus, molto più che un’ultima avanguardia artistica novecentesca: un attitudine, un atteggiamento, un rinnovato dadaismo, anti-arte, arte come vita e vita come arte, trasformazione e rivoluzione culturale e sociale. Detto così anche allora poteva sembrare già troppo sentito, ma l’attività promossa dal gruppo aveva già profondamente segnato e accompagnato non solo una rinnovata ricerca culturale, ma offerto nuovi strumenti alla ribellione sociale. Gli Happening non avvengono più su un palco ma in strada, si trasformano in sit-in, colori nelle strade,installazioni, grafiche di protesta, uso della musica come strumento di aggregazione e veicolo di contenuti ribelli.

L’arte promossa da Fluxus doveva essere palestra per atleti della mente e per esercizi fisico-spirituali, officina per creare strumenti politici, per trasformare gli oggetti di tutti i giorni in armi culturali. L’arte doveva essere alla portata di tutti e il luogo migliore per offrire questa opportunità era la festa. Festa come linguaggio e scambio, improvvisazione e arricchimento collettivo. Esperienza non di fruizione passiva e di consumo.


George Maciunas dopo una pratica decennale del gruppo, aveva spiegato la filosofia dei Fluxusfest al suo primo festival a Wuppertal, in Germania nel 1962 e da allora i festival si erano ripetuti dalle due parti dell’Atlantico. Ogni volta il programma annunciato, musica, teatro, video, film, installazioni lasciava lo spazio ad altri eventi.


A San Francisco il Fluxfest vive di un’impollinazione reciproca con la scena psichedelica che già normalmente prevedeva che i concerti fossero un evento capace di catturare la sensazione diffusa nel momento tra le persone, che gli artisti si scambiassero i ruoli, il pubblico intervenisse nella rappresentazione scenica e tutto si trasformasse in “viaggio interiore, consapevolezza e armonia”.


Organizzare il Festival vuol dire divertirsi a immaginarlo, contribuire a seminare dubbi, realizzarlo per accrescere insieme divertimento, domande e creare ancora altri dubbi. "Sperimentale è non sapere quali saranno i risultati" come per l’occasione, annunciava in un manifesto l’organizzatore Jeff Berner, fotografo e artista concettuale, chiamato anni prima da George Maciunas ad unirsi al gruppo Fluxus.


La parte della serata che riguarda la musica, che ovviamente non sarà separata dai giochi di luce, proiezioni e installazioni, prevede una band non definibile perché formata per l’occasione e per sfruttare le occasioni, La Flux Orchestra, a cui si affianca la popolare band locale art-folk rock Wild Flower, che tra le sue fila aveva avuto anche il poeta della San Francisco Renaissaince e Beat generation Michael McClure e ora il poeta e compositore Michael McCausland. E poi i Quicksilver Messenger Service, la band che poteva competere con i Grateful Dead per seguito e per attitudine energetica, nonché per essere presente ovunque sui palchi come nei parchi e in strada per i concerti gratuiti dei Diggers. Con loro gli attori della Mime Troupe, gruppo teatrale e di artisti di strada da cui avevano avuto origine gli stessi Diggers. Il loro teatro di strada, teatro-guerriglia, mutuato dagli happening Fluxus, avevano caratterizzato negli ultimi anni sia le forme dell’attivismo politico sia della partecipazione alle dimostrazioni di piazza. I componenti della compagnia, esperti manipolatori di scene, colori, musiche, pupazzi, attrezzi riuscivano in piazza a stimolare la reazione creativa dei partecipanti, finendo per questo nel mirino della polizia e ospiti in celle e tribunali.



Dick Higgins, un co-fondatore di Fluxus e uno dei suoi più grandi teorici, ha scritto che: “Fluxus non è un momento nella storia o un movimento artistico. Fluxus è un modo di fare le cose, una tradizione e uno stile di vita e di morte ". Per Higgins, molti dei suoi contemporanei e storici-teorici come Owen Smith e Ken Friedman, Fluxus era più prezioso come idea e agente di cambiamento sociale che come gruppo specifico di persone o raccolta di oggetti. Per questo Fluxus continua. Continua nonostante i mercanti e lo spirito vampirizzatore delle aste collezionistiche che ha bisogno di rinchiudere le espressioni artistiche in correnti, gruppi, movimenti e darli per chiusi, finiti e morti per poter speculare sui suoi prodotti, anche quelli non pensati per il consumo. Ora le copie delle locandine e dei biglietti del Fluxfest del 1967 vanno all’asta da Christie’s. Ma da alcuni decenni gruppi di persone hanno ripreso ad organizzare Fluxfest, raccogliendo l’invito dei vecchi del movimento a rinnovarne i contenuti, le forme ed espanderne le attività. Le talpe continuano a scavare.


Wildflower - wind dream - 1966.





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