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GIORNO PER GIORNO 16 marzo

16 marzo 1966

Mai parlare di sesso! La censura bigotta di magistratura e organizzazioni cattoliche contro i redattori del giornale scolastico la Zanzara del Liceo Parini di Milano


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Il pomeriggio del 16 marzo 1966, due studenti e una studentessa del liceo classico Parini di Milano vengono invitati a presentarsi nello studio del sostituto procuratore della Repubblica Pasquale Carcasio. Sono il responsabile, la curatrice e un collaboratore del numero di febbraio del giornale studentesco “La zanzara”, che contiene un’inchiesta dal titolo “Cosa pensano le ragazze d’oggi?” a proposito della cultura, della morale, della religione, del matrimonio e del lavoro.


Il Liceo Parini di Milano è frequentato da ragazze e ragazzi della buona borghesia e il suo

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giornale studentesco, autorizzato dal preside, aveva iniziato le sue pubblicazioni subito dopo la guerra nel 1945, grazie all’impegno di un gruppo di studenti e alla carta regalata dai partigiani.

Le risposte delle ragazze intervistate sembrano al passo coi tempi. Se qualcuna non ammette il sesso fuori dal matrimonio altre hanno opinioni opposte: “Nell’amore nessuno dovrebbe agire secondo limiti e regole già prima codificati, ma solo secondo la propria coscienza e la propria volontà” oppure “La religione in campo sessuale è portatrice di complessi di colpa”, “Quando esiste l’amore non possono o non devono esistere limiti e freni religiosi” e ancora “La posizione della Chiesa mi ha creato molti conflitti fin quando non me ne sono allontanata”; e sulla famiglia, l’esigenza di dialogo, il fastidio per l’autoritarismo: “Io posso accettare un consiglio da mio padre solo se è motivato e non perché dice che è il padre e basta!”


Ce n’è abbastanza per mettere in allarme gli autonominati custodi della morale e della sacralità. A metà febbraio, circola un foglio di ispirazione cattolica che attacca duramente il giornale per "l'offesa recata alla sensibilità e al costume morale comune". Tutti vedono dietro la firma di Pariniani cattolici l’intrusione dell’organizzazione studentesca di Don Giussani, quello che fonderà Comunione e Liberazione. La parola è “scandalo”, come scrive il Corriere Lombardo in un servizio del 22 febbraio.


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Il direttore della Zanzara Marco de Poli, la redattrice Claudia Beltramo Ceppi e un collaboratore, Marco Sassano, vengono convocati dal magistrato e devono essere sottoposti ad accurata visita psicofisica per accertare qualcosa di non ben definito ma istituito da una legge fascista del 1934 "per verificare la presenza di tare fisiche e psicologiche".


La ragazza si oppone e riesce ad allontanarsi. “Ci puntarono una luce negli occhi”, racconta Marco Sassano, “dicevano che dovevano stabilire se stavamo bene, se eravamo in grado di intendere e volere…. Ci dissero di spogliarci e cominciarono a farci strane domande, ci chiedevano per esempio se i nostri genitori convivevano”. Vengono denunciati anche il preside e lo stampatore. Reati contro la morale e persino stampa clandestina.


"Volevo capire se questi giovani della buona borghesia milanese avessero consapevolezza della società che stava cambiando. Erano gli anni in cui si cominciava a discutere di libero amore, dei sistemi di contraccezione di cui si parlava di nascosto", racconterà Claudia Beltramo Ceppi, ideatrice dell’inchiesta. “Mi spiazzarono. Quelle risposte erano aperte, illuminate. Il tema centrale in realtà non era il sesso, ma il ruolo della donna nei confronti del marito, dell'educazione dei figli. E il pensiero di quelle ragazze era così diverso rispetto alla mentalità di allora”.


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Il caso supera ben presto i confini milanesi e lombardi per diventare un affare internazionale seguito da centinaia di testate giornalistiche con inviati europei e americani. Soprattutto ci si mobilita nelle scuole e si sviluppano centinaia di azioni di solidarietà nei confronti degli studenti. L’editore Giangiacomo Feltrinelli mette a disposizione le sue librerie di tutta Italia per una raccolta di firme e si susseguono manifestazioni, prese di posizione, petizioni e interrogazioni parlamentari a favore degli studenti e del loro giornale.


Il 23 marzo duemila studenti del Parini e di altre scuole milanesi, insieme ai professori, marciano per la libertà.

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Al processo iniziato il 30 marzo 1966 basta una battuta per capire che l’accusa va soprattutto alla diciassettenne studentessa e redattrice e alle sue compagne della stessa età, come lei stessa ricorda: "[Fu] una frase del pm durante l'arringa. Disse: "queste ragazze che vanno in giro con il materasso dietro alla schiena", riferito a me. Fu terribile".

Una ragazza nell’inchiesta de La zanzara all’interno di un’articolata e argomentata risposta aveva detto: “Non vogliamo più un controllo dello stato e dalla società sui problemi del singolo e vogliamo che ognuno sia libero di fare ciò che vuole, a patto che ciò non leda la libertà altrui. Per cui, assoluta libertà sessuale e modifica totale della mentalità”


Il 2 aprile 1966, la sentenza assolve i tre studenti dall'accusa di stampa oscena e corruzione di minorenni.

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