GIORNO PER GIORNO 26 aprile - Cogli il tempo!
- Andrea Colombu
- 26 apr 2021
- Tempo di lettura: 7 min
26 aprile 1968
Elaine Brown, musicista, poetessa e attivista, in seguito all’uccisione di Martin Luther King e le rivolte successive, interviene per la prima volta a una riunione delle Pantere Nere (di cui diventerà presidente nel 1974).

Mi dici che il sole ti appartiene /e dovrebbe circondarti Ma /quando mi volto a guardare /vedo che ti hanno strappato /il sole tutto intorno. /Perché a malapena sembri /desiderare ciò che è tuo Sembra che a malapena importi /se ami il sole/ È da dove vieni /Allora faresti meglio a osare /Per cogliere il tempo /Il tempo è adesso /Oh, cogli il tempo /E sai come.
Elaine Brown aveva compiuto 25 anni da un mese il giorno che Martin Luther King era stato assassinato e da alcuni anni militava in organizzazioni studentesche afroamericane e scriveva per il giornale californiano Harambee (in Swaili suona come Let’s pull together). Tre settimane dopo partecipava per la prima volta a un’assemblea del Black Panther Party, l’organizzazione rivoluzionaria di cui diventerà presidente.

Nata in una famiglia povera a Philadelphia, con un padre sempre assente, aveva potuto studiare in una scuola privata grazie agli sforzi della madre che le avevano consentito di frequentare con profitto anche corsi di pianoforte e danza. Dopo il college si era trasferita in California per provare se la passione per la musica poteva diventare anche un mestiere. Per mantenersi agli studi all’UCLA , l’Università di Los Angeles, aveva fatto la cameriera al Pink Pussycat, uno strip bar. Un lavoro come un altro, cioè una merda dove si guadagna una miseria, ma se hai tanta fiducia in una buona stella capita di incrociare qualcuno giusto. Ed Elaine Brown crede nella sua stella ed è disposta anche a fabbricarsela. La persona che incontra è Jay Richard Kennedy, attivista e militante nero, di idee socialiste e impresario musicale. Non uno qualunque, ma manager, consigliere e artefice del successo di Harry Belafonte, il popolarissimo cantante e attivista per i diritti civili. La vicinanza con Kennedy e la frequentazione degli ambienti studenteschi radicali la portano a un deciso impegno sino a ricoprire posizioni di responsabilità della Black Student Alliance al Black Congress in California e a scrivere anche sul giornale Harambee che, partito da posizioni di rivendicazione dei diritti civili, stava avvicinandosi alle posizioni delle Pantere Nere.
Mi dici che l'anima è reale /E la tua anima deve sopravvivere /Eppure, vedo che si sono presi delle libertà /con le tue anime e le tue vite. /Non dirmi che ti manca la preoccupazione /Per tutto ciò che devi essere perché so che sai /che non devi essere trasformato /e so che puoi vedere /Per cogliere il tempo /Il tempo è adesso /Oh, cogli il tempo /E sai come.

Il 26 aprile del 1968 segna per lei la data per un impegno ancora più forte dentro la comunità nera. Senza trascurare il suo bisogno e desiderio di esprimersi con la musica, diventa come tante altre donne aderenti al Black Panther Party una formidabile organizzatrice: le mense gratuite per i bambini, le scuole popolari di quartiere, l’assistenza medica gratuita, l’assistenza ai detenuti, arrivando ad organizzare anche sistemi di trasporto autogestito per i parenti dei carcerati. I problemi della comunità nera in ogni città sono gli stessi, sono problemi quotidiani legati alla miseria e alla marginalità in cui è costretta la loro vita. I giovani violano le leggi della società che li respinge e finiscono in riformatorio e poi in prigione. Sono privi di tutto, idee, fiducia. E allora bisogna trovare per loro forme di aggregazione che li allontanino dalla spirale gang di strada/carcere/gang di strada più feroce. Le Pantere erano nate ad Oakland, California, nel 1966 ed erano praticamente una gang di strada che si era politicizzata in carcere e che aveva iniziato ad aggregare la comunità su cose minime ma vitali. Huey Newton e Bobby Seale, i due fondatori, avevano raccolto la rabbia della propria gente che viveva in un quartiere tagliato da una strada a scorrimento veloce e attraversato quotidianamente da migliaia di automezzi di impiegati bianchi lanciati veloci a fine lavoro. A quell’incrocio si contavano le croci di persone falcidiate dalle auto. La richiesta del posizionamento di un semaforo non era stata mai neanche presa in considerazione dalle autorità. Fino a che la comunità nera non si era organizzata.
Nel 1968 le Pantere Nere sono diventate l’organizzazione militante più riconosciuta e diffusa degli afroamericani, in ogni città, in ogni quartiere in cui esista una comunità nera le Pantere intervengono con i loro piani di assistenza sociale, cercando di dare al ribellismo e all’illegalismo diffuso una prospettiva diversa e sociale in favore della comunità. Una battaglia culturale e organizzativa che prevede anche l’autodifesa che si trasforma spesso in scontro con lo stato. L’FBI considera il Black Panther Party l’organizzazione più pericolosa degli States, il principale nemico, "la più grande minaccia alla sicurezza interna del Paese".

Per questo Edgar G(man)Hoover ancora a capo del Federal Bureau Investigation ha fatto una circolare segreta (da decenni ormai resa pubblica) per infiltrare l’organizzazione, eliminare fisicamente i suoi dirigenti, fabbricare prove false ai loro danni. Elaine è impegnata in più fronti. E’ diventata responsabile culturale del giornale della sezione di Los Angeles, cura i rapporti con i detenuti, si occupa della comune organizzazione con i latinos, chicanos, asiatici, immigrati in quella che partendo dalle scuole diventerà la Raimbow Coalization e il Fronte di Liberazione del Terzo Mondo nelle università.
Le Pantere erano riunite per commemorare due giovani compagni Alprentice "Bunchy" Carter e John Huggins, studenti universitari dell’UCLA, assassinati da una gang di nazionalisti neri. Alla cerimonia Elaine Brown aveva intonato un gospel che aveva colpito molto i partecipanti, tanto che la richiesta di provare altri pezzi al piano si era tramutata in una richiesta più precisa.
Il movimento occupava ogni settore della vita quotidiana e vuole dare un senso verso la liberazione attraverso la cultura e la musica. David Hillard, diventato presidente delle Pantere al momento dell’arresto di Huey Newton, convince Elaine Brown a registrare un disco. Un potente rock di lotta, capace di far muovere il corpo e i cervelli, che trascini, canzoni che diventino inni come lo sono per gli studenti e i per i militanti contro la guerra quelli delle band della controcultura.

Elaine Brown all’inizio del 1969 incide il suo primo album col titolo di uno degli slogan partiti dalle Pantere e diventato patrimonio di tutti i movimenti Seize the time. L’incisione è curata dal jazzista e arrangiatore Horace Tapscott, uno che "poteva sedersi e orchestrare una canzone proprio come la cantavi", come dirà la cantante.
Dentro la sua musica ci sono blues e canzone d’autore (persino francese, Jacques Brel), la tradizione delle grandi cantanti afroamericane, reminiscenze jazz e più di un eco di Grace Slick dei Jefferson Airplane. I testi sono durissimi e a volte sembrano stridere con l’interpretazione “autoriale”.
“Penso che a Huey Newton piacesse la mia musica perché la sua qualità classica dava dignità al nostro movimento, non era solo ballare per strada, non che ci fosse qualcosa di sbagliato in Martha and the Vandellas perché lo amavamo ... Qualcuno mi ha accusato di non avere un suono nero e non ero sicuro di cosa significasse. Volevo solo creare il suono più bello che potevo fare e fare la cosa più bella che potevo fare per onorare la nostra gente”.

La copertina dell’album, opera di Emory Douglas, ministro della cultura del B.P.P., risponde iconograficamente alla doppia anima del Black Panther Party: in evidenza il busto di una donna con giacca di pelle, badge del partito, che imbraccia un AK47, come i guerriglieri Vietcong che resistono all’invasione americana. Sotto figure di bambini per ricordare l’istituzione delle colazioni gratuite, la figura di una donna che fa pensare a un tributo alla vedova di uno degli studenti assassinati (ricordati nel brano Assassination), direttrice del giornale delle Pantere e di una scuola autogestita.
La registrazione e la diffusione dell’album apre alla formazione di altre band diretta emanazione delle Pantere Nere e in particolare, i più famosi, i Lumpen, band dal nome indicativo (Lumpenprolektariat di origine marxista, il sottoproletariato che vive di marginalità e di ribellismo individuale e illegalismo). Sulla scorta del pensiero di Franz Fanon, il centro del potere del mondo con le sue opulente capitali finanziarie, il centro delle metropoli assediate dai suoi margini, gli abitanti del terzo mondo in lotta contro colonialismo e imperialismo e gli abitanti dei ghetti, afroamericani, latinos e altri immigrati che assediano le metropoli.
La storia di Elaine Brown è quella di un continuo scontro contro il maschilismo e il machismo che permea anche la vita di un’organizzazione rivoluzionaria come le Pantere Nere, di cui comunque diventerà per tre anni presidente (1974-77) assumendone la carica quando Huey Newton, ricercato dalla polizia aveva dovuto lasciare gli USA e rifugiarsi a Cuba. E, giusto per essere chiari, queste sono le sue parole al momento del suo insediamento: "Ho tutte le armi e tutti i soldi. So resistere alle sfide dall'esterno e dall'interno. Ho ragione, compagni?"

Elaine Brown lasciò il partito quando alcuni studenti della scuola autogestita risposero a un rimprovero picchiando la loro insegnante, senza che questo portasse a un significativo gesto di solidarietà con la donna da parte del resto dei vertici maschili dell’organizzazione.
Come scrive Michael Lupo sullo Smithsonian blog “Elaine Brown ha imparato in prima persona il dolore e l'impotenza di essere neri e donne. Le pantere mantennero la promessa di redenzione. Il racconto di Elaine della sua vita ai livelli più alti della gerarchia delle Pantere illumina più del dolore del sessismo e della lotta contro il razzismo: i rituali di potere maschile che racconta portavano i semi della distruzione del Black Panther Party”.
Elaine Brown, autrice di un libro di memorie e di un altro album quando era presidente del B.P.P. continua a essere una militante e organizzatrice della comunità, il suo nome è ancora legato ad attività in favore dei detenuti.
Ti preoccupi della libertà /Perché ti è stata negata /Beh, penso che ti sbagli /o allora, devi aver mentito. Perché non ti comporti /come quelli a cui importa /Non hai mai nemmeno combattuto per la libertà che affermi mancarti/O non hai mai pensato di /cogliere il tempo /Il tempo è adesso /Oh, cogli il tempo E sai come. (Elaine Brown: Seize the time)
Elaine Brown: Seize the time
Comments