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GIORNO PER GIORNO 11 settembre - River City Reunion: i vecchi e i giovani

Sul marciapiede davanti alla Liberty Hall di Lawrence, Kansas, Keith Haring improvvisa col suo tratto a gesso incisivo e dinamico un ritratto di Allen Ginsberg, padrino della River City Reunion che dal 9 al 14 settembre accoglie in città l’eccellenzadella controcultura, dai numi tutelari della beat generation alle nuove guardie del punk-rock e dell’arte contemporanea.



Erano diversi anni che William Burroughs aveva eletto la città di Lawrence a propria dimora e fu durante una visita di passaggio nel 1986 che Allen Ginsberg concepì l’idea di organizzare una specie di riunione in città per celebrarlo. Condivise questo suo piano potenziale col segretario di Burroughs James Grauerholz e mise di tasca 500 dollari per fondare un piccolo evento a cui inizialmente avrebbero partecipato almeno i poeti Anne Waldman e Andrei Codrescu. Grauerholz coinvolse William Rich e le autorità locali, università e comune, per dar corpo ad un programma che riuscisse a riunire non solo le personalità che erano state la sorgente di tante correnti culturali ma anche le forze giovani che ancora traevano ispirazione da quella sorgente per continuare a rinnovare la libertà creativa e culturale.


Man mano che il piano prendeva forma, una cascata di nomi si aggiunse alla lista iniziale: Timothy Leary, Diane Di Prima, Michael McClure, Ed Sanders, John Giorno, Marianne Faithfull, la rock band Husker Du... un elenco straordinario per cinque giorni di readings, proiezioni, installazioni, performances e musica nella convinzione che tutti avessero qualcosa da offrirsi reciprocamente e da offrire alla comunità.


Il poster ufficiale disegnato da S. Clay Wilson rappresentava un tipico abitante del rurale Kansas che condivide una birra con un irsuto poeta in sandali. Con Allen Ginsberg a fare da maestro di cerimonie e William Burroughs come illustre ospite d’onore, poeti, artisti, scrittori e musicisti di vecchia e nuova generazione si incontravano in un fruttuoso scambio delle loro diversità nel nome della condivisa libertà espressiva.


Preceduto dalla circolazione di inviti via posta e da pochi inserti pubblicitari nei quotidiani locali, il River City Festival inaugurò il 9 settembre con la proiezione del corto Croassroads di Bruce Conner, con le sue riprese a rallentatore delle esplosioni atomiche nell’atollo Bikini. Nei giorni successivi numerosi corto e lungometraggi di artisti sperimentali fecero parte dell’intenso programma offerto al pubblico.


Il pomeriggio dell’11 settembre, in attesa degli incontri all’interno della Liberty Hall Keith Haring aveva deliziato i presenti improvvisando un ritratto alla sua maniera di un Allen Ginseberg dotato di un fallo smisurato e munito di macchina fotografica. Il poeta in carne ed ossa intanto lo fotografava all’opera. Keith Haring aveva più volte dichiarato il suo debito impagabile verso Burroughs e Brion Gysin e la loro tecnica del cut-up. Tramite l’estrema semplificazione formale delle sue figurine, Haring si era creato una sorta di alfabeto visivo essenziale e immediatamente riconoscibile, che, come succedeva nei cut-up, assumeva significati sempre diversi e sorprendenti in base al contesto compositivo in cui veniva utilizzato. La figurina umana a quattro zampe poteva essere combinata in immagini esplicitamente omosessuali, mentre isolata divenne il suo celeberrimo Radiant Baby, il bambino a carponi che gioiosamente emana raggi ma che circondato da scenari fantascientifici o apocalittici testimonia i disastri nucleari e culturali della modernità.


Quello stesso pomeriggio, all’interno della Liberty Hall un infuocato discorso di Jello Biafra, leader della band punk-rock Dead Kennedys precedeva un incontro con Timothy Leary, il padrino delle droghe psichedeliche che in quegli anni si stava interessando all’informatica, alla cibernetica e alla realtà virtuale. Le potenti parole di Jello Biafra ricordavano al pubblico i vari modi contemporanei in cui ci si rende anestetizzati, instupiditi e vuoti. Il musicista fece seguire un racconto di bambini punk che venivano rapiti dai loro stessi genitori per essere riprogrammati da una speciale scuola militare all’obbedienza e all’eterosessualità. Per finire Jello raccontò in dettaglio la disavventura legale da cui era appena uscito vittorioso: l’album dei Dead Kennedys Frankenchrist conteneva all’interno la riproduzione di un’opera dell’artista surrealista H.R. Giger che rappresentava in dettaglio organi genitali. Per questo la band era andata a processo in California con l’accusa di diffusione di materiale nocivo ai minorenni. Alla fisica presenza degli illustri precedenti di Ginsberg e Burroughs, Biafra poteva dirsi momentaneamente sollevato dal rischio della censura artistica, ma non liberato dalla sua costante minacciosa ombra.



Chiunque avesse partecipato a quelle giornate avrebbe avuto l’imbarazzo della scelta con un calendario di eventi di altissima qualità: Ginsberg tenne una master-class per gli studenti universitari oltre a un intenso reading di Howl; Michael McClure alternò un suo reading ad una performance musicale di Marianne Faithfull; Edie Parker dette una lettura di lettere di Jack Kerouac. La coesistenza vitale e innovativa tra vecchie e nuove leve era ai massimi livelli creativi. Doveva essere una corrispondenza d’amorosi sensi che abbatteva qualsiasi barriera generazionale a mettere idealmente insieme nello stesso posto il giovane Keith Haring, la cui figurina stilizzata col buco nella pancia era stata ispirata dall’omicidio di John Lennon, e il poeta Andrei Codrescu che in una delle serate aveva offerto al pubblico il suo poema John Lennon Assasination While Working Night Dusty at Belleview.


La River City Reunion ebbe il suo più degno e liberatorio finale nella serata del 14 settembre quando, dopo un concerto degli Husker Du, in molti si unirono al festeggiato William Burroughs per qualche sessione di tiro al bersaglio.






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