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GIORNO PER GIORNO 10 maggio - centomila stelle da ritrovare

10 maggio 1944

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“Fantasticò di fare dietrofront e di ritrovare centomila stelle, ma non virò d’un grado”.


Così scriveva Antoine de Saint-Exupéry in “Volo di Notte” che non virò d’un grado quando decise di combattere contro i nazisti. Poteva scegliere di restare negli Stati Uniti, era in là con gli anni per la guerra, eppure aveva chiesto e ottenuto di volare per l’esercito francese. Per questo il 10 maggio 1944 atterra con la squadriglia II/33 ad Alghero: gli affidano 8 missioni di ricognizione sulle coste della Francia meridionale per individuare avamposti nemici. Non vuole sparare e il suo aereo è equipaggiato di sole macchine fotografiche.


“Benché la vita umana non abbia prezzo, noi operiamo sempre come se qualche cosa sorpassasse in valore la vita umana”.


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È mal messo: ha una costola rotta, problemi al fegato e all’udito. Deve farsi allacciare le scarpe, farsi sistemare il paracadute sulla schiena e chiedere aiuto per entrare nell’abitacolo. Ma decide di volare anche il 29 giugno, il giorno del suo compleanno, oggi celebrato come il Piccolo principe Day. Parte dall’aeroporto militare di Fertilia e sta sorvolando le Alpi quando i tedeschi lo individuano e attaccano. Lui cerca di seminarli e ne nasce un inseguimento tra le nuvole: Saint-Exupéry era un pilota esperto, abituato a muoversi in zone difficili dai tempi dell’aeroposta. Non teme le acrobazie tra le vette e riesce a sfuggire. Si ripara in Corsica e rientra ad Alghero solo il giorno, senza poter partecipare alla festicciola che i commilitoni avevano preparato per i suoi 44 anni.


E lì tra le sfere e le cifre, il pilota provava una ingannevole sicurezza, quella della cabina d’una nave sulla quale passa l’ondata. La notte, e tutto quello che essa recava di rocce, di rottami, di colline, scivolava così contro l’aeroplano con la stessa stupefacente fatalità”.


A quasi 44 anni, non era stato semplice convincere l’esercito ad affidargli un aereo. L’aveva aiutato l’amico John Phillips, uno dei più noti fotoreporter del Novecento, conosciuto ad Algeri. L’amico ha una casa a Napoli e qui organizza un incontro tra Saint-Exupéry e il colonnello Mc Crary. Quest’ultimo parla della faccenda con il generale Eaker, comandante delle forze alleate del Mediterraneo, che, superati i dubbi iniziali, dà parere favorevole. Così lo scrittore si unisce alla squadra francese del Gruppo di Ricognizione Aerea, associata al Quinto Squadrone americano Camera Repair. Entrambi i gruppi fanno parte del Mediterranean Air Photo Reconnaissance Wing, con il compito strategico di mappare il territorio nemico. La squadra di Saint-Exupéry è formata da tredici piloti, una equipe di meccanici e da alcuni garagisti.


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Lui è registrato nella colonna dei mitraglieri, ma gli vengono affidati dei voli di ricognizione. Deve portare a termine un totale di otto missioni tra la Sardegna e la Corsica e per questo la sua squadriglia raggiunge gli americani, da marzo ad Alghero dove hanno già allungato la pista dell’aeroporto di Fertilia. I militari si sistemano in una casetta a pochi passi dalla Torre Nuova, costruzione spagnola del Cinquecento, e riescono a ritagliarsi dei giorni felici. Vanno a pesca – con la dinamite che non affidano mai allo scrittore al quale viene assegnato sempre e solo il retino –, si tuffano nella Baia delle Ninfe e godono di qualche passeggiata. Qui Saint-Exupéry terminerà di scrivere ‘Citadelle’ pubblicato postumo, ma avrà anche il tempo di intrattenere i compagni con i suoi famosi giochi di prestigio, suonando il violino e di dedicarsi al gioco degli scacchi. Da qui invierà alcune lettere agli amici, le ultime, perché di lì a poco, il suo aereo sparirà lasciandosi dietro un mistero.


Per il pilota quella notte era senza sponde poiché non conduceva né verso un porto né verso l’alba”.


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La fine è nota: il 14 luglio alla casetta di Alghero che ospita i soldati, arriva l’ordine di partire per la Corsica. Quattro giorni dopo Saint-Exupéry e i suoi si stabiliscono a nord di Bastia. Da qui, all’alba del 31 luglio, lo scrittore partirà per il suo ultimo volo senza più rientrare. Vane tutte le ricerche, non se ne seppe più nulla fino a quando, nel 1998 un pescatore, al largo di Marsiglia, trovò impigliato nella sua rete un braccialetto con incise le parole 'Saint-Ex'.


Due anni dopo, riemersero dei rottami che spinsero le autorità a imporre il divieto di balneazione nella zona per ricercare le tracce dello scrittore scomparso. Solo nel 2004, a circa settanta metri di profondità, venne trovato l’aereo di Saint-Exupéry, identificato con certezza grazie al numero di matricola sul telaio. Cosa fece precipitare in mare lo scrittore, però, non è stato chiarito: non sono stati trovati fori evidenti di proiettile, le eliche non erano deformate.


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Egli avrebbe potuto lottare ancora, tentare tutte le probabilità: la fatalità esteriore non esiste. Ma c’è una fatalità interiore: un minuto arriva nel quale ci si sente vulnerabili, e, allora, gli errori attirano come una vertigine. Ed è in questo preciso minuto che sulla testa, attraverso una lacerazione della tempesta, come un richiamo mortale in fondo alla rete, brillarono alcune stelle. Egli capì che era un tranello… ma la sua fame di luce era tale, ch’egli salì”.


Tutte le citazioni sono tratte da: Volo di notte di Antoine de Saint-Exupery

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