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GIORNO PER GIORNO 26 maggio - La rotta del sottomarino giallo

26 maggio 1966

 

Il senso e la rotta del sottomarino giallo



I Beatles incidono il brano Yellow submarine. Due mesi dopo pubblicano il disco in formato 45 giri. Una settimana dopo ancora, compaiono le prime sagome di sottomarini gialli dentro le manifestazioni contro la guerra in Vietnam. Dagli Stati uniti al Regno Unito il ritornello si trasforma nei cortei operai in cori sarcastici contro il carovita e i bassi salari, nelle manifestazioni studentesche e per i diritti civili in ritmate canzoni contro le armi chimiche usate dalle truppe americane. Come sosteneva Edward Lear, maestro dei componimenti non-sense e bislacchi, niente riempie più di senso di una canzoncina non-sense, poche cose riescono altrimenti a fornire una lente per individuare le tante assurdità quotidiane a cui ci abituiamo.


Gli studenti americani per esempio, come tutti i giovani del loro Paese, in quegli anni sono costretti ad andare in guerra senza capirne il perché o devono combattere per un perché che rifiutano. Nei campus universitari ci sono corsi istituiti dall’esercito che valgono per il proprio curriculum e ci sono uffici di reclutamento. Gli afroamericani sono esclusi dai diritti di altri cittadini, ma alla guerra ci devono andare lo stesso; vari governi statali stanno togliendo la possibilità che le persone con un reddito basso o medio possano accedere all’università con il taglio dei sussidi e delle borse di studio…


Alla fine dell’estate del 1966 gli studenti dell’Università di Berkeley, California, sono in sciopero, come racconta Mary Hughes studentessa e attivista, la lotta era rivolta sia come contestazione contro le autorità accademiche, contro l’autoritarismo e per un cambiamento dei programmi di studio, che contro la guerra in Vietnam: “Gli studenti avevano assunto posizioni molto radicali, forse più come sentimento che come punto di vista. Per lo più ci sentivamo come un uccello capovolto sul filo, nel contesto surreale in cui viviamo. Sai che presto avrai in mano un’arma con cui rompere il ghiaccio: con uno sciopero e quando questo perde (perché è roba vecchia,va così) quindi ti vendichi con qualcosa che loro non capiranno, esci in massa cantando "Yellow submarine". Lei descrive al termine dello sciopero gli studenti che ancora intonano un coro dopo l’altro del recente singolo dei Beatles, la non-sense song indirizzata originalmente ai bambini , e spiega quale convinzione muovesse gli studenti con quell’incomprensibile gesto: “Continueremo a stupirvi”.


“Ero sdraiato a letto nella soffitta della famiglia di Jane Ashers”, ricorda Paul McCartney a proposito dell’origine di Yellow submarine nel suo libro Many Years From Now, “e c'è una bella zona crepuscolare proprio mentre ti addormenti e ti svegli; Trovo sempre che sia una zona abbastanza comoda, sei quasi addormentato, hai deposto i tuoi fardelli per la giornata e c'è questo piccolo limbo appena prima di addormentarti. Ricordo di aver pensato che una canzone per bambini sarebbe stata una buona idea e ho pensato alle immagini, e mi è venuto in mente il colore giallo e un sottomarino e ho pensato, 'Beh, è ​​carino, come un giocattolo, sottomarino giallo molto infantile’". La canzone che si forma nella testa di Paul diventa una melodia facile, un primo testo molto narrativo, pensato per essere cantato da Ringo. E’ una sera tardi di aprile del 1966.

Per i Beatles è un periodo molto impegnativo e un momento di profondi cambiamenti. Stimolati dal loro produttore George Martin stanno sperimentando nuove soluzioni musicali, qualcosa che arricchisca la forma canzone. Tutto il mondo artistico è in movimento, tutto sembra effervescente, dinamico, innovativo e anche i Beatles avevano iniziato con sperimentazioni in sala di registrazione: rallentamento dei suoni registrati, musiche su nastro poi fatte partire al rovescio, inserimento di suoni e rumori. Stava maturando anche la scelta di non partecipare più a trasmissioni dal vivo e concerti pubblici. Il 19 e 20 maggio il regista Michael Lindsay-Hogg aveva registrato i primi due video clip della storia del rock con i quattro di Liverpool che interpretavano Paperback writer e Rain e le registrazioni in playback per l’Ed Sullivan Show e Ready Steady Go! e tra fine maggio e il mese successivo sono previste le nuove session di registrazione per il loro settimo album in studio, Revolver che si preannuncia ricco di novità musicali, tecniche e iconografiche.


Il brano Yellow submarine, McCartney l’aveva pensato per la voce di Ringo, una marcetta che nel confronto con gli altri tre Beatles si era arricchito di altre sonorità e parole. Anche Donovan, il cantautore folk, che aveva lasciato le ballads acustiche per composizioni psichedeliche di successo, aveva contribuito con suggerimenti e alcune parole, quando una notte Paul era andato a sottoporgli il brano.


Finalmente il 26 maggio del 1966 i Beatles entrano in sala di registrazione per l’incisione che inizia alle 19. Londra lo stesso giorno ospita le ultime due giornate del Word tour di Bob Dylan che nella parte europea aveva avuto interruzioni e contestazioni aspre rivolte dai puristi folk che gli rimproverano l’aver optato per una scelta elettrica che lo avvicinava al più luccicante mondo del rock e del successo popolare. I Beatles sono invitati per l’ultimo concerto il 27 e John deve incontrarlo la mattina dopo la session per Yellow submarine.


George Martin è assente per un’intossicazione alimentare, ma ci sono la moglie e il tecnico del suono Geoff Emerick.


I Beatles sono allegri, felici e dispersivi, scherzano mentre rollano e fumano. Dopo più di cinque ore John Lennon fa notare che ancora non hanno combinato nulla. Così occorre una pausa. Escono per mangiare una cosa e andare all’appuntamento con Mick Jagger e alcuni dei Rolling Stones e tornano in sala con Brian Jones, Marianne Faithfull e Pattie Boyd, la moglie di George Harrison e, con loro, che prendono parte ai cori, la prima giornata di incisione si conclude con il brano quasi pronto, realizzato in un clima di festa creativa.


“Abbiamo virtualmente reso vivo il brano in studio, ma basandoci sull'ispirazione di Paul”. Dice John Lennon. Il testo è semplice e facile da memorizzare, mancano ancora i trucchi cari a George Martin che convoca ancora la band per i primi giorni di giugno. Si aggiunge un pezzo parlato con cui Ringo apre il brano, ma che verrà cassato e recuperato solo molti anni dopo in una compilation. Come nei vecchi radiodramma si producono rumori senza l’uso di alcuna tecnologia, come in un gioco collettivo: catene, una campana di una nave, tappetini per tip tap, fischietti, sirene, per le onde una vaschetta di latta riempita con acqua, vento con le macchinette che simulano temporali. Lennon soffia attraverso una cannuccia in una pentola d'acqua per creare un effetto gorgogliante, McCartney e Lennon parlano attraverso megafoni di latta per creare il suono degli ordini del capitano, Ringo esce dalle porta della stanza e grida come un marinaio “ Taglia il cavo! Lascia cadere il cavo! “. George aggiunge suoni registrati, i cui nastri per suo volere e desiderio di casualità vengono tagliati e ricomposti senza un ordine, Pattie Boyd si produce in festosi rumori e allegre urla. Aggiungono poi una banda di ottoni, modificandone la registrazione piratata.


Per la prima volta i Beatles, su consiglio del loro manager Brian Epstein, rompono la consuetudine inglese di non utilizzare brani di un album anticipandolo con dei singoli. Normalmente i 45 giri con due pezzi erano i brani da classifica e al massimo si potevano inserire poi in un album compilation. Invece il 5 agosto in UK e l’8 in USA esce il 45 con due brani che compariranno sull’LP Revolver, Yellow submarine su un lato e Eleanor Rigby sull’altro, lanciati come due facciate A. Un enorme e non scontato successo. Troppo diverso il primo brano, una cantilena giocosa e troppo vasto l’eco negativo delle parole fraintese di John Lennon che semplicemente constatava che in quel momento erano diventati più popolari nel mondo di Gesù Cristo. Per non parlare della cover censurata e ritirata dell’album fatto solo per il mercato americano in cui apparivano vestiti da macellai con bambolotti squartati e decapitati.


Yellow submarine, come tutti i brani dell’album nuovo, non sarà mai eseguita in concerto, troppo improbabile ricreare il clima e i suoni. I critici si buttano nell’interpretazione delle parole. Per quanto più volte tutta la band, e soprattutto Paul, continuino a spiegarlo come un raccontino senza altra lettura se non quella più semplice, lo stesso Donovan lo spiega come il desiderio dei quattro di Liverpool di sottrarsi all’abbraccio soffocante della fama e degli obblighi che comporta. Giornalisti musicali si interrogano sulla loro scelta che appare o banale o furba, altri cercano riferimenti alle droghe e persino all’onnipresente moda di fumare le gialle banane e Peter Doggett scrive che la canzone “ culturalmente vuota è diventata una specie di test di Rorschach per menti radicali”. Altri vi leggono una presa di posizione contro la guerra come compare sul PO Frisco " il Sottomarino Giallo può suggerire, nel contesto della dichiarazione contro la guerra del Vietnam dei Beatles fatta a Tokyo quest'anno, che la società su cui galleggia Old Glory è isolata e moralmente irresponsabile come un sottomarino nucleare."


Come sempre il significato di ogni cosa ha quello che prende, che gli viene dato, al di fuori delle intenzioni di chi le ha fatte, inventate. Ed è così anche per le canzoni e pure per Yellow submarine.


Quello che anche per i Beatles sarebbe riuscito difficile immaginare è le trasformazioni che la loro canzone immediatamente avrebbe avuto e in quali simboli si sarebbe trasformato nella controcultura e nei movimenti di lotta.


Se per gli studenti californiani di Berkeley era un arma per gettare confusione e scompiglio nelle menti austere della dirigenza accademica, per gli operai inglesi, gallesi e scozzesi, durante gli scioperi e i picchetti diventava il facile coro che trasformava “We all live in a yellow submarine Yellow submarine, yellow submarine” in “We’re live on bread and margarine”, mentre la rivista Folk magazine coniava lo slogan contro l’uso delle armi chimiche come il Napalm da parte dell’esercito americano in Vietnam “We’re all dropping jellied gasoline”.


Nell’autunno del 1966 a San Francisco si svolge una delle più grandi manifestazioni promosse dal MOBE, come veniva chiamato il coordinamento per la fine della guerra che raggruppava organizzazioni afroamericane di diverso orientamento, dai non-violenti ai più radicali, organizzazione studentesche e culturali. All’interno del corteo in uno spezzone della parte più creativa del movimento che comprendeva Diggers e abituali frequentatori della alternativa Haight Ashbury, appare un grande sottomarino giallo di cartapesta…


L’ineffabile rivista Life interpreta l’azione come " simbolo del desiderio di fuga della scena psichedelica ". Amen.


Yellow Submarine (Remastered 2009)


Le immagini sono tratte dal sito www.beatlesebooks.com dove è possibile leggere la dettagliata genesi del brano e della registrazione.


L’ultima foto : scultura in metallo di 51 piedi Yellow Submarine costruita da apprendisti del cantiere navale britannico Cammell Laird per l'International Garden Festival tenutosi a Liverpool nel 1984.

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