GIORNO PER GIORNO 10 marzo
- Andrea Colombu
- 10 mar 2021
- Tempo di lettura: 5 min
10 marzo 1966
Giorno dell’anarchia: topi, galline e cavalli allucinati per una marcia nuziale scoppiettante

Nell’eletto giorno dell’anarchia – il 10 marzo – il gruppo anarco-dadaista olandese Provos mise in atto una delle sue proteste più eclatanti. Imprevedibili e irriverenti, decisero di contestare il passato nazista di Claus van Amsberg, promesso sposo della principessa Beatrice. Era il 10 marzo 1966 e il corteo nuziale degli sposi che attraversava Amsterdam divenne il palco naturale della loro protesta ridicolizzante. IN quell’occasione fecero le cose in grande: il cocchio d’oro degli sposi reali venne colpito con un topo morto, mentre una gallina bianca (colore simbolo delle azioni del movimento) venne lanciata tra le zampe dei cavalli ai quali, si dice, era stato somministrato Lsd. La marcia nuziale venne accompagnata da 200 bombe fumogene che oscurarono la diretta televisiva, intanto decine di persone con al petto la stella di Davide, attaccarono adesivi anti-nazisti sulle auto degli invitati dello sposo. La polizia non tardò ad intervenire: ci furono cariche e pestaggi, arresti e molti feriti tanto che, i giorni seguenti, molti olandesi si dichiararono scandalizzati dalla violenza della polizia. Ma proprio la provocazione era lo strumento prediletto dai Provos per fare politica e sensibilizzare l’opinione pubblica. Nato negli anni Sessanta il movimento riuscì in qualche modo a diffondere un sentire fondato sulla burla e l’irriverenza, fino a vincere le elezioni con la forza di slogan volutamente ridicoli e paradossali. Non-violenti, anti-tabagisti e ambientalisti ante litteram il gruppo amava riunirsi in piazza Spuipplatz, al centro della quale c'era una piccola statua di un fanciullo. La scultura era stata donata alla città da un mercante di tabacco e per questo i Provos – che marchiavano ogni cartello pubblicitario con la K di Kancer – si divertivano a profanarla. Degli happening e spesso finivano con l’intervento della polizia. E proprio la brutalità della polizia vene usata come strumento si protesta. Simbolo dei ludici provocatori sono le mele, che offrivano ai passanti, e le biciclette bianche cuore di uno dei primi Piani bianchi. Per protestare contro inquinamento e uso indiscriminato delle automobili i Provo volevano incentivare e promuovere l’impiego delle bici. Per questo ne lasciavano a disposizione, disponibili al libero utilizzo, negli angoli della città. Bici bianche di cui tutti potevano servirsi. Anche questa iniziativa finì nel mirino della repressione e molti attivisti vennero indagati per istigazione al furto.

Nel 1965, quando uscì il primo numero della loro rivista, venne declinato anche il manifesto dei Provo
“PROVO è un foglio mensile per anarchici, provos, beatniks, nottambuli, arrotini, avanzi di galera, semplici simoni stiliti, maghi, pacifisti, mangiatori di patatine fritte, ciarlatani, filosofi, portatori di germi, stallieri reali, esibizionisti, vegetariani, sindacalisti, babbi natale, maestri d'asilo, agitatori, piromani, assistenti dell'assistente, gente che si gratta e sifilitici, polizia segreta e altra plebaglia del genere.

PROVO è qualcosa contro il capitalismo, il comunismo, il fascismo, la burocrazia, il militarismo, il professionismo, il dogmatismo e l'autoritarismo. PROVO deve scegliere tra una resistenza disperata ed una estinzione sottomessa. PROVO incita alla resistenza ovunque sia possibile.
PROVO è cosciente del fatto che alla fine perderà, ma non può lasciarsi scappare l'occasione di compiere almeno un ennesimo sincero tentativo di provocare la società. PROVO considera l'anarchia come fonte d'ispirazione alla resistenza. PROVO vuol ridar vita all'anarchia ed insegnarla ai giovani.
PROVO È UN'IMMAGINE.”
In sostanza la perfetta incarnazione dell’Homo Ludens di Johan Huzinga, anche lui olandese.
10 marzo 1969
Un commando di situazionisti "rimette" una statua di Charles Fourier sul suo piedistallo, sede lasciata vacante dopo la sua rimozione da parte dei nazisti.

Ci sono molte cose che si possono fare con le statue. Tra cui abituarsi alla loro presenza, interrogarsi sul loro significato e chi rappresentino, ignorarle, nascondersi dietro, utilizzarle per l’ombra e per gli appuntamenti. Qualche arguto burlone le utilizza per appiccicarci fogli satirici e di denuncia del potere. Si buttano giù quelle erette in onore di dittatori, schiavisti, conquistadores. Si possono invidiare i piccioni per la maniera che hanno in genere per omaggiarle o si può esprimere il proprio disgusto certi figuri rappresentati, come è accaduto a Cagliari nel 2020 al tronfio re, vice re, Carlo Felice in abito da dux romano bersagliato con uova di vernice rossa. Poi ci sono altre maniere di trattarle. I conquistatori come entrano in un territorio non loro, rimuovono, abbattono, fondono, distruggono qualunque simbolo del luogo che hanno conquistato.
Così hanno fatto i nazisti entrati a Parigi nel 1940. Tra le statue distrutte c’era quella di Charles Fourier: un simbolo doppio o triplo. Fourier filosofo francese, vissuto tra il 1772 e il 1836 era stato un teorizzatore della parità materiale, economica, giuridica tra uomo e donna, ideatore di un sistema educativo che non si basasse sulla repressione delle passioni e dell’istinto e propugnatore di strutture economiche, i falansteri, fondate sulla base della proprietà societaria e senza alcuna autorità imposta. Per questo era considerato uno dei più importanti precursori dell'anarchismo . La sua statua, inaugurata a Parigi il 4 giugno del 1889 sul Boulevard de Clichy era opera dello scultore anarchico Emile Derré e il monumento stesso era frutto di una sottoscrizione popolare organizzata tre anni prima dalla Scuola Societaria e dall'Unione Falansteriana con il contributo di organizzazioni femminili/femministe e delle cooperative. Roba da far seriamente disturbare la mente di qualunque nazista.
E cosa può succedere quando i conquistatori vengono cacciati, cosa succede ai piedistalli vuoti? Anche qui ci sono varie possibilità. Francis Orme, protagonista del bellissimo romanzo Observatory Mansions di Edward Carey, maestro dell’arte dell’autocontrollo e dell’immobilità, usa un piedistallo vuoto come luogo di lavoro, rimpiazzando la statua rimossa e ricambiando ogni moneta ricevuta con l’apertura degli occhi e il soffio di una bolla di sapone.

Poi ci sono altri modi, altrettanto poetici per riutilizzare il luogo svuotato: rimaterializzare il fantasma della statua rimossa. Farne un’altra e posizionarla con o senza autorizzazione. Il 10 marzo del 1969, senza autorizzazione alcuna, un gruppo di straordinari personaggi dell’Internazionale Situazionista portarono un nuovo Charles Fourier, non proprio una copia della precedente, fatta in gesso bronzato, assieme a una targa: "A Charles Fourier, i rivoltosi di rue Gay-Lussac", ricordando i difensori della Comune di Parigi che difendevano la barricata in quella via. Via e barricata che saranno protagoniste il 10 maggio del 1968 invasa da 20.000 studenti che si battono per difenderla dalla polizia e ricordate la sera stessa nella doppia citazione da Leo Ferrè nella canzone Les Anarchistes, presentata per la prima volta quella sera alla Salle de la Mutualité.
Pino Bertelli, fotografo di strada, film maker e memoria dei movimenti antagonisti, amico dei fondatori dell’Internazionale Situazionista di cui tradusse i testi teorici, in una conversazione dice: “Le finalità della pensiero Situazionista sono di assaltare il cielo del conformismo e restituire dignità agli ultimi, gli esclusi, gli oppressi, e per realizzare questo, tutti i mezzi sono buoni. I Situazionisti passavano dalla critica radicale dell’arte all’arte radicale di ogni politica e la notte giravano intorno al fuoco della ragione, pensavano che con la caduta degli idoli crollavano anche i pregiudizi… mi pare un buon debutto.”
Ma venne rimossa anche questa statua, riposizionata dai Situazionisti nel suo piedistallo non come idolo, ma opera di disturbo urbano, gesto di sfida contro un potere che aveva scelto quali monumenti riproporre e quali no. Soli due giorni di esposizione e il terribile Charles Fourier viene preso in custodia dalla polizia.
Nello stesso luogo,sullo stesso piedistallo una decina di anni fa un gruppo di artisti, il Gruppo Airbone ha posizionato una sorta di parallelepipedo di vetro, dotato di una scala. Le possibilità sono ancora tante…
Di Fourier, dei Situazionisti, del Maggio Francese, di Pino Bertelli, di Leo Ferrè e di Observatory Mansions di Edward Carey parleremo ancora e ancora.
“bisogna applicare il Dubbio alla civiltà, dubitare della sua necessità, della sua perfezione e della sua permanenza”
(Charles Fourier)
UNA BANDIGLIA DI UTOPISTI / SITUAZIONISTI / BRACCONIERI DI SOGNI APPRODA A PARIGI, IL PRESIDENTE DELLE HALLES, CHARLES FOURIER, LI ATTENDE AL CASTELLO DI VERSAILLES: CHE LA FESTA COMINCI!
(Pino Bertelli)
siamo debitori di questa notizia al sito situationist international online https://www.cddc.vt.edu/sionline/index.html
Il sito di Pino Bertelli è http://pinobertelli.it
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