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GIORNO PER GIORNO 31 maggio - Fatalisti, Shmoo e John&Yoko

31 maggio 1826 - 31 maggio 1969 (e oltre)

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Dal rogo del libro di Denis Diderot al Bed-in di John Lennon e Yoko Ono contro la guerra: storie di censura, prigioni, Shmoo, incomprensioni, teatro, fumetti musica, lotte contro la guerra e contro ogni potere.


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A Parigi il Tribunale Correzionale della Seine il 31 maggio 1826, trent’anni dopo la sua pubblicazione, ordina la distruzione del romanzo di Denis Diderot Jacques il Fatalista ed il suo maestro, condannando l'editore ad un mese di carcere. L’opera irriverente nei confronti di ogni potere, con mille capriole per duecento anni rotola, scava, s’insinua, sborda e beffarda si affaccia attraverso lo stralunato mondo fumettistico di Lil Abner e gli Shmoo nell’universo psichedelico e alternativo, antagonista e poetico, arriva nella stanza d’albergo di Montreal dove John Lennon e Yoko Ono, dopo il bed-in contro la guerra il 31 maggio nel 1969, stanno per registrare Give Peace a Chance.


Grande la confusione nel cielo del potere, ma anche in basso tra noi. Ma il cielo era così basso che sembrava possibile essere scalato e attaccato.


Due parole su Jacques il fatalista e sul suo autore. Denis Diderot, aveva rappresentato tra tutti i pensatori dell’illuminismo francese del XVIII secolo, il più coerente, attivo e spericolato incubatore delle idee nuove. Allergico al potere, nemico di superstizione e religione, oppositore della morale comune e convinto sostenitore della cultura come arma per sovvertire l’ordine delle cose, usava ironia e arguzia, scienza e sarcasmo per affrontare la censura e la repressione. Messo in prigione per un mese per il contenuto delle sue opere, aveva continuato a scrivere anche in condizione di restrizione e aveva rincarato la dose polemica dei suoi scritti. Inarrestabile.


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Jacques il fatalista e il suo padrone, romanzo-pastiche pubblicato a puntate su rivista e in volume dopo la morte dell’autore, apparteneva alle opere filosofiche del periodo successivo al mostruoso, lungo e ostacolato lavoro di progettazione e realizzazione dell’Encyclopédie con D’Alambert. È un racconto che contiene altri racconti a incastro e non, con divagazioni e interruzioni, come richiedeva allora la nascente struttura del romanzo che per la prima volta veniva pensato per essere letto non a voce alta in pubblico. Fielding e Sterne, tra gli altri in Inghilterra avevano aperto la strada e a quest’ultimo e al suo Tristram Shandy, si rifà Diderot. Jacques è il servo, che fa il padrone del suo padrone, maneggiando l’arte del racconto orale, della saggezza filosofica che nasce dalla conoscenza diretta.


I racconti di Jacques, che si svolgono tra il 1745 e i venti anni successivi, parlano di scambi amorosi e innamoramenti ma l’obiettivo è attaccare il potere parassitario di monarchia, nobili e clero, parlano di contadini ridotti alla fame e insinuano un dubbio: quale libero arbitrio esiste quando mille condizioni economiche, giuridiche, culturali costringono la parte più grande dell’umanità a obbedire, chinare la testa ed essere serva di una minoranza? Quali e quante costrizioni predeterminate costringono le nostre azioni su binari obbligati? Jacques sostiene che il mondo si muove secondo questo tipo di determinismo, anche se il termine non è stato ancora coniato, con un futuro scritto da chi ha il potere. Ovviamente il nobile suo padrone la vede diversamente. Il primo però vede avvicinarsi il tempo del rovesciamento di tutto questo, mentre il secondo non si avvede dei sanculotti che preparano i forconi e l’assalto alla Bastiglia.


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Per duecento anni, sino ad oggi, centinaia di opere, romanzi, teatro, racconti e saggi, si sono misurati con quel testo di Diderot, in tanti l’hanno ripreso, riscritto, aggiungendo nuovi episodi con Jacques come protagonisti. Solo pochi anni fa le ultime notevoli riprese a opera di Éric-Emmanuel Schmitt con La Tectonique des sentiments e nel 2006, con Étienne Chambaud e David Jourdan autori di Economy of Abundance o The Short Life and Happy Days, una nuova avventura di Jacques le Fataliste, costruita sulla scoperta di Jacques degli Shmoo, implacabile satira dell'utopia del geniale fumettista americano Al Capp.


«La società si divide in due classi: una classe ristretta di cittadini che sono ricchi, e una classe molto numerosa di cittadini che sono poveri», aveva scritto Denis Diderot e poveri, poverissimi sono i contadini, hilybllies di Dogpatch, disegnati tirannescamente, bistrattati, ridicolizzati e amati da Al Capp, che a prima lettura si presentano ignoranti e zoticoni, ma coerenti e fieri nel rigettare poi lo schifo che si attribuisce loro all’insieme della società iperclassista americana.

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Al Capp aveva iniziato a disegnare le strisce di Lil Abner nel 1934 proseguendo per quaranta anni, diventando popolarissimo tanto che le battute del bizzarro e storpiato linguaggio dei suoi eroi erano diventati citazioni in letteratura come nei programmi televisivi e nello spettacolo. Ha un grande disegno, figure ben delineate, situazioni irresistibili. In Italia le strisce di Al Capp appaiono per la prima volta sulla rivista Linus nata nel 1965 per impulso di un’effervescente sinistra culturale imparentata con il Gruppo 63 e guidata da Giovanni Gandini e Umberto Eco. In Francia, solo nel febbraio del 1969 a opera di geni come Wolinski e Cavanna sulla rivista Charlie Mensuel che a breve avrebbe figliato Charlie Hebdo (per sfuggire alla censura e alle condanne inflitte agli stessi come autori di un’altra rivista Hara Kiri).


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Al Capp aveva introdotto nelle storie di Lil Abner dei nuovi personaggi, irresistibili e inquietanti, gli Shmoo (dal termine gergale yiddish "schmuck", letteralmente "gioielli", per dire "testicoli"), creaturine che amano il sacrificio e la devozione al loro padrone. Commestibili immediatamente in ogni loro parte, assumevano il sapore desiderato in quel momento dal loro divoratore. Persino i loro baffi al termine del pasto diventavano utili stecchini. Sono esseri di genere e specie indefinibile, dalla vaga forma di foca e che richiamano le figure tradizionali dei fearsome critters creature mostruose zoomorfe appartenenti al racconto orale di boscaioli e pionieri, una fauna fantastica del Nord America, che poteva contare su più di ottanta misteriosi animali, capaci di stupire, disorientare e impaurire sprovveduti creduloni e ingenui abitanti delle città.


In realtà gli Shmoo, come tutte le storie dei personaggi di Lil Abner e la sua Dogpatch hanno un retrogusto più che amaro e, sicuramente a un certo punto, nelle intenzioni del loro creatore Al Capp, conservatrici e reazionarie. Reazione al pacifismo, alle facili utopie, in difesa di valor identitari rurali in opposizione a quelli liberal delle città.


Ma come sempre avviene, non solo in Italia e in Francia dove le storie di Lil Abner vengono pubblicati da una sinistra acuta ed effervescente (e poco dogmatica) ma piacciono ai giovani europei in rivolta come a quelli americani. Al Capp diventa più feroce, da una parte attacca i senatori guerrafondai repubblicani, ottusi e pieni di sé e dall’altra i più individuabili bersagli delle rivolte giovanili. La popolarissima cantautrice Joan Baez, diventa una pacifista in limousine e Abbie Hoffman, e Jerry Rubin inconcludenti fumatissimi esseri. La prima se ne risentirà i secondi neanche poco poco. L’organizzazione più diffusa tra gli studenti, la più organizzata e impegnata contro la guerra, lo Students for a Democratic Society (SDS) diventa in Li'l Abner gli "Students Wildly Indignant about Nearly Everything!" (SWINE) (in italiano: "Gli studenti selvaggiamente indignati circa quasi tutto!". Anche loro non se ne risentono, anzi, potrebbero sottoscrivere.


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Al Capp va oltre, si presenta in un’università californiana a parlare contro gli studenti in sciopero, attacca un po’ tutto e tutti, arte astratta e pacifismo, controcultura e tendenze musicali e incide un album con i suoi esaltati discorsi aggiunge divertentissime rappresentazioni dei suoi antagonisti, di cui, con suo grande dispiacere, non ha visto neanche l’ombra: hippy arrabbiati che marciano con dei cartelli con slogan quali "End Capp Brutality", "Abner and Daisy Mae Smoke Pot", "Capp Is Over [30, 40, 50—all crossed out] the Hill!!", e "If You Like Crap, You'll Like Capp!".


John Lennon e Yoko Ono hanno preparato a lungo la loro nuova azione contro la guerra del Vietnam, da sempre convinti pacifisti e sempre più impegnati sul fronte sociale e politico alternativo i due volevano lanciare un nuovo messaggio, sfruttando assieme le capacità musicali della coppia e le solide capacità artistiche e performative di lei con la sua lunga militanza nel gruppo artistico sovversivo di Fluxus.


Impossibilitati a entrare negli Stati Uniti perché gli viene negato il visto, si fermano in Canada a Montreal dove possono avere facile accesso i giornalisti americani e documentare l’happening d’amore, dialogo e meditazione durato una settimana e denominato Bed-in, visto che la coppia si trova quasi perennemente a letto, circondata da cartelli contro la guerra e amici artisti e musicisti con cui registrare il 1°di giugno il brano epocale Give Peace a chance.


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John Lennon e Yoko Ono, durante il bed-in incontrano giornalisti di ogni tendenza e anche Al Capp, l’autore di Lil Abner e Shmoo deciso a rovinare l’atmosfera dell’allegra militante brigata riunita in albergo. Spara immediatamente bordate sessiste nei confronti di Yoko Ono e rivolto a John dice: “santo cielo, andrai a vivere con questa?”. Inanella una serie di sgradevoli commenti cercando di provocare una reazione violenta dei due. John, impedisce all’addetto stampa di cacciarlo fuori. Vuole che resti ma nonostante le buone intenzioni il confronto non rimane sereno. Poco male John aggiunge due strofe a The Ballad of John and Yoko “Christ, you know it ain't easy / You know how hard it can be / The way things are goin' / They're gonna crucify Capp!”.


In molti pensano che Al Capp vivesse un inacidimento non dovuto troppo all’età quanto il trovarsi amato da troppa parte dell’umanità. Quella che comprende chi combatte contro la guerra e ama Diderot, Jacques il fatalista, John&Yoko, come Lil Abner e i deliziosi, in tutti i sensi Shmoo.


(John&Yoko tornano nel blog il 1° giugno con Give Peace a Chance)

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