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GIORNO PER GIORNO 21 febbraio

Cronologia di storie della Beat Generation, della Controcultura e altro ancora.


21 febbraio 2010

Albuquerque, New Mexico. Ricordami: vita e tempi di Maisha Baton. Incontro di arte, poesia, teatro per Maisha Baton, poetessa, drammaturga, storica e attivista, morta a settant’anni di cancro il 27 dicembre 2009.

Domenica 21 febbraio nella sua città di adozione e sede dell’Università del New Mexico dove insegnava, Albuquerque, si sono dati appuntamento amici e protagonisti della cultura militante che hanno condiviso impegno culturale, sociale e storico con Maisha Baton, considerata la persona afroamericana più conosciuta e amata di tutto il New Mexico.

"La cosa che mi sorprende è che ogni giorno arrivano le cartoline e le e-mail e ci sono persone che dicono: 'Non mi conosci, ma lei ha cambiato la mia vita'", racconta la figlia Tracy Baton con cui ha vissuto nella città natale di Pittsburgh da quando alcuni mesi prima le era stato diagnosticato il cancro.

I suoi studi, la sua poesia, il teatro e la sua ricerca erano da sempre stati indirizzati verso l’identità di genere e la cultura afroamericana come nella sua opera teatrale più conosciuta e rappresentata “Mitote” parola di origine messicana col significato di racconto tra donne ma che racchiude anche la parola mito, cioè allegoria e sacralità della narrazione… “è un'energia, una forza che dà respiro alla vita in un mondo spesso freddo fatto di storia maschile”.


L’opera portata in scena della Purple Magic Productions, diretta da Anita Gonzales e sul grande schermo dalla regista Barbara Montgomery racconta di tre donne afroamericane nel mondo contemporaneo, che muovendosi, muovono il tempo in un intreccio di storie e di incantesimi. Tra sogno e allegoria si possono ricostruire l’arrivo di un moro spagnolo, primo africano in quello che ora è il New Mexico, che diviene amante della prima donna Miss Yolanda nella sua onirica trasposizione, irreale entità che non appare ma lascia lettere d’amore. Mentre Miss Ruth legge le foglie del tè e rivive coi fantasmi la storia degli Exodusters, schiavi liberati, che avanzano per le strade devastate dalla guerra nel Missouri, Kansas, Oklahoma, New Mexico e Colorado. E infine il racconto di Miss Kate. La corpulenta, dura Miss Kate dal cuore gentile racconta gli eventi della vita di una donna afroamericana che prestò servizio come scout nella cavalleria americana fingendosi un uomo.


L'evento di domenica vedrà il gruppo teatrale di Virginia Hampton presentare una scena di una delle commedie di Baton. Oltre esibizioni di danza e musicali è prevista una folta presenza di poeti e scrittori che leggeranno brani e poesie della poetessa scomparsa. Tra di essi la sua amica, poeta, femminista, fotografa, storica orale e attivista sociale Margaret Randall, vicina all’esperienza Beat e agli espressionisti astratti, nel periodo vissuto a New York negli anni ’50 e trasferitasi a Città del Messico fondatrice ed editrice della rivista letteraria bilingue El Corno Emplumado, dichiarata “indesiderata” dal governo americano negli anni ’70 e supportata da tutta la comunità poetica. E poi poeti come: Hakim Bellamy, “national and regional Poetry Slam Champion”, Larry Goodell, organizzatore di festival e incontri, Gary Brower, studioso della poesia di lingua spagnola e autore di saggi sull’impatto della poesia giapponese con quella ispano-americana e in particolare degli Haiku nella western culture, Doris Fields, studiosa dell’eredità afroamericana del New Mexico, Enid Howarth, Richard Oyama, Greta Pullen, Emanuelle Ste.-Michelle, Lisa Gill e Mary Oishi, organizzatrice della rassegna di reading e incontri, Poets in the Libraries, frequentati per anni da Maisha Baton.



21 febbraio 1973

Continua lo sciopero dei detenuti di Leavenworth, Kansas, mentre la direzione opera trasferimenti forzati dei detenuti più attivi, isolamento nella “fossa” e intimidazioni nei confronti degli avvocati.


Lo stato di agitazione dei prigionieri del carcere di massima sicurezza di Leavenworth, sta per compiere un anno. Come in altre carceri americane i detenuti combattono contro il clima di violenza e di discriminazione presentando istanze sul sovraffollamento, la qualità del cibo, i regolamenti e l’arbitrarietà dei comportamenti delle guardie e delle amministrazioni.

Da marzo del 1972 i prigionieri rinnovano le richieste articolando scioperi delle mansioni e rifiuto del cibo, eseguendo ogni attività con il massimo della lentezza, cercando di boicottare con ogni mezzo non violento il funzionamento programmato della macchina repressiva in quello che viene considerato uno dei penitenziari più duri di tutti gli States.

L'amministrazione del penitenziario, allertata dalle voci che davano per imminente uno sciopero della fame con il rifiuto del cibo, aveva già provveduto a isolare nella terribile “fossa” i presunti organizzatori della protesta e trasferendone altri duecento. Il 20, di mattina presto le guardie sono entrate nelle celle portandoli via di peso. Gli avvocati Allen Ressler e Ron Roseman hanno tentato ripetutamente di visitare i loro clienti nell'unità di segregazione di Leavenworth, ma gli è stato negato l'ingresso dallo stesso direttore Samuel Britton. Nel giro di pochi giorni “la fossa” o “il buco”, come vengono chiamate le terribili celle d’isolamento, si riempiono di centinaia di prigionieri. Ciò nonostante solo una dozzina circa della popolazione carceraria composta da 2100 uomini è andata a mangiare. I medici della prigione hanno preso posizione contro l’amministrazione dicendo che non permetteranno che detenuti in sciopero della fame siano costretti a lavorare. Le notizie filtrate all’esterno sulla nuova mobilitazione dei detenuti stanno innescando come in passato azioni di sostegno.


Ma non c’è solo la solidarietà, l’Amministrazione impiega i fondi in dotazione per pagare operai esterni in operazioni di crumiraggio. E sono questi a unirsi alle guardie per attuare una nuova retata facendo arrivare a quattrocento il numero dei detenuti segregati nella fossa.

Uno dei principali metodi di lotta era stato quello della scrittura: circolazione all’interno di fogli e di appelli, lettere legali ai membri del Congresso e soprattutto corrispondenza con attivisti esterni per i Diritti Civili. Sono stati questi “scrittori” i primi ad essere oggetto di trasferimenti e segregazione.

Lo sciopero della fame continua, mentre l’amministrazione studia la possibilità di trasferimenti più massicci.

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