GIORNO PER GIORNO 12 aprile - Stupidità della censura
- Andrea Colombu
- 12 apr 2021
- Tempo di lettura: 4 min
12 aprile 1969

La direzione dell’Università di Albuquerque, New Mexico, costretta a rimangiarsi il licenziamento di due docenti rei di aver inserito nel corso di letteratura anche Love Lust il poema di Lenore Kandel.

Potrebbe essere una notizia sull’ovvia stupidità della censura e dei censori. Ma c’è molto di più. Immaginatevi due senatori uno democratico e l’altro repubblicano, in rappresentanza di una trasversale rappresentanza di potere che minacciano di ridurre a un solo dollaro l’anno il finanziamento pubblico all’Università del New Mexico, se non fossero stati allontanati i giovani docenti Lionel Williams, afroamericano, e Kenneth Pollack, gay. L’accusa: aver messo a disposizione nel corso di letteratura e poesia, tra i vari poemi tra cui scegliere, anche quello di Lenore Kandel, la cui pubblicazione aveva provocato il processo all’editore di City Lights, Lawrence Ferlinghetti e la denuncia ai commessi della libreria e dello Psychedelic shop dove era stato messo in vendita. Una donna che scrive liberamente del proprio corpo, dell’amore fisico che diventa un tutt’uno con lo spirito, e usa un linguaggio esplicito era sembrato ai censori un vero oltraggio. Scrittori e poeti avevano difeso la poesia (e la libertà che ognuno ha di leggere quel che gli pare).
Ma all’Università no! Lionel Williams, unico insegnante assistente nero, giovane e part time, ha molto entusiasmo e per il suo corso di letteratura mette insieme Shakespeare, Lenny Bruce, James Baldwin, Leroy Jones, per parlare, di come la lussuria della ricerca del potere accechi Re Lear e come odio, potere, lussuria, avidità s’intreccino. Mette a disposizione numerosi testi per il corso destinato alle matricole. Inserisce assieme a poesia più aulica, anche componimenti di quelli che

la critica letteraria classifica come “poesia povera”, cioè diretta, fresca, quella che da alcuni decenni e soprattutto negli ultimi anni è uscita dagli schemi, dalle accademie, si è contaminata con la musica e il teatro, si può sentire in ogni luogo. Il corso comprende le mille sfaccettature dell’amore in poesia.
Tra le persone che scelgono anche la poesia di Lenore Kandel c’è una ragazza, figlia di un uomo d’affari di Albuquerque. L’uomo ha molte amicizie altolocate, la sua indignazione coinvolge il governo del New Mexico, il Senato americano, arriva alle orecchie del presidente Nixon. La notizia rimbalza su tutti i giornali, travolge la direzione accademica dell’Università, il governo istituisce una commissione per indagare sulle attività di insegnamento, si spendono per questo 50.000 dollari e si tagliano 78.000 dal budget per l'Istituto di ricerca sociale dell'università. E infine la minaccia di ridurre a un dollaro il contributo statale all’università. Come già in precedenza Lenore Kandel diventa l’argomento del giorno. Circolano copie clandestine del suo libro che intanto è stato sequestrato preventivamente in alcune librerie della città. Il tutto in un mese. Marzo 1969. Il giovane Lionel Williams e Kenneth Pollack, che avrebbe dovuto coadiuvare alla realizzazione del corso vengono allontanati. Come ha commentato un professore, "A loro non piace un uomo di colore che insegna ai loro figli bianchi, tanto meno se parla di sesso con le loro figlie.”
L’Università di Albuquerque era stata per anni una delle poche a non essere stata investita dall’ondata di lotte contro la guerra del Vietnam.Ma da un anno anche nel campus erano avvenute mobilitazioni. Studenti avevano boicottato gli uffici di reclutamento, bloccato manifestazioni di propaganda dell’esercito, alcuni studenti erano stati denunciati, arrestati e sospesi, con l’ovvio risultato di moltiplicare la mobilitazione e l’estensione della lotta.

Anche in questo caso gli studenti si muovono in difesa del corso e dell’autonomia delle scelte universitarie dall’intrusione della politica governativa. Bloccano gli uffici, la direzione. In trecento si presentano a casa del preside Ferrel Heady, occupano il cortile, salgono sui tetti, in sei vengono arrestati all’arrivo della polizia. Persino l’FBI apre un fascicolo su quanto avviene all’Università. Infine gli studenti fanno prendere posizione ai docenti per il reintegro di Williams e Pollack con un documento che dice tra l’altro: "È sempre inquietante trovare legislatori che si mettono in mezzo, soprattutto quando si tratta di una materia per la quale non hanno assolutamente mentalità. Semplicemente perché sono stati eletti da elettori bianchi, protestanti e non istruiti della classe media, sentono che è loro obbligo mantenere il pregiudizio di quella maggioranza. " . Il loro sciopero non viene proclamato il giorno 10 aprile, solo perché la presidenza dell’Università sta valutando il ritiro del provvedimento. Sabato 12 aprile il presidente Ferrel Heady annuncia il reintegro dei due docenti e il proseguimento del corso.
Lionel Williams aveva commentato la sua sospensione:" Mi è stato detto che il senso di decenza della comunità è stato violato. Beh, non sono sicuro di volere far parte di una comunità decente, se non appena parli di amore le persone si arrabbiano."
Il preside ha utilizzato un compromesso per non continuare a indispettire, senatori, governo, uomini d’affari e la sguaiata opinione pubblica che di tutta la faccenda aveva solo capito che all’Università si insegnasse pornografia. L’autonomia d’insegnamento non poteva essere toccata, ma i corsi di studio non potevano essere affidati alle decisioni dei singoli insegnanti, soprattutto se giovani, precari, assistenti. Con una formula così ambigua non poteva accontentare nessuno. Gli studenti dopo il reintegro dei due docenti continuavano a insistere sulle altre loro nuove richieste, tra cui la completa agibilità per le loro associazioni.
A decine di anni di distanza, i libri, gli articoli commemorativi di quel decennio scrivono che le autorità non avevano avuto alcuna lungimiranza, non avevano capito quale esplosione stava per avvenire.
Intanto per gli studenti la storia della poesia di Lenore Kandel non era finita, non poteva finire così. In quei giorni d’aprile partiva il loro invito alla poetesse perché nell’anno successivo fosse lei ospite a coadiuvare l’insegnamento del corso di letteratura.

Le edizioni Nautilus al momento della ripubblicazione italiana del Love Book di Lenore Kandel, scrivevano:
“Queste poesie – riemerse dalle incrostazioni del tempo, dall’oblio generazionale e dagli scaffali impolverati dove si vorrebbe racchiudere le esperienze passate, soprattutto quelle così scomode e irrecuperabili – parlano e palpitano ancora. Lascito di libertà e bellezza incommensurabili, sono il canto di una donna che, elevando la sessualità al rango di divinità, ha provato a sottrarla alle leggi dello scambio economico, alla sottomissione e allo sfruttamento, a liberarla dalle catene millenarie del peccato, della vergogna e del sacrificio, suggerendo che l’amore, fatto con rispetto e reciprocità, può innalzarci al settimo cielo, non quello blindato dei monoteismi, ma quello accessibile a chiunque consideri l’esigenza amorosa di essere tutto, in ogni tempo e ovunque, come l’unica alternativa alla società mercantile.”
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