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GIORNO PER GIORNO 16 luglio - Hobo's Lullaby

16 luglio 1968

 

Il crimine del vagabondaggio


Atlanta, stato della Georgia, Stati Uniti, lunedì 16 luglio compare in giudizio, in stato di arresto un ragazzo, con l’imputazione che sa di tempi antichi: vagabondaggio.


E’ un segno dei tempi. Il Paese che fonda il suo essere (e la sua radice) nella libertà di movimento, ma che non ha mai tollerato chi realmente la pratica, dal giovane Jack London, agli hoboes del periodo della Grande Depressione, ora ha un nuovo grande nemico: i giovani che si spostano, si arrangiano per vivere, non si preoccupano del proprio futuro, si sentono estranei al meccanismo della ricerca di successo e stabilità economica.


I nuovi vagabondi, non molto distanti dai sentimenti descritti da Jack London nel suo racconto autobiografico e raccolta di articoli del 1906 e 1907 La strada: “Forse l’aspetto più affascinante nella vita del vagabondo è la mancanza di monotonia […] Nella ‘Hobo land’ la vita offre un volto proteiforme, è una fantasmagoria sempre mutevole, dove avviene l’impossibile e ad ogni svolta della strada l’imprevedibile balza fuori dai cespugli. Il vagabondo non sa mai che cosa capiterà l’istante dopo; vive quindi solo nel momento presente.” e ancora: “Mi capita ogni tanto, in giornali, riviste, e dizionari biografici di imbattermi in brevi profili della mia vita dove, in frasi eleganti, trovo scritto che fu per studiare sociologia che diventai vagabondo. Questo è un pensiero molto gentile da parte dei biografi, ma non è esatto. Io diventai un vagabondo – beh, a causa del tipo di vita che era dentro di me, della smania di andare in giro che avevo nel sangue e non mi dava pace.”


La lettura di un qualsiasi giornale underground dell’epoca ce ne da un quadro e riesce a fornire uno sguardo sui meccanismi economici che diventano forme di consenso culturale, si trasformano in dispositivi di legge e ordinanze amministrative. The Great Speckled Bird, nel secondo numero di luglio 1968 ci ai.


Si inizia con un certo Dave Farrell, allora in viaggio con un amico proveniente dall’Alabama. Per tirar su qualche spicciolo va alla redazione del Bird e chiede di poter vendere il giornale per guadagnarsi la percentuale sulle vendite. Col suo fascio di giornali, subito dopo la prima vendita viene fermato da due poliziotti in moto. Identificazione e breve interrogatorio.


Sembra un classico film western, il lungo filone cinematografico dedicato a quanti spostavano la propria frontiera, con l’immancabile battuta pronunciata all’arrivo in paese di uno sconosciuto, da uno sceriffo o da qualunque uomo di potere: “Noi in questo paese non amiamo i forestieri”.


I due ufficiali motociclisti RS King e DR Arnold. "Cosa stai facendo, ragazzo?" "Vendo giornali per farmi un po' di soldi.”,"Dove alloggi?", “Stesso posto in cui ho soggiornato la scorsa notte.” . Presumibilmente non in albergo, ci immaginiamo. I due si consultano: "Per cosa pensi che possiamo prenderlo?" Vagabondaggio. Per questo tremendo reato la cauzione per non finire in prigione è di mille dollari. Tenendo conto che per campare il ragazzo stava vendendo un giornale di venti pagine del costo di 25 centesimi e che la sua percentuale sulle vendite era del 30%, cioè di 7,5 centesimi a copia, calcolate quante vite sarebbero occorse al ragazzo per evitare

l’incarcerazione. Per il processo del 16 luglio fortunatamente il giornale e varie associazioni hanno fatto intervenire l’avvocato Richard Roesel, che sta impostando la difesa con un attacco nei confronti delle forze dell’ordine per illegittimo arresto, ingiustificata detenzione e violazione dei diritti costituzionali.


Ma non si tratta di un caso isolato. Due giorni prima, il 14, un ragazzo epilettico ,Russell Hughes, era stato portato al Grady Hospital dal suo datore di lavoro Dean Brooking, manager del 14th Gate. Curato dal Dr. George Abernathy e da un Dr. Smith, che gli aveva prescritto Phenol Barbitol e Delantin fu dimesso. La mattina dopo Hughes, ancora sotto l’effetto del barbitolo fenolico, aspettandoilsuo datore di lavoro si era seduto davanti all’ingresso, finendo poi sdraiato. Una pattuglia di passaggio, lo vede e lo riconosce, perché la settimana precedente si era presentato ferito malamente al viso e aveva provato a denunciare una violenta aggressione subita da un gruppo di ragazzi palestrati del college. Lo avevano liquidato con uno sprezzante: “Beh, alcune persone sono proprio così, non possiamo farci niente”, pensando che fosse gay. Così lo fanno rialzare, gli trovano in tasca i flaconi dei sedativi, non controllano neanche la prescrizione medica e lo portano via. Vagabondaggio. Cauzione per il rilascio: mille dollari.


Ad Atlanta, come in altre città degli Stati Uniti, nell’ultimo anno, dopo la Summer of Love di San Francisco, è vietato ai giovani fermarsi nei parchi, sdraiarsi sull’erba, accedere all’area pic-nic. Una speciale ordinanza vieta l’accesso agli hippies. Squadre di poliziotti son incaricati di riconoscerli,valutando la lunghezza dei capelli, l’abbigliamento e tenerli alla larga. In un sol giorno quindici ragazzi hanno trovato l’accesso sbarrato: capelli troppo lunghi, gonne troppo a fiori, troppe collanine e troppi scoraggianti sorrisi su volti sereni delle une e degli altri.


Ad Atlanta il Piedmont Park, come tutti gli altri è interdetto all’accesso agli hippies e ha un’area attrezzata per le famiglie, pic-nic, gioco, riposo. Così Don Brown, baffi a manubrio e arguto organizzatore di eventi alternativi e di comunità, volendo organizzare anche in città un Human Be-in, come quelli sperimentati da una costa all’altra degli Stati Uniti, scrive all’ Ente Parchi e ottiene il permesso per un pomeriggio per un incontro familiare, organizzato come Human Family. La famiglia è grande, colorata, rumorosa, allegra e visibilmente “strana”. Il custode conta ottocento appartenenti alla singolare famiglia. Alle prime note sonore, chiede lumi alla direzione e appena può stacca la corrente. Tutto inutile, il previdente Don Brown si era attrezzato con un generatore autonomo. Cos’ la musica prosegue, seguita dal teatro-guerriglia di una compagnia locale e altra musica.


Agli imprenditori non piacevano gli hippies, un gruppo di residenti si erano lamentati ripetutamente con i funzionari della città della loro presenza e la polizia si era impegnata in una campagna di disturbo nei loro confronti con minacce, fermi e arresti per infrazioni minori. Nel luglio del 1968, un gruppo di imprenditori locali partecipò a una riunione del comitato di polizia della città per lamentarsi di come la presenza hippie danneggiasse il valore delle loro attività e rendesse perfino "pericoloso per i residenti camminare per strada". Quello stesso mese, il capo della polizia Herbert Jenkins aveva lanciato un giro di vite sulla popolazione hippie della zona. Il pericolo di contagio era sempre in agguato…


Ovunque si fronteggiano due modi di vivere, di pensare al futuro. Per chi comanda, a tutti i gradini del potere, la regola è lavorare, produrre, qualunque siano le condizioni imposte, spendere, consumare, svagarsi il fine settimana e poi rifare tutto da capo, in una ruota del tempo infinita e sempre uguale. Una vita sobria, con consumi essenziali, una vita legata alle occasioni e non alla produttività e allo sfruttamento è invece la filosofia giovanile, un’idea che sembra conquistare sempre più persone. Niente di più pericoloso per una superpotenza che si basa su comando, controllo, consumo, spreco. E ipocrisia.


L’America costruita sul mito dello spostamento individuale, della ricerca di nuove opportunità, della libertà di movimento aveva visto come pericolose le persone che della mobilità vivevano per necessità o per desiderio, per scelta o per cultura, i contadini del sud ovest in fuga dopo la siccità degli ultimi decenni dell’Ottocento come gli Okies descritti da John Steinbeck in Furore, gli hoboes e i disoccupati della Grande Depressione, stipati clandestinamente nei treni merci cantati da Woody Guthrie, come i tanti Jack Kerouac e Neal Cassady degli anni Cinquanta e come Jack London, che nel suo romanzo La strada, diario di un vagabondo, scritto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, aveva raccontato il suo arresto a Buffalo a diciotto anni e il terribile mese in carcere per essere stato giudicato colpevole di vagabondaggio.


L’esperienza brutale del carcere, e la conoscenza del mondo solidale degli Hoboes in viaggio, avevano fatto maturare nel grande scrittore una simpatia per le idee socialiste e per la rivolta di classe. Nei racconti, negli articoli raccolti ne La Strada, affiora questa nuova coscienza dell’evidenza delle sperequazioni della condizione di povertà e precarietà che fa la ricchezza dei pochi o pochissimi.


Woody Guthrie aveva reso famosa la ballata Hobos Lullaby, una dolce/amara ninnananna scritta nel 1944 da Goebel Leon Reeves, e poi reinterpretata, spesso con l’aggiunta o la modifica di versi, da suo figlio Arlo, da Cisco Huston, Pete Seeger, Bily Bragg, Bruce Spingsteen e tantissimi altri :


Ora va a dormire mio stanco vagabondo/Lascia che le città scorrano lentamente/Ascolta il canto d'acciaio delle rotaie /Questa è la tua ninnananna Sì lo so che la polizia ti crea problemi /Loro procurano grane ovunque/Ma quando morirai e andrai in cielo Non troverai di certo sbirri lassù E non lasciare che il tuo cuore soffra/Perchè la gente ti chiama barbone/Se tua madre è ancora viva lei ti ama /E allora sei anche tu figlio di una madre

Ora va a dormire mio stanco vagabondo/Lascia che le città scorrano via lentamente/Ascolta il canto d'acciaio delle rotaie /Questa è la tua ninnananna


Bruce Springsteen e Pete Seeger- Hobo's Lullaby


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