GIORNO PER GIORNO 11 aprile - Sparire nel nulla
- Andrea Colombu
- 11 apr 2021
- Tempo di lettura: 6 min
11 aprile 1954
quel noioso giorno in cui i confetti finirono nel nulla: strana storia di gangster, scienziati, intelligenze artificiali, ricercatori universitari, filosofi, giornalisti, confettieri.

La True Knowledge è una società tecnologica con sede a Cambridge, in Inghilterra , fondata da William Tunstall-Pedoe, specializzata in software per motori di ricerca semantica . Il suo primo prodotto è stato un motore di risposta che mirava a rispondere direttamente alle domande su qualsiasi argomento posto in un semplice testo inglese. Nel gennaio 2012 True Knowledge ha lanciato un nuovo importante prodotto Evi, un programma di intelligenza artificiale per comunicare utilizzando il linguaggio naturale tramite un'app su iPhone e Android. La società, cambiato il nome in EVI, acquisita da Amazon ha creato il software per l’assistente vocale Alexa.

Certo, dare alla propria società il nome di “Vera conoscenza”, può apparire un tantino pretenzioso. Di “Vera conoscenza” hanno scritto filosofi, letterati, poeti, mistici e truffatori. La spiritualità trascende i limiti della conoscenza umana che pensiamo perfettibile ma comunque unica. Per cercare una guida a una storia che tra breve inizierà a complicarsi, facciamo ricorso ad alcune parole di Ralph Waldo Emerson, lo scrittore, filosofo ecologista di metà Ottocento che assieme al suo amico David Thoreau, costituirà una salda guida per generazioni di scrittori e attivisti ribelli: “La conoscenza è l'antidoto della paura. Ciascuno sormonta le paure non appena comprende precisamente il pericolo e impara i mezzi di resistenza. Ciascuno è soggetto al panico, che è, esattamente, il terrore dell'ignoranza arresa all'immaginazione.” E qual è la paura massima? L’horror vacui, la paura del vuoto che inghiotte nel suo nulla, la paura del nulla. Ma noi invece siamo affascinati dal Nulla. Il nulla del compositore John Cage e il nulla delle mostre e delle invenzioni di Ray Johnson (vedi il 1° aprile nel blog bizarre)

Adesso torniamo a William Tunstall-Pedoe, geniale scienziato e ricercatore per la prestigiosa Cambridge University. Nel 2007, il 7 maggio, la True Knowledge Ltd., che sino ad allora aveva contato su una autonomia finanziaria, annuncia la ricerca di nuovi investimenti e quattro mesi dopo rende pubblico l’arrivo di 1,2 milioni di dollari da parte della società inglese Octopus Ventures e nel luglio dell’anno successivo la raccolta di altri quattro milioni di dollari . Con l’arrivo di questi capitali avrebbero potuto espandere il proprio personale, sviluppare nuovi prodotti e procedere verso l'implementazione entro 12 mesi.
Nel 2010 avviene l’illuminazione. Con una ricerca per l’Università di Cambridge Tunstall-Pedoe, dopo avere immesso in uno speciale programma di software più di 300 milioni di titoli di giornali e relative notizie, una miriade di fatti grandi e piccoli su «persone, luoghi, affari e avvenimenti», pone la sua domanda per capire quale sia il giorno più noioso della storia, quello in cui non è successo proprio niente di particolare.
Il sofisticato software ci comunica la sua “Vera conoscenza”: il giorno in cui non è capitato nulla è domenica 11 aprile 1954. Da quando questa ricerca scientificamente inappuntabile è stata pubblicata, ogni giornale ripete la notizia pari pari. Spesso il titolo è più grande della notizia. E sin qui tutto bene. A chi importa che tutti i giornali di tutto il mondo abbiano copiato la notizia senza cercare di aggiungerci almeno qualcosa? In Italia tutti hanno ricopiato la notizia d’agenzia e tutti, proprio tutti, un po’ come un po’meglio aveva fatto il Guardian inglese aggiungono cose tipo: certo, la data magari è stata importante per chi è nato in quel giorno, chi ha trovato un amore, un lavoro, ha vinto qualcosa ecc…

Tanto tempo fa, quando i giornalisti erano tutti assunti stabilmente, era pratica estiva, quando anche i redattori si alternavano in ferie, aver pronte notizie più o meno vere. Intorno a metà agosto si potevano collezionare notizie su ritrovamenti in Ungheria di piccioni viaggiatori partiti dall’Italia trent’anni prima, o durante la guerra, ancora vivi e con il messaggio legato alla zampetta. Mica uno solo. Tanti. Era una delizia allora. Il lettore premiava lo sforzo e l’inventiva e anno dopo anno era sicuro di ritrovare la notizia di nuovi piccioni e nuovi messaggi. Nuovi appunto. Nel caso del giorno 11 aprile 1954 invece si ripete che niente è successo, si ripete e ripete. E la cosa fa un po’ paura. Da quelle parti si potrebbe pensare che il nulla nulleggi.
Il filosofo francese Henry-Louis Bergson ci aiuta a distinguere il "nulla assoluto", che è impensabile nella sua assurdità, dal "nulla relativo" che consiste in un avvenimento aspettato che non si avvera, una cosa desiderata che non accade. Siamo così assuefatti a disastri e catastrofi, guerre, massacri, che se non accadono ci rimaniamo male? Cosa desideriamo realmente?
Ma esistono lettori e lettori, come esistono giornalisti e giornalisti.

Il 14 aprile 1954 il quotidiano Avanti! ha ben presente la funzione del giornalismo. E’ il giornale del Partito Socialista che si era battuto contro la dittatura fascista, i cui dirigenti erano stati uccisi, incarcerati, mandati al confino. Un partito progressista e il suo giornale, socialmente vivace, in quella data pubblica un articolo sul confettificio che a Palermo si trovava in piazza S. Francesco d’Assisi, tra la chiesa e l’antica focacceria. Scrive letteralmente che in quei confetti, “due o tre grammi di eroina potevano prendere il posto della mandorla”. Quell’attività era gestita da Salvatore Lucania, più noto col nome di Lucky Luciano, uno dei più potenti boss della mafia italoamericana, insieme a Calogero Vizzini, considerato uno dei più importanti esponenti di Cosa nostra degli anni Cinquanta.

Lucky Luciano, prima di diventare il più importante boss della mafia, aveva costruito la sua carriera nel periodo del proibizionismo e poi riorganizzando le famiglie mafiose in un coordinamento stabile e, dopo una serie di guerre, non concorrenziale. Era passato dal controllo della prostituzione di New York al traffico di eroina. Arrestato nel 1937 aveva avuto condanne per 50 anni di galera. Ma la sua salvezza fu la nuova guerra, quella che aveva saputo evitare nel 1917 facendosi contagiare volontariamente da infezioni di clamidia. Anche in carcere era potente, capace di controllare movimenti nei porti, sapere di gente che si muove nell’ombra. Gli offrono, in cambio di benefici futuri, di aiutare l’esercito a smascherare gli autori di azioni di sabotaggio contro le navi militari avvenute in vari porti. Dopo il successo del suo intervento avevano alzato la posta: occorreva qualcuno che preparasse in Sicilia il terreno per lo sbarco americano nel piano d’attacco alle truppe di Hitler. Lucky Luciano mise a disposizione la sua rete, contatti, occhi,braccia, luoghi e consigli. Al termine della guerra era un uomo nuovamente libero, libero di andare ovunque,ma fuori dagli Stati Uniti. Prima in Italia e poi a Cuba, da dove viene espulso e di nuovo in Italia. Di certo non sfuggiva alle forze di polizia che l’uomo non fosse un normale pensionato tornato nei luoghi d’origine.
Dal 1949 a Palermo aveva dato vita a un florido mercato di confetti, esportandoli in Germania, Francia, Irlanda, Canada, Messico e Stati Uniti. Poi, l’11 aprile del 1954 esce l’articolo sull’Avanti che apertamente avanza il sospetto, lo mette nero su bianco. Cosa contengono le mandorle del laboratorio dolciario di uno dei più grossi trafficanti di eroina al mondo?
La notte dell’11 aprile 1954 il laboratorio scompare nel nulla, scompaiono i macchinari, i prodotti, le persone che gravitavano intorno. Un miracolo da nulla. Per questo possiamo credere ciecamente al fatto che giornali e siti continueranno a raccontare che in questa data non è successo niente come certificato dalla ricerca dell’Università di Cambridge della True Knowledge,Vera Conoscenza.
Giusto per la cronaca, un’altra cosa. Ricordate la triste impresa americana con l’attacco al Vietnam, iniziato agli inizi degli anni Sessanta da J.F.Kennedy, proseguita con l’escalation dai presidenti Johnson e Nixon e terminata dopo milioni di vietnamiti uccisi, con la sconfitta e precipitosa fuga americana il 30 aprile del 1975? Beh, c’è un antefatto. Il Vietnam nel 1954 stava conseguendo una vittoria dopo l’altra sui colonialisti francesi, mettendo alle corde l’esercito francese. Il governo degli Stati Uniti, già dal 1950 aveva sostenuto la guerra dei francesi con finanziamenti e armi. Poi con un piccolo contingente di 350 uomini. L’11 aprile 1954 decideva di andare in ultimo soccorso della Francia ormai piegata dall’avanzata della resistenza vietnamita dopo la sonora sconfitta a Dien Bien Phu.

Adesso torniamo da dove siamo partiti. Due anni dopo i risultati della sua ricerca sul nulla per Cambridge, nel 2012 la True Knowledge cambia nome e prende il nome del suo prodotto EVI: va dalla Vera Conoscenza alla teoria degli Evi?
I nomi a volte vengono a caso, a volte no. Il filosofo-teologo-matematico del XVI secolo Charles de Bovilles, immaginava un dio creatore in divenire di evo in evo, dal momento in cui “dio, l’entità è l’esistente in solitudine, il reale” e il resto non esiste, è il nulla, l’irreale. Una roba da accademici minori? Ma al succedersi degli evi il nulla scompare e scompare la solitudine del dio. Forse diventa Dio. Tradotto forse viene così. Prima c’era l’eternità, senza inizio né fine. poi c’è il succedersi degli evi che come le rette, hanno inizio ma non fine. Se la ragione del cambio di nome operato dalla società di William Tunstall-Pedoe risiedesse nella lettura del libello di De Bovilles, si sarebbe passati da “La vera conoscenza” a “qualcosa che inizia e non finisce”.
Come diceva Oscar Wilde:“Amo parlare del nulla, padre. È la sola cosa di cui so tutto”
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