GIORNO PER GIORNO 20 gennaio
- Andrea Colombu
- 1 mar 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Cronologia di storie della Beat Generation, della Controcultura e altro ancora.
20 gennaio 1958.
Ginsberg scrive a Orlovsky da Parigi, raccontandogli di una visita al suo amico William S. Burroghs:

Caro Petey,
Oh cuore, oh amore, tutto si è improvvisamente trasformato in oro! Non aver paura, non preoccuparti, la cosa più sorprendentemente bella è passata di qui! Non so da dove iniziare se non dalla cosa più importante. Quando Bill (William S. Burroghs, ndr) è venuto io, noi abbiamo pensato che fosse lo stesso vecchio pazzo Bill, ma qualcosa era successa a Bill nel frattempo, da quando l’avevamo visto l’ultima volta… ma la notte scorsa Bill e io ci siamo seduti guardandoci in faccia separati solo dal tavolo della cucina e ci siamo guardati negli occhi e abbiamo parlato, e gli ho confessato tutti i miei dubbi e la mia miseria, e di fronte ai miei occhi si è trasformato in un Angelo!
Cosa gli è accaduto a Tangeri pochi mesi fa? Sembra abbia smesso di scrivere e si sia seduto sul letto tutti i pomeriggi a pensare e a meditare da solo e che abbia smesso di bere, e che infine la sua coscienza gli sia tornata alla mente, lentamente e ripetutamente, ogni giorno, per molti mesi – consapevolezza di «un centro benevolo e senziente per l’intero Creato» – sembrava avere, a modo suo, quello che io ho tenuto appeso in me stesso e in te, una visione di un grande pacifico cervello di amore.
Stamattina mi sono alzato con una grande beatitudine di libertà e gioia nel cuore, Bill mi ha salvato, io sono salvo, tu sei salvo, tutti noi siamo salvi, tutto è stato più rapido da allora – mi sento solo triste perché forse ti ho lasciato preoccupato quando ci siamo salutati e baciati così maldestramente – mi auguro di poterti salutare mentre sei più felice e senza le preoccupazioni e i dubbi che avevo in quel polveroso crepuscolo quando sei partito… – Bill ha cambiato natura, anch’io mi sento molto cambiato, le grandi nuvole sono rotolate via, poiché mi sento come quando io e te siamo stati in relazione, bene il nostro rapporto è rimasto in me, con me, e non l’ho perso, e sento verso tutti qualcosa simile a quello che c’è tra noi.
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