GIORNO PER GIORNO 29 marzo - The bird contro le discriminazioni sessiste
- Andrea Colombu
- 29 mar 2021
- Tempo di lettura: 6 min
29 marzo 1971
Atlanta, Georgia, manifestazione contro le discriminazioni di genere

E’ una piccola notizia, ma forse più importante di altre. Non certo sotto i riflettori, non eclatante, ma qualcosa che riesce a raccontarci insieme il mondo di ieri e quanto non sia cambiato molto da allora: la lotta di una donna contro mobbing, disparità di trattamento , discriminazione di genere, diventa mobilitazione collettiva. La notizia, che incidentalmente è proprio di cinquanta anni fa, un anniversario tondo che ci permette di mettere insieme la vicenda personale di Lorena Weeks con quella del settimanale underground Great Spleckled Bird di Atalanta in Georgia, che esattamente cinquanta anni fa, il 29 marzo del 1971 invitava alla mobilitazione. Un doppio anniversario tondo.

Lorena Weeks, aveva 19 anni di anzianità di lavoro, quando nel 1966 aveva fatto domanda all’azienda telefonica per cui lavorava per il posto di tecnico alla centrale della zona di Louisville-Wadley nella Georgia del Sud. La graduatoria della ditta prevedeva l’inserimento per anzianità. Solo due richieste. La sua, con più anni di lavoro alle spalle, e quella di un uomo. Inutile dire a chi venne dato il posto. La signora Weeks, allora si era rivolta al sindacato dei lavoratori della telefonia per fare ricorso. Ma niente. Lo stesso sindacato interpellata la dirigenza dell’azienda, aveva appreso che il posto di tecnico era stato sempre affidato a un uomo. Quindi niente da fare. Proprio così. La Commissione per le pari opportunità di lavoro interpellata dalla lavoratrice, invece si era espressa diversamente: non c’è alcun ostacolo reale o giuridico perché una donna non potesse svolgere quelle mansioni. Ma per fare ricorso occorreva avere un avvocato per avviare la pratica. E tutto questo costa e costa pure molto. Così Lorena Weeks era ricorsa a una tutela d’ufficio, finendo per perdere la causa. Ma non si era arresa e contatta due avvocate, Margarite Rewalt di Washington DC e Sylvia Roberts di Baton Rouge di NOW- National Organization of Women, e vince la causa. Il tribunale emette una sentenza per cui un’azienda deve dimostrare 1) per quali criteri la donna non fosse considerata adatta,2) per quale motivo le donne non sarebbero adatte, competenti a esercitare un determinato lavoro. Sembra una cosa da poco, una constatazione di buon senso, ma invece ha un che di assolutamente innovativo e rivoluzionario.
Il caso, rinviato al tribunale distrettuale per un'adeguata riparazione,come si può intuire, si trascina sinchè nel settembre 1970 il giudice ordinò che la società telefonica le desse il lavoro entro l’inizio di marzo del 1971 e il pagamento degli arretrati. Cinque anni di battaglie legali sono state dure da sostenere in tutti i sensi. Ma anche ora sul lavoro la donna non gode dello stesso trattamento maschile. Non può scegliere quante ore di straordinario fare e gli stessi strumenti di lavoro,pinze e altra attrezzatura non le sono state fornite come necessario e come in dotazione dei colleghi maschi.
A raccontare la storia, con un’intervista e un riepilogo della vicenda è un giornale underground di Atlanta, lo Great Spleckled Bird, che tutti comunemente chiamano solo Bird, un settimanale che aveva iniziato le sue pubblicazioni nel giorno internazionale della lotta delle donne,l’8 marzo del 1968. Il giornale fedele alla sua natura di “servizio pubblico”, non solo racconta e da voce alla donna protagonista della storia, ma raccoglie l’invito di alcune organizzazioni femminili ad amplificare la notizia della mobilitazione con un sit-in sotto la sede centrale della compagnia telefonica.

Il giornale fondato da Stephanie Coffin e suo marito Tom, Howard Romaine e Gene Guerrero e con una ventina di collaboratrici e collaboratori nel giro di due anni era diventato il settimanale più venduto della città e il terzo in tutto lo Stato. Non era stato facile conquistare tanta popolarità in uno stato del Sud, dove la stampa underground e ribelle non aveva grande diffusione. Il giornale aveva da subito dichiarato la propria partigianeria, contestando il mito dell’obiettività: "Queste sono le nostre opinioni e ne abbiamo il diritto, non sono scritte da nessun'altra parte. Quindi, non aspettarti che raccontiamo entrambi i lati della storia. I grandi giornali, riviste , TV e radio lo fanno tutto il giorno. Qui ascolterai il nostro punto di vista.”. E questo era il punto di vista delle persone normalmente escluse dal diritto di essere prese in considerazione. Le donne e i gay, i neri e i latinos, i giovani della controcultura e tutti quelli che in qualunque modo si opponevano alla guerra. Vengono pubblicate le notizie locali delle piccole ingiustizie quotidiane e si da il giusto risalto alle azioni di opposizione e di rivolta. "Eravamo proprio dentro il corpo della città", dice Stephanie Coffin. “Quello era il vero giornalismo. Volevamo davvero una rivoluzione. C'era solo una calda energia di persone che si concentravano sulla trasmissione di questi messaggi. È stata un'esperienza decisiva per la vita”
Il giornale diventa un punto di riferimento e circola anche fuori dai confini dello stato. Ogni settimana gruppi di ragazzi, studenti, hippies, vendono il giornale in strada prendendo una piccola percentuale sul prezzo di copertina già bassissimo (10/20 cent). E settimana dopo settimana i venditori vengono fermati e denunciati o per non avere una regolare licenza di “strillonaggio” o peggio per il contenuto. Troppo d’opposizione, senza filtri, diretto, come dovrebbe essere un giornale. Non si inimicano solo le destre, i fautori della guerra e della discriminazione razziale e di genere, perché non fanno sconti neanche al primo sindaco democratico eletto nella città, arrivando a pubblicare documenti e notizie con l’accusa di collusione con la corruzione o incapace di opporsi.
Il giornale viene sequestrato e denunciato più volte e ogni volta con il sostegno dell’Associazione legale per i diritti civili, ACLU, riescono ad uscirne bene, a volte con sentenze clamorose a loro favore come per il numero sequestrato per la copertina che mostrava un contractor armato di mitra con alle spalle un cartellone della Coca-Cola che grida “Venite a prenderla, figli di puttana!”. “Non avremmo potuto pubblicare senza il supporto dell'ACLU. Sono stati molto bravi. Ci hanno supportato fino in fondo. Senza il loro aiuto legale, saremmo stati affondati ".
Per un certo periodo non era stato possibile stampare in città e nello stato. Occorreva andare sino a Montgomery in Alabama per poter garantire l’uscita settimanale. Ma anche questa poteva diventare una battaglia legale e sociale vittoriosa.

La scelta di privilegiare le notizie che non compaiono normalmente nella stampa mainstream, è il loro punto di forza. Ma i nemici sono tanti. Tanti quante le istituzioni. Persino l’Ufficio postale ne rifiuta la distribuzione quando pubblica un annuncio per una clinica che pratica aborti. Il giornale vive grazie al contributo economico dei volontari, dalle vendite e dall’adesione di una pubblicità marginale e annunci personali a pagamento. Questi ultime cose crescono e potrebbero contribuire a dare una solidità economica all’impresa, ma nel momento che potrebbero sembrare uno sfruttamento delle tematiche LGBT, femministe, multietniche e multiculturali, la direzione del giornale chiarisce che non pubblicherà niente che neanche lontanamente possa avere connotazioni offensive o che sfruttino in qualunque modo tali temi.
Il giornale non è più solo uno strumento di informazione e controinformazione, diventa movimento e parte dei movimenti. Raccoglie e rilancia in ogni momenti i temi sociali, promuove lotte e mobilitazioni.
"I giovani hanno amato il suo punto di vista", dice Barbara Joye, collaboratrice del giornale per

circa quattro anni che vive ancora a Little Five Points e volontaria per Atlanta Jobs with Justice, un'organizzazione che difende i diritti dei lavoratori. “Amavano la musica e. La cultura hippie e l'attivismo politico si sono sovrapposte. Erano gli anni Sessanta. Ogni cinque minuti c'era qualcosa di cui preoccuparsi: una nuova rivoluzione o disobbedienza civile. The Bird è stato un grande esperimento di democrazia. Tutti i membri del personale hanno ruotato in lavori ogni pochi mesi. Ho iniziato a scrivere del movimento delle donne e del movimento gay. Ho scritto delle Pantere Nere, marciato con i netturbini durante i loro scioperi. Eravamo hippy selvaggi”
A distanza di 50 anni dalla prima uscita del giornale, la maggior parte dei redattori e degli attivisti sono ancora attivi in iniziative ecologiste, Stephanie e Tom Coffin in particolare in difesa del patrimonio arboreo della città e della zona e tutti quanti è ancora possibile vederli ai cortei di protesta e alle manifestazioni per le stesse ragioni di un tempo: la violenza razzista e le discriminazioni etniche e di genere, l’opposizione alla guerra.
Il 29 marzo del 1971 The Bird invitava alla mobilitazione per lo stesso giorno: “Manifestazione di protesta alla Southern Bell contro la discriminazione sessista” e poi gli orari del sit-in, l’organizzazione dei turni di volantinaggio, le iniziative della settimana e quelle dell’organizzazione femminista NOW. e finiva così ” Tutti sono invitati a partecipare alla dimostrazione e al volantinaggio. Ci vediamo lì!”
Commenti