GIORNO PER GIORNO 20 aprile - Peterloo
- Andrea Colombu
- 20 apr 2021
- Tempo di lettura: 8 min
20 aprile 1819
La battaglia è finita, forse anche la guerra. Joseph, giovane trombettiere, torna a casa…

La sentenza della Corte di Assise Chester Spring del 20 aprile 1819 riporta la condanna di tre operai tessili, accusati di essere gli organizzatori, i sobillatori dei tessitori della contea di

Lancashire che avevano marciato in diecimila sino a Londra per convincere, con la forza dei numeri e della petizione con migliaia di firme, il principe reggente e futuro re, a occuparsi della galoppante miseria e della disoccupazione.
La battaglia è finita, forse anche la guerra. Joseph è in marcia con gli altri operai tessili…
C’è una costante nella storia: durante e dopo una guerra qualcuno si arricchisce, sono pochi e riconoscibili; molti, moltissimi diventano più poveri di prima, sono tantissimi ed evidenti. I primi scrivono la storia a loro modo. Gli altri scrivono canzoni e ballate per raccontare la verità, per invitare a resistere.

Huzza! huzza! il momento è arrivato, aprire i porti, deve essere fatto, la bella carriera dei proprietari terrieri è finita,
la loro legge sui cereali deve essere abolita!
La guerra era finita. Napoleone era stato sconfitto a Waterloo, ma la guerra in casa era sempre la stessa: guerra ai poveri. In tutta le zone industriali d’Inghilterra (ma anche in Scozia e Galles) la depressione economica sembrava arrivata al suo punto peggiore. Le fabbriche si andavano automatizzando, i tessitori manuali non servivano più. Le piccole aziende tradizionali a carattere familiare erano costrette a chiudere perché i loro prodotti, non più concorrenziali rimanevano invenduti. I salari in fabbrica erano stati ridotti e il prezzo del pane era a livelli insopportabili. Una legge protezionistica, le Corn Law, impediva che dalle ex colonie americane potesse arrivare il grano a buon mercato. I proprietari terrieri non volevano avere concorrenti. Si scrivono petizioni e si raccolgono migliaia di firme. Ma non serve a niente. Una volta dopo l’altra ogni petizione trova porte sbarrate.
Oh allora, dissero i proprietari terrieri, dobbiamo procedere per far approvare una legge con tutta la velocità possibile, poiché siamo determinati a sostenere le nostre rendite, poiché dobbiamo ancora cavalcare sui nostri carri d'oro.
Joseph fa parte di una famiglia operaia della zona di Manchester, come tutti, vogliono l’abolizione delle Corn Law, e appoggiano la richiesta di poter contare anche elettoralmente. Il diritto di voto deve essere esteso anche agli operai, i latifondisti non possono essere sia padroni dell’economia che delle decisioni legislative. È un intrecciarsi di istanze radicali e richieste riformiste.

Joseph, con suo padre Joshua e suo fratello Robert, partecipa alle riunioni operaie e s’infervora a sentir parlare Johnson, Bagguley e Drummond, i tre instancabili organizzatori della marcia operaia verso Londra.
Due anni prima, il 10 marzo del 1817 la marcia degli operai, i Blanketeers, era stata interrotta dall’intervento dell’esercito Il reparto dei Dragoni. Maledetti! L’esercito, lo stesso dove avevano mandato i tanti Joseph a combattere. A colpi di sciabola avevano ammazzato un manifestante e ferito altri quaranta mentre la folla si disperdeva e fuggiva.
molto più care per me sono le colline del nord, la terra delle montagne blu da valore a chi vi nasce, quelle colline desolate dove la libertà ha posto la sua dimora, e quelle vaste valli distese dove nessuno schiavo ha mai camminato

Nellie è la madre di Joseph e fa parte di una nuova e combattiva organizzazione femminile. Partita dalle operaie e da mogli, figlie e sorelle di operai adesso si rivolgeva anche alle altre donne. Sono tante, anzi tantissime, in breve tempo la Society of Female Reformers, che ufficialmente si formerà solo il 20 luglio, conterà migliaia di adesioni. La segretaria Susanna Saxton e la presidente Mary Fildes stanno sul palco con Henry Hunt, l’oratore riformista più famoso e seguito della nazione.
Le richieste contro le tasse sul pane e per il suffragio universale si scontrano contro le decisioni del Parlamento che invita i magistrati a rendere esecutivo il Riot Act che proibisce le riunioni di più di dodici persone mentre costituiscono un reparto speciale dell’esercito, della cavalleria per intervenire contro nuove manifestazioni. La rottura di un finestrino della carrozza del principe reggente, da parte di un solitario londinese che voleva esprimere il suo malcontento, era stata l’occasione per Lord Sidmouth, ministro degli interni per sospendere i diritti costituzionale dell’Habeas corpus.
Nei discorsi nei circoli operai, nelle assemblee delle donne è un mischiarsi di toni e di voci. C’è la retorica, i toni roboanti di oratori come Hunt, ci sono moderati e ribelli, arrabbiati e accomodanti. Ma per lo più oltre la rabbia, c’è molta determinazione.

Anche gli industriali sembrano condividere le ragioni operaie. La lettura di economisti come David Ricardo e Malthus li aveva portati a convincersi che l’abolizione della legge a favore dei dazi sui cereali d’importazione, portando la diminuzione del prezzo del pane, avrebbe portato anche a una diminuzione ulteriore dei salari. E in quanto all’aumento dei votanti avevano da guadagnarci se veniva revisionato tutto il farraginoso sistema elettorale controllato dai proprietari terrieri.
La situazione è la stessa anche in altre zone del Paese. Le piccole fabbriche e le officine metallurgiche non reggono il passo delle fabbriche che si automatizzano e la disoccupazione aumenta e aumenta l’esercito di disoccupati che si fanno concorrenza e son disposti a percepire un salario più basso. I contadini dovevano pagare ai proprietari terrieri l’affitto del pezzetto di terra e il prezzo di quello che producevano doveva rimanere basso se no i commercianti non lo acquistavano, ma non era così basso rispetto a quello di chi coltivava in grande e ovviamente i commercianti non si potevano permettere di acquistare dall’America perché le tasse erano proibitive. I prezzi li controllava così il latifondista e scaricava la colpa sui commercianti.
Un certo grande cortigiano divenne un traditore, e rovinò il suo paese per amore del guadagno; O peste su lui e tutto quello che ha, perché ha abbandonato la causa del povero commerciante

Ebenezer Elliott aveva lavorato alla New Foundry di Masbrough, senza percepire mai una paga, sia prima che fosse rilevata dal padre sia dopo. Alla morte dell’uomo Ebenezer, subentrato nell’impresa si scontra con le difficoltà costituita dalla concorrenza, sino a dover chiudere, coperto di debiti. Il fallimento era stato causato dalle leggi protezioniste sui cereali, insisteva Elliott. La gente era in miseria, non c’era lavoro e nessuno che avesse bisogno del lavoro della sua fonderia. Lui ama il lavoro, ma soprattutto la natura, le passeggiate al fiume e la poesia. Aveva studiato poco a scuola, ma una volta imparato a leggere si era dedicato alla lettura e fortunatamente il padre aveva una sua piccola biblioteca e, fortuite coincidenze lo avevano messo in contatto con altre persone appassionate per la lettura. Si infuriava costantemente contro la tassa sul pane come chiamava le Corn Law e questa rabbia prenderà presto la strada della poesia.

Intanto nel 1819, la svolta. Chiude la sua piccola azienda e si trasferisce con moglie e figli a Sheffield e calcolando gli alti e bassi del piccolo commercio vende materiali di ferro e scrive filastrocche e poesie. Anche gli operai sanno leggere, anche i ceti più marginali leggono, magari stentatamente, ma si appassionano. Spesso si impara a leggere nei circoli operai e nelle associazioni benefiche. Ci sono tantissime pubblicazioni e si è avidi di notizie, cronaca, avventure più o meno vere, vicende giudiziarie. I giornalini, del costo di un penny, in carta poverissima, stampati male sono spesso un capolavoro di inventiva. Passano di mano in mano sempre più sgualciti. C’è la storia di Noè nella sua Arca che sospinto dagli altri occupanti rinuncia all’esclusiva autarchia produttiva per accettare l’arrivo di altri prodotti arrivati sul cucuzzolo del monte Ararat dove si è ritrovato.
Ebezener Elliott ha la sua storia da raccontare in versi, ha la sua rabbia. Incontra poeti e scrittori, si da una disciplina nello scrivere, impara a esprimersi poeticamente, si corregge e si fa correggere e intanto ha le orecchie e la mente aperta per capire le grandi ingiustizie. “Sto dalla parte dei più umili, sono stato operaio anch’io e ora sono appena più sopra ma sempre pieno di polvere di ruggine sui vestiti e nelle narici”.
"Elliott non cantava, ma gridava; non si lamentava, ma bestemmia: i suoi versi erano maledizioni inondate di frenesia indiscriminata. Non importa: scuotevano il cuore della moltitudine e destavano la curiosità dei raffinati", così si sarebbero espressi dopo la pubblicazione delle sue poesie.
Intanto le condanne ai leader del movimento operaio del 20 aprile 1819, propiziate dalle denunce di elementi della polizia infiltrati come agenti provocatori, non hanno fermato la mobilitazione. L’appuntamento è per una nuova manifestazione il 20 di agosto. Stesso luogo di partenza St. Peter’field, a Manchester. Tra gli oratori previsti c’è anche Hunt, ma i magistrati hanno intercettato la lettera che comunica la sua adesione. Sono sicuri che questa volta accorreranno da ogni parte a decine di migliaia e preparano l’intervento dello speciale corpo di cavalleria.

La mattina la folla è imponente. Ci sono anche il giovane ex trombettiere di Waterloo, Joseph con tutta la famiglia. C’è la madre Nellie con tutte le donne dell’associazione, c’è il babbo con gli altri operai tessili. E c’è il magistrato Hulton, che inascoltato legge il Riot act, intimando ai presenti di sciogliere l’assembramento mentre contemporaneamente la cavalleria Yeomanry carica la folla, la circonda, non da scampo a nessuno. Squarciano corpi con le sciabole, calpestano chi fugge sotto gli zoccoli dei cavali, lasciano una quarantina di morti e un numero imprecisato di feriti. Il principe reggente invia le sue congratulazioni per la buona riuscita della repressione.
Joseph, come quattro anni prima a Waterloo vaga disperato nel terreno coperto di cadaveri.
Questa volta i giornalisti presenti non chiudono gli occhi, accusano il governo del massacro di gente inerme. Chiamano l’eccidio di Saint Peter, Peterloo. E questo nome rimarrà per sempre appiccicato agli infami che se ne macchiarono. La produzione artistica fu altissima, sotterranea e diffusissima. Ebezener Elliott compose il suo Anthem, feroce satira del God Save the queen:
Quando salverai il popolo? Oh, Dio di misericordia! quando? Non re e signori, ma nazioni! Non troni e corone, ma uomini! Fiori del tuo cuore, oh, Dio, essi sono! Non lasciarli appassire, come erbacce, via! La loro eredità è una giornata senza sole!
Dio!Salvi le persone!
L’eccidio segna anche l’atto costitutivo di tutti i movimenti operai e proletari che ripresero forza dalla metà del secolo.

Duecento anni dopo il regista inglese Mike Leigh, presenta il suo Peterloo in anteprima a Manchester, nel luogo del massacro, prima di portarlo in concorso al Festival di Venezia: Joseph il trombettiere-operaio e la sua famiglia sono personaggi della sua fiction che riporta con forza il ricordo di qualcosa che il potere ha sempre cercato di far cadere nell’oblio. Restituisce la coralità delle voci. Ogni personaggio, tutti reali tranne Joseph, Nellie, Joshua, in rappresentanza dei tanti come loro hanno una voce diversa, toni e convinzioni diverse. Il cuore del regista, però si capisce da che parte batte. “Quello che vediamo in Peterloo – dice Leigh – sono le forze della repressione messe a nudo”
In un’intervista a Giovanna Branca sul quotidiano il manifesto del 19 marzo 2019 Mike Leigh dice: “È una vicenda che non era mai stata raccontata al cinema nonostante sia un momento fondamentale nella storia della democrazia in Gran Bretagna e non solo: credo sia rilevante anche a livello internazionale. Sono cresciuto a Manchester, molto vicino a Saint Peter’s field, eppure da ragazzo non ne avevo mai sentito parlare, come molti altri miei concittadini. Ma nel corso del 19esimo secolo questo evento ha avuto una grande eco, e ha ispirato importanti movimenti come quello cartista (per il suffragio universale maschile, la segretezza del voto ecc., ndr) e il movimento operaio”.
“Da subito ho deciso che non volevo scendere a compromessi per quanto riguarda i discorsi: quella di Peterloo è una storia sulle idee, sulla contestazione, sulla comunicazione. I discorsi vengono da fonti storiche, e siamo stati molto rigorosi nel «sintetizzarli»: ognuno è diverso dall’altro, aggiunge una nuova sfumatura o una nuova prospettiva. E non ho mai pensato che ci sarebbe stato un protagonista: l’unico modo di portare sullo schermo questa storia è raccontare tutte le fazioni coinvolte. Non faccio film che «dichiarano» il proprio messaggio: mi rivolgo invece alle emozioni, alla rabbia di chi guarda, che poi può informarsi sui fatti per conto proprio”.
L'epitaffio del poeta
Fermati, mortale! Qui giace tuo fratello, il poeta dei poveri. I suoi libri erano fiumi, boschi e cieli, Il prato e la brughiera, I suoi insegnanti erano il lamento dei cuori lacerati, Il tiranno e lo schiavo, La strada, la fabbrica, la prigione, Il palazzo - e la tomba!
(Ebezener Elliott)
(gli ultimi due brani sono di Ebezener Elliott; i precedenti di anonimi a cui abbiamo rubato tantissime altre parole per scrivere questa storia che così risulta anch’essa corale)
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