GIORNO PER GIORNO 30 marzo - Dada al Cabaret Voltaire
- Andrea Colombu
- 30 mar 2021
- Tempo di lettura: 1 min
30 Marzo 1916

Una serata Dada al Cabaret Voltaire, luogo di sperimentazione artistica e di ritrovo dei refrattari alla guerra, raccontata da Hugo Ball:

“Ieri si son dati appuntamento tutti gli stili degli ultimi vent’anni. Huelsenbeck, Tzara e Janco hanno recitato un poème simultan. È una forma di contrappunto, in cui si recita, si canta e si fischia simultaneamente producendo un risultato allegro e pazzerello. È come se si trattasse di un organo drastico e testardo, attenuato da un accompagnamento di rumori (una rrrrr prolungata per vari minuti, colpi di spiriti, urlo di sirene e cose simili) che hanno una forza maggiore delle grida delle persone. Il poème simultan tratta del valore della voce. L’organo umano rappresenta l’anima, l’individualità nel suo errare fra esseri demoniaci che l’accompagnano. I suoni fungono da fondale, da elemento inarticolato, fatale, definitivo. Il poema vuole rendere chiara l’implicazione dell’uomo nel processo di meccanizzazione. Con una peculiare sintesi esso mostra il contrasto della vox humana con un universo minaccioso, intrigante e distruttivo, il cui ritmo e processo rumoroso è ineluttabile”.
Emmy Hennings, vera anima e spirito Dada, poetessa, attrice, cantante e animatrice/organizzatrice, assieme al marito Hugo Ball del Cabaret Voltaire a Zurigo, in un solo verso poteva riassumere tutto: “Vivo nel forse / Sono il grande interrogativo”.
In tutti loro era ben presente una frase di Pierre-Joseph Proudhon “La libertà, come la ragione, non esiste e non si manifesta che attraverso la derisione incessante del proprio operato, perisce non appena viene idolatrata".
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